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"Sicurezza sul lavoro? Cancellata"
fonte agi / Sicurezza sul lavoro
11/06/2010 - Chi abita vicino a poli chimici, come Porto Marghera, Priolo, oppure lavora in acciaieria o peggio ha vissuto vicino all’Eternit di Casale Monferrato ora, grazie alla manovra del Governo Berlusconi, si sentirà meno sicuro, ma più “assicurato”. Già perché tra gli “enti inutili” da chiudere scovati da Tremonti per rimettere in riga il deficit c’è né uno che definire tale è un vero attentato alla salute di cittadini e lavoratori: l’Ispesl. L’acronimo a molti non dirà molto, eppure l’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro è quello che studia, ricerca e mette a punto procedure perché drammi come quello della Thissen Krupp di Torino o di Seveso non si ripetano più, prevenendoli.Il Governo però non è dello stesso avviso e per risparmiare, forse, la mirabolante cifra di 500 mila euro l’anno ha deciso che ricercatori specializzati nello studio degli effetti delle micidiali fibre d’amianto, che lavorano con strumentazioni uniche al mondo - come la piattaforma per studiare l’effetto delle vibrazioni sul corpo umano - e che sono un punto d’eccellenza a livello europeo per la sicurezza sul lavoro, debbano andare in parte a casa, 540 sono Co.Co. Pro, e in parte “affondati” nelle secche dell’Inail che in quanto ente assicurativo, non ha certo tra i suoi compiti quello di fare ricerca scientifica su ambiente e lavoro.«I ricercatori superstiti saranno ridotti al rango di periti per un istituto assicurativo - afferma Marco Di Luigi, responsabile nazionale per l’Ispesl della Uil Ricerca ed esponente dei Verdi -. I danni si diffonderanno a macchia d’olio, non si faranno più studi preventivi sull’elettromagnetismo nelle case e nelle scuole, non si darà supporto scientifico alle Asl sull’amianto. Insomma in poche parole si smonterà uno dei pochi presidi sulla prevenzione in Italia».Eppure nonostante la guida “poco trasparente” - il dicastero guidato da Brunetta che ha inserito l’istituto nella propria black list - da parte di Antonio Moccaldi, al comando dell’ Ispesl da ben 28 anni - correva l’anno 1982 e al Governo c’era Spadolini - prima come direttore, poi come presidente e ora come commissario - prorogato senza termine con una norma speciale contenuta nel Decreto legge sul terremoto dell’Aquila - l’ Ispesl proprio da buttare via non è. Intercetta circa 10 mln l’anno di fondi europei e del Servizio Sanitario Nazionale destinati alla ricerca, cosa che come Inail non sarà più possibile, si autofinanzia con 35 mln di euro, il 60% dei fondi ricevuti dallo Stato, e produce benefici per il sistema Italia.«Il conto del Governo è assolutamente sballato - afferma il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli -. Gli infortuni sul lavoro costano al nostro Paese 36 miliardi euro l’anno, tre punti di Pil. Potenziando l’azione di prevenzione di strutture come l’Ispesl si potrebbe risparmiare almeno un punto di Pil, ossia la metà della manovra: 12 miliardi di euro. E ciò senza contare i benefici per quanto riguarda la prevenzione ambientale».
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