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"Nanotecnologie allo studio di Italia e Regno Unito"

fonte Redazione Ambiente & Sicurezza sul Lavoro / Sicurezza sul lavoro

22/04/2011 - L’Inail ha presentato nei giorni scorsi un Libro Bianco che dovrebbe far luce sullo stato della ricerca in materia di nanotecnologie e nanomateriali, la cui diffusione cresce sempre di più senza un’adeguata possibilità di valutare dei reali effetti negativi sulla salute. In tal senso il Documento, presentato il 19 aprile a Roma, e realizzato dal dipartimento di Medicina del Lavoro (ex Ispesl), è una bussola di orientamento per datori di lavoro, lavoratori, istituzioni e parti sociali. L’obiettivo della pubblicazione è predisporre uno strumento che - in un'ottica di prevenzione integrata - sia capace di segnalare e anticipare le eventuali pericolosità per i lavoratori che entrano in contatto con queste sostanze. Le ricerche dell’Inail parlano di una forte diffusione dei nanomateriali nei comparti industriali: si trovano già in 1.317 prodotti ed entro il 2020, il 20% di tutti i prodotti fabbricati nel mondo ne faranno uso; già nel 2014 saranno 10 milioni i lavoratori coinvolti - direttamente o indirettamente - nella loro lavorazione. Il rischio esposizione è quindi ancora tutto da valutare, ed il Libro non lancia un “allarme nanomateriali”, tanto più che gli strumenti di misurazione dei fattori di rischi devono ancora essere approntati e la ricerca sui potenziali effetti sulla salute riguarda, per ora, solo l’apparato respiratorio e alcune forme di cancerogenicità. Il Libro Bianco dell’Inail sarà tradotto anche in inglese e sarà presentato a livello internazionale. Intanto il Regno Unito, attraverso il sito dell’Health and Safety Executive si è recentemente occupato della regolamentazione dei nanomateriali, analizzando l’applicazione del regolamento COSHH 2002 che impone ai datori di lavoro per proteggere i lavoratori dall'esposizione a sostanze nocive sul luogo di lavoro. Nel rapporto dell’Health and Safety Executive si sottolinea la possibilità che nanomateriali manipolati possano dare luogo anche a rischio di incendio ed esplosione, ed in tal caso richiede l’applicazione delle regolamentazione DSEAR del 2002. L’Health and Safety Executive sottolinea poi la scarsità di dati certi sui rischi per la salute e la sicurezza sui nanomateriali e suggerisce ancora l’applicazione del principio di precauzione almeno finché i dati sulla tossicità e sulla capacità delle nanoparticelle di interagire con i sistemi biologici del corpo umano non siano sufficientemente approfonditi.

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