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"Festival nazionale per la sicurezza"
fonte Italia Oggi 7, Enrico Sittoni / Sicurezza sul lavoro
20/12/2010 - La sicurezza sul posto di lavoro è un tema che sempre iù viene posto al centro ell'attenzione delle forze sociali ed economiche, anche a seguito di numerosi solleciti del presidente della repubblica Giorgio Napolitano. La dirigenza italiana è molto impegnata su questo fronte; la Cida ne ha fatto un punto importante della propria azione e in questo senso si sta muovendo sia a livello nazionale che locale. Già in passate interviste, infatti, il presidente Giorgio Corradini ha rilevato come gli infortuni sul lavoro, pur essendo fortunatamente in diminuzione, rimangono una delle grandi priorità per un paese civile come il nostro. Per limitare gli infortuni è innanzitutto indispensabile diffondere la cultura della sicurezza e applicare tutte le misure imposte dalla legge e dal buon senso. Nell'ottica di elevare la cultura della sicurezza l'unione regionale Cida del Trentino Alto Adige e la direzione provinciale Inail di Trento hanno deciso, nell'ambito delle iniziative di prevenzione rivolte al mondo della scuola e in particolare agli studenti degli istituti superiori, di mettere in palio una borsa di studio/ premio speciale che si affianca a quelle già messe in concorso dall'Inail per l'anno scolastico 2010-2011. Mi sembra particolarmente utile presentare sempre su questo tema molto importante in termini di costi umani, sociali e aziendali il Festival nazionale della sicurezza sul lavoro, una iniziativa nata quest'anno. E stato organizzato dall'Associazione di promozione sociale Elmo e si è tenuto a Pergine Valsugana (Tn), in Trentino. Io vi ho partecipato con molto interesse e sono convinto che debba consolidarsi l'anno prossimo, anche con la partecipazione diretta della Cida. L'evento ha ricevuto l'adesione del presidente della Repubblica ed è stato svolto sotto l'egida della presidenza di turno dell'Osce e grazie alla collaborazione di diverse realtà pubbliche e private. Scopo della kermesse è stato quella di comunicare la necessità di diffondere una cultura della sicurezza, avvalendosi del supporto di esperti in materia per informare un pubblico il più vasto possibile. Numerosi gli appuntamenti della tre giorni: convegni, workshop, tavole rotonde, concerti, rappresentazioni teatrali e mostre perché la conoscenza e l'informazione sulla sicurezza non hanno confini e si servono di ogni mezzo e media per arrivare al cuore della gente. Più prevenzione, meno morti. Solo con una maggiore consapevolezza del lavoro si prevengono gli incidenti mortali Nel corso del primo giorno si è tenuto il convegno istituzionale «Insieme per la sicurezza» che ha visto l'intervento di 11 personalità del mondo istituzionale, sindacale e del giornalismo. II dibattito moderato dal giornalista economico Augusto Grandi, ha registrato la presenza, tra gli altri, di Piero Sansonetti, attuale direttore de Gli altri che ha dichiarato «A fronte di oltre 1.000 morti sul lavoro e di quasi 1 milione di incidenti, la società pensa che questi numeri siano un limite ragionevole». Le morti sul lavoro, purtroppo, sono vissute come inevitabili. Negli anni 60 ogni anno morivano 5.500 persone e quindi 1.200 persone decedute sul posto del lavoro dello scorso anno sono un numero esiguo. E invece morire per lavorare è sempre una tragedia. Sansonetti ha sottolineato come gli ispettori in Italia sono, solo, circa 2,5 su 100 mila persone. II suo intervento si è concluso con una provocazione: «Chiedo a Minzolini, entro la prima mezz'ora del Tgl, di dedicare 3 minuti alle persone morte durante l'orario di lavoro». Durante il dibattito preziosi sono stati anche gli interventi dei sindacalisti. Nazzareno Mollicone, segretario confederale dell'Ugl, ha dichiarato: «La prevenzione avviene a più livelli. Un ruolo importante lo hanno le Asl, ruolo fino a ora sottostimato. Poi bisogna entrare nelle scuole, parlare ai ragazzi e soprattutto ci vuole una giustizia più celere, che dia la sanzione adeguata quanto avvengono casi di morte o infortuni gravi sul lavoro». Dal dibattito si evince come la maggioranza degli incidenti, un milione all'anno, avvengano nell'edilizia, in agricoltura e ancora nelle aziende che ricevono incarichi in sub-appalto. Più piccola è l'azienda più si alza il rischio. La svolta per prevenire gli incidenti viene dell'educazione delle nuove generazioni. «Perché il 20% in meno di morti», come annunciato dal direttore provinciale dell'Inail di Trento Fabio Lo Faro, «negli ultimi anni non deve essere un punto di arrivo ma un punto di inizio». Vanno tenuti in considerazione alcuni fattori positivi: «Si è assistito a una flessione sia degli infortuni che degli incidenti mortali sul lavoro tra il 2008 e il 2009, nel dettaglio per gli infortuni la flessione è stata *** del 9,7% mentre per le "morti bianche" c'è stato un calo del 6,3%. Il dato diviene eclatante se si prende in considerazione il periodo 2002- 2009, in cui gli infortuni sono calati del 20,4% mentre gli incidenti