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"Tracciabilità dei rifiuti rigorosa "

fonte Italia Oggi, Giorgio Ambrosoli / Ambiente

13/04/2010 - Da tre mesi a un anno o l'ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro se si tratta di rifiuti non pericolosi. Questa la sanzione prevista per chi omette di iscriversi al Sistri, il Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti nato nel 2009 su iniziativa del Ministero dell'Ambiente. Pene drasticamente aumentate per l'omossione nel caso di rifiuti pericolosi: l'arresto passa da sei mesi a due anni, a cui si aggiunge l'ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro. E la produzione di un semplice rifiuto, quale un neon, potrebbe comportare l'applicazione di queste pene. Questi alcuni dei contenuti del testo di recepimento della direttiva rifiuti (n. 98/2008) che oggi verrà approvato in preconsiglio e che, chiusa la vicenda del Mud, sarà quello che farà discutere nelle prossime settimane. Infatti, viene sanzionata molto severamente anche la mera omissione del pagamento del contributo annuale al Sistri: sanzione amministrativa da euro cinquecento ad euro duemilacinquecento, aumentata di un terzo in caso di rifiuti pericolosi. Insomma, il testo persegue la classica logica dell'alternativa pena detentiva/pena pecuniaria. Questa "formula" di fronte a tipologie di obblighi di fare e non fare, rispetto ai quali sarebbbe, meglio, prevedere che l'adempimento delle prescrizioni estingue il reato. Nel testo si annunciano anche l'estensione della responsabilità amministrativa degli enti alle violazioni commesse, anche meri illeciti amministrativi, in contrasto con la ratio e l'impianto del decreto 231, che è diretto a sanzionare l'ente asclusivamente per fattispecie di reato , se commesse nel suo interesse o vantaggio e quindi con dolo. Il testo in approvazione prevede ancora, nel rispetto della Direttiva Comunitaria, dell'obbiettivo di riciclaggio dei rifiuti urbani, oltre a confermare la validità di scelte fatte a suo tempo dall'Italia in tema di Materie Prime Secondarie, di Sottoprodotto e di Raccolta differenziata. Infatti, la nuova Direttiva prevede che, entro il 2020 il riutilizzo e il riciclaggio di carta, metalli, plastica e vetro dei rifiuti urbani sia almeno al 50% in termini di peso. Essa considera l'industria come un "asset" fondamentale e indica la necessità che i sistemi di raccolta soddisfino le esigenze qualitative delle industrie. In considerazione dell'obbiettivo di incrementare la raccolta differenziata secondo criteri di efficenza ed economicità la Dittiva prevede anche che i sistemi di raccolta dei rifiuti non gestiti su base professionale presso scuole e collettività devono essere soggetti a registrazione inquanto non presentano rischi.

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