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"Incidenti mortali: la strage silenziosa"
fonte Redazione Ambiente & Sicurezza sul Lavoro / Sicurezza sul lavoro
13/05/2010 - Senza dimenticare che la giornata era stata funestata ancora una volta dalla morte di un operaio e dal ferimento di altri due in un sementificio di Cerignola, in provincia di Foggia. A Cesena, l'Inca per il terzo anno consecutivo ha voluto rompere l'imbarazzante silenzio, promuovendo un'assemblea con i lavoratori di una grande impresa che certamente rappresenta un'eccezione nel panorama imprenditoriale: qui le misure di sicurezza ci sono, le regole vengono rispettate; ma nella stragrande maggioranza delle piccole piccolissime imprese le cose stanno diversamente. Ed è in queste realtà che si verifica il maggior numero di incidenti mortali. Mancano i controlli e una cultura adeguata per la sicurezza. E una strage silenziosa afferma Beniamino Deidda, procuratore generale di Firenze di cui si parla per il breve tempo in cui dura la reazione emotiva dei lavoratori dell'azienda in cui l'infortunio si è verificato. Poi nulla, fino al successivo incidente mortale. Il fenomeno non è costituito solo dal numero dei morti, ma anche dai tanti feriti, dalla gravità dei postumi permanenti che irrimediabilmente rovinano l'esistenza degli infortunati. Per avere un quadro realistico del fenomeno, che è dato in diminuzione dalle statistiche Inail, bisognerebbe, secondo il procuratore generale di Firenze, conoscere il numero degli infortuni rispetto alle ore lavorate. Soltanto in questo modo si pu spiegare come in Italia le regioni maggiormente interessate dal fenomeno degli incidenti siano posto il legislatore comunitario. Il giudice Deidda accusa: le responsabilità sono di molti e quasi nessuno fa fino in fondo la parte che la legge gli assegna, a cominciare dalla magistratura. Scarso è il numero dei processi, lunghi i procedimenti ed esigue le pene comminate. E pochi sono anche i magistrati specializzati. La mancata applicazione delle pene alimenta il senso d'impunità tra le aziende. Ne è convinto Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, che indica nel sistema delle sanzioni il vero problema. Durante il governo Prodi era stato varato un Testo unico sulla sicurezza che conteneva sanzioni decisamente pi severe ha detto il 28 aprile a Pievesestina di Cesena . L'attuale esecutivo le ha ridotte e in alcuni casi addirittura annullate. Per far diminuire gli incidenti sul lavoro dobbiamo riscoprire un'attenzione nuova verso questi problemi. Senza dimenticare che si tratta di un tema strettamente connesso al fenomeno del lavoro sommerso, sempre pi dilagante, come dimostrano anche i recenti arresti dei caporali di Rosarno, accusati di ridurre in schiavit i lavoratori agricoli . Il segretario generale della Cgil, pi volte applaudito dai lavoratori della Soilmec, ha anche voluto sottolineare che non ci devono essere divisioni per condurre questa battaglia, ricordando che non tutte le aziende si comportano allo stesso modo. C'è impresa e impresa ha precisato . Non ho difficoltà ad affermare che il comportamento della ThyssenKrupp è stato vergognoso prima, durante e dopo l'incidente che tre anni fa causò la morte di 7 operai. Tuttavia, ci sono migliaia e migliaia di imprenditori che invece affrontano seriamente questo problema. E necessario distinguere, e mi piacerebbe che così facesse anche Confindustria. Un invito che il direttore generale dell'associazione degli imprenditori Giampaolo Galli ha raccolto, annunciando una serie di iniziative, tra cui quella d'istituire un osservatorio delle buone pratiche tra gli imprenditori per diffondere la cultura della sicurezza. Galli, davanti ai lavoratori, ha anche voluto smentire che il sistema impresa sia esclusivamente interessato a chiedere una riduzione dei premi assicurativi. Le tariffe Inail ha spiegato sono superiori a quello che serve per i risarcimenti. L'Inail ha un bilancio positivo, con un avanzo di 24 miliardi di euro. Noi chiediamo che una parte di queste risorse venga investita per la sicurezza dei lavoratori e per la prevenzione degli infortuni. Allo Stato non chiediamo una riduzione delle tariffe, ma di fare la sua parte in questa battaglia . Per sapere se dalle parole Confindustria ha intenzione di passare ai fatti, si dovrà aspettare ancora un po' di tempo.
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