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"Emissioni, un nuovo modello permette di calcolarne i livelli"

fonte Cordis - Commissione europea / Ambiente

31/08/2010 - grado di determinare i livelli di riduzione delle emissioni di biossido di carbonio (CO2) necessarie per rallentare, e potenzialmente fermare, il riscaldamento globale. Il modello è stato presentato sulla rivista Climatic Change. Questo lavoro è il risultato del progetto ENSEMBLES ("Ensemble-based predictions of climate changes and their impacts"), che ha ricevuto 15 Mio EUR nell'ambito dell'Area tematica "Sviluppo sostenibile, cambiamenti globali ed ecosistemi" del Sesto programma quadro (6° PQ) dell'UE per sviluppare un sistema di previsione d'insieme da usare in una serie di intervalli temporali (stagionali, decennali) e limiti spaziali (mondiale, regionale). "La novità di questa ricerca è che abbiamo integrato il ciclo del carbonio nel nostro modello per ottenere i dati sulle emissioni," ha spiegato l'autore principale, Erich Roeckner dell'Istituto Max Planck di meteorologia di Amburgo, Germania. Il modello prevede che le emissioni di CO2 aumenteranno da 3 miliardi di tonnellate di carbonio a circa 10 miliardi di tonnellate nel 2015. Se dobbiamo assicurare la stabilizzazione a lungo termine della concentrazione di CO2 nell'atmosfera, le emissioni devono essere ridotte del 56% entro i prossimi 40 anni e avvicinarsi a zero nella seconda metà di questo secolo. "Ci vorranno secoli perché il sistema del clima mondiale si stabilizzi," ha sottolineato il dott. Roeckner. Il team di scienziati tedeschi e statunitensi ha adottato la metodologia proposta dal Pannello internazionale sui cambiamenti climatici (IPCC), un ente scientifico intergovernativo che fa una valutazione del rischio di cambiamenti climatici causati dalle attività umane, per le simulazioni fatte per la prossima Quinta relazione di valutazione dell'IPCC. Gli scienziati hanno usato modelli di sistemi terrestri che includono il ciclo del carbonio e hanno fatto una stima delle emissioni di CO2 antropogeniche compatibili con gli schemi di concentrazione stabiliti. Secondo gli scienziati del team, le emissioni sono condizionate dalla proporzione di carbonio generato dall'uomo nel modello che viene assorbito dalla superficie terrestre e dagli oceani. Sono anche riusciti a distinguere tra cambiamenti climatici antropogenici e variabilità interna del clima. Il modello usato in questo studio si basa su una griglia spaziale a bassa risoluzione con una spaziatura della griglia di 400 chilometri. Le informazioni sulla superficie della terra, gli oceani e il ciclo del carbonio marino e terrestre sono comprese. I centri climatici di tutta Europa sono adesso impegnati nella valutazione dei dati forniti dallo studio. "Non appena tutti i risultati saranno disponibili, potremmo valutare lo scarto tra i modelli. Più sono significativi i dati che abbiamo, più precisa sarà la previsione," ha concluso il dott. Roeckner.

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