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"La gestione dei rischi non è soltanto una questione da grandi"

fonte Il Sole 24 Ore, Elio Silva / Sicurezza sul lavoro

15/11/2010 - Per Tommaso De Santis, 57 anni, direttore generale della Carind, azienda del settore igienico-sanitario con un fatturato annuo intorno ai 23 milioni, la sicurezza e il controllo dei rischi di produzione sono un chiodo fisso: quest'anno ciascuno dei 40 dipendenti ha fatto 177 ore di formazione, per un totale di oltre 7mila ore. «Abbiamo anche introdotto importanti innovazioni - spiega - come un macchinario che riduce del 50% lo spessore dei film avvolgenti della carta tissue, migliorando l'efficienza ambientale. E abbiamo ottenuto tutte le più importanti certificazioni a livello internazionale». Invece Pierluigi Evangelista, 39 anni, direttore qualità e sicurezza nell'industria lattiero-casearia Del Giudice, una Pmi di Termoli da 45 milioni di fatturato annuo e So dipendenti, con un marchio affermato in tutto il Centro-Sud, è riuscito a estendere uno standard tipico della sicurezza alimentare (in sigla Haccp, ossia analisi dei rischi e controllo dei punti critici) all'intero ciclo produttivo, compresa la sicurezza del personale. «In pratica - sintetizza - abbiamo spostato il controllo dal prodotto finito al processo che lo determina, e abbiamo inserito le singole valutazioni in un modello gestionale complessivo, che interviene su tutti i principali fattori di rischio, da quello relativo agli impianti alla salute dei lavoratori, fino agli assetti organizzativi». Casi isolati? Sicuramente best practices, ma non perle rare. Il risk management, cioè l'insieme delle metodologie logiche volte a identificare e controllare i possibili rischi connessi all'attività aziendale, dopo le grandi imprese sta conquistando anche le Pmi. A confermarlo è anche un'indagine promossa dal broker assicurativo Assiteca, che sarà presentata in occasione del Top Management Forum 2010, in programma a Milano il 17 e 18 novembre. La ricerca, che ha coinvolto un campio- ne di 250 imprese, servirà anche da piattaforma per il lancio dell'omonimo premio Assiteca, riservato alle realtà più impegnate nel controllo dei rischi. Secondo lo studio, oltre la metà delle Pmi (il 54%) ha adottato un sistema di gestione integrato. Se si aggiunge un ulteriore 23% di aziende che hanno optato per un sistema segmentato (cioè per il monitoraggio di specifiche aree di rischio), la quota di soggetti attivi supera i due terzi, mentre sole l'8,6% delle imprese dichiara di non avere mai considerato questa problematico. Nel 56% dei casi le soluzioni vengono cercate all'interno, mentre per il restante 44% sono affidate a consulenti esterni. Vista la rilevanza dell'attività, nel 51% delle Pmi è la stessa figura di vertice ad assumersi la responsabilità della funzione, mentre la presenza di un risk manager è limitata all' 11% delle aziende.

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