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"La Dia va in pensione"

fonte Corriere del Mezzogiorno / Edilizia

19/04/2010 - Addio alla Dia, la dichiarazione di inizio attivtà per far partire i lavori di ristrutturazione. Ma non in tutte le regioni. Le modifiche al decreto 380 del 2001 hanno valenza soltanto dove esiste una legislazione regionale in materia; altrimenti prevale la norma della Regione, Quindi, dopo le semplificazioni in Sardegna e Friuli, anche in Puglia, Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria da qualche giorno si può ristrutturare senza la Dia. Queste Regioni potranno comunque in seguito, decidere di legiferare reintroducendola. In tutte le altre Regioni che prevedono norme più restrittive, invece, la Dia continuerà a esistere fino a ulteriori disposizioni. DOVE RIMANE. In Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Val d'Aosta, Lazio, Piemonte, Veneto, Trentino, Campania e Sicilia la legge regionale, prevale sul decreto nazionale e la Dia continuerà a essere richiesta, a meno che le Regioni non decidano di adeguare le proprie leggi alle disposizioni nazionali, liberalizzando le manutenzioni straordinarie. DOVE NON SERVE. In Sardegna, Friuli, Puglia, Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria gli interventi di ristrutturazione possono essere iniziati con una semplice comunicazione, anche per via telematica, all'amministrazione comunale, allegando le autorizzazioni eventualmente richieste dalla normativa di settore e nel caso di manutenzione straordinaria, anche i dati identificativi dell'impresa che eseguirà i lavori. Oltre alla manutenzione straordinaria, la liberalizzazione riguarderà, anche l'installazione di pannelli fotovoltaici, l'eliminazione di barriere architettoniche, serre mobili stagionali, le opere di pavimentazione e di finitura di spazi esterni e aree ludiche senza fini di lucro.

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