18/06/2010 - Non è per riproporre concetti o frasi già apparsi su queste colonne. Ma Vorrei soltanto dare libero sfogo al mio rammarico ed essere aiutato a capire perchè mai in Puglia la prevenzione nei luoghi di vita e di lavoro è ancora al palo. Questa regione, prima d'ora, non ha mai avuto un numero così alto di infortuni e soprattutto di gente inerme ammazzata, quella che con le unghie e con i denti tenta, spesso senza riuscirvi di difendere un posto di lavoro, non immaginando quale sia il rischio a cui andrà incontro. Una storia, ancor più brutta, se si pensa che a pagare il caro prenzo della propria incolumità sono quasi sempre quei lavoratori iscritti sui libri matricola delle imprcese, che pur di non perdere la commessa di lavoro, devono sottostare a varie angherie, senza potersi ribellare, per quanto riguarda i lavori pericolosi, i turni massacranti, e salire sui ponteggi a quote vertiginose senza fiatare. Mentre, nessuno di coloro che dovrebbe coordinare e sorvegliare mostra l'attenzione dovuta, senza mettere in atto tutte ci che la logge prescrive al fine di tutelare la salute nei luoghi di lavoro. Vite spezzate, nonostante i richiami del presidente Napolitano e di tutte le più alte cariche dello Stato in ogni occasione, per far sentire il peso di un tormento oltre alla dichiarata volontà di porre fine a questo massacro. Nulla o quasi accade, tanto più che i casi di morte e cli invalidità riguardano l'intero stivale. Dal canto suo il Governatore del la Puglia, Nichi Venclola, sollecitato da SAIL626, ha inviato qualche giorno fa una lettera al presidente del consiglio dei ministri, on.le Silvio Berlusconi, al fine di reperire fondi per una campagna di informazione e formazione a carattere straordinario sui rischi specifici nei luoghi di vita e di lavoro, fino a coinvolgere datori di lavoro e lavoratori soprattutto delle piccole e medie imprese, nonché degli enti locali e del inondo della pubblica istruzione.

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