mortali del 29%». Ma le statistiche ci permettono anche di mettere in rilievo un altro dato: che da quando è stata varata, nel 1994, la cosiddetta 626 al 2002 è cambiata la mentalità di chi lavora e di chi dà lavoro, un cambio che comunque ha richiesto circa 20 anni di gestazione». Si deve tendere a incidenti sul lavoro zero. Un secondo importante appuntamento è stato quello dedicato a «Lavoro e uso di sostanze». «Nessuno riflette mai abbastanza dei danni sociali provocati dalle dipendenze, di alcool o di droghe», ha spiegato Federico Samaden, membro della Consulta degli esperti del dipartimento per le politiche antidroga della presidenza del consiglio dei ministri. «Purtroppo molte morti sul lavoro hanno origine proprio nella mancanza di lucidità». E allora cosa si pub fare? II medico Maurizio Gomma risponde che «in Italia ci sono molte norme a partire dal dpr 309/1990 che permettono di controllare il lavoratore, ovvero permettono di capire se un dipendente fa uso di sostanze stupefacenti oppure no, e ancora capire se ne fa un uso occasionale oppure è una vera e propria dipendenza». Il problema, ha spiegato il medico, nasce quando bisogna intervenire. Le grandi imprese possono ricollocare il lavoratore in altra mansione, ma le piccole e medie imprese che hanno pochi dipendenti non sanno come o dove reinserire il lavoratore che fa uso di droghe. Bisognerebbe eseguire dei test pre-assuntivi, ma in Italia, nonostante qualche passo normativo in materia sia stato fatto, in realtà nessun datore di lavoro pub al momento fare test alle droghe prima dell'assunzione. Secondo uno studio italiano su un campione di 54.138 persone sul territorio nazionale è risultato che 1'1,2% di questi fa uso di droghe. Un dato allarmate che deve far riflettere. I controlli avvengono per un «ragionevole dubbio» del datore di lavoro, ma da qui all'accertamento finale passa del tempo e se il lavoratore è assunto a tempo non si arriva mai alla fase finale del controllo e la persona anche se fa uso di droghe nel frattempo lavora con un curriculum intonso da un'altra parta. Sono dunque numerosi i problemi da affrontare in materia ma di certo non si pub lasciare al caso o al destino tale problema. Federico Samaden, ha inoltre precisato che bisognerebbe utilizzare i soldi pubblici in modo più «etico». Molti giovani in cura presso i Sert ottengono una «borsa lavoro». «Continuano cioè a guidare l'automobile e vanno al lavoro pur essendo in cura per disintossicarsi e questo è non solo uno spreco di danaro pubblico, ma è un cattivo esempio per gli altri giovani». Festival della sicurezza: Mariella Nava canta per gli invalidi del lavoro Mariella Nava da sempre un'amica preziosa di Anmil, Associazione nazionale fra i lavoratori mutilati e invalidi del lavoro, ha dato il via ufficiale al Festival della sicurezza con un concerto dedicato proprio a chi, prestando la sua opera, è mutilato o invalido. Persone a cui è stato tolto un pezzo di vita e di dignità, persone che chiedono e rivendicano il diritto di essere ascoltati ma che soprattutto hanno voglia di raccontare la loro storia, di agire per far sì che cib che è successo a loro non avvenga mai più. Proprio per questo motivo nei giorni della kermesse è stato possibile visitare il «Camper della formazione» allestito da Inail e i più piccoli, nelle giornate di sabato e domenica, hanno potuto «Divertirsi in sicurezza». Così come nel corso del Festival è stato possibile visitare la mostra delle opere del premio letterario e artistico dedicato alle «Morti bianche», giunto alla sua seconda edizione grazie al progetto lanciato già nel 2009 dal Centro Studi Vox Populi di Pergine Valsugana. Teatro stabile d'innovazione del L'Aquila Attori e tecnici del Teatro stabile l'Uovo de l'Aquila hanno messo in scena: «Morti a perdere». Tra gli attori, nomi noti al grande pubblico come Fabrizio Croci e Barbara Esposito. La drammaturgia di Morti a perdere si basa essenzialmente sui testi concorrenti il premio letterario dedicato alle morti bianche, edizione 2009. A partire da essi, si è tracciato un percorso emozionale in grado di coinvolgere il pubblico sul tema della sicurezza sul lavoro, dei rischi e delle tragiche conseguenze in cui si incorre quando non si rispettano le norme che le regolano. La seconda edizione del Festival si terrà a settembre 2011 sempre nella sede trentina di Pergine Valsugana, per un evento che il responsabile del Festival, Daniele Lazzeri, ha definito «un'iniziativa nobile di stampo popolare che parte dal basso: dall'associazionismo e dal volontariato, per costruire insieme a tutti gli attori del settore, un'autentica cultura della sicurezza». Molti i commenti positivi su questo evento. Tra questi c'è sicuramente anche il mio e ritengo che la Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità possa e debba dare il suo fattivo contributo di analisi puntuali e di proposte concrete, perché le aziende italiane e i loro dirigenti si muovano con determinazione nell'ottica tendenziale di zero incidenti sul lavoro.
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