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"Biocarburanti, più vincoli all'attività dell'industria"

fonte Il Sole 24 Ore, Jacopo Giliberto / Ambiente

24/05/2011 - I biocarburanti e tutte le energie di origine vegetale devono avere un impatto positivo per l'ambiente. E soprattutto non devono creare problemi di disponibilità o di costo per le materie prime alimentari, come invece era accaduto qualche anno fa con il rincaro dei prezzi del granturco che veniva accaparrato dai produttori statunitensi per farne benzina all'alcol. È questo l'oggetto di un accordo internazionale appena raggiunto dai paesi industrializzati insieme con i paesi in crescita che aderiscono alla Gbep, sigla di Global bio-energy partnership, un organismo del G8. I parametri di sostenibilità sgombrano ogni dubbio sull'uso di forme di energia di origine vegetale e aprono un mercato che prima era limitato e a rischio di incentivi pubblici. Un mercato che ora vede le imprese italiane in prima fila, come la Fiat, che sta studiando motori progettati per andare con il biometano, oppure la Chemtex del gruppo Mossi&Ghisolfi con la benzina all'alcol ricavata da canna comune e residui agricoli, o come l'Agroils di Firenze, creata dai tre ingegneri neolaureati Giovanni Venturini Del Greco, Stefano Babbini e Federico Maria Grati per produrre gasolio vegetale partendo da una pianta africana non commestibile, la giatrofa. In base a queste nuove regole, le bioenergie poco rispettose dell'uomo e dell'ambiente perderanno incentivi e valore commerciale. «Questi criteri di sostenibilità orienteranno nei prossimi mesi gli investimenti internazionali verso le produzioni a minore impatto ambientale e che non interferiscono con l'alimentazione», commenta Corrado Clini, presidente della Gbep del G8 e direttore al ministero italiano dell'Ambiente. «Le compagnie petrolifere, come l'Eni in Italia ma come tutti gli altri grandi colossi, stanno selezionando i progetti di crescita perché, come stima anche l'Agenzia internazionale dell'energia, fra una trentina d'anni circa un quarto della domanda mondiale di carburanti sarà soddisfatta dai biocombustibili». Sono 24 gli indicatori individuati. L'approccio è complessivo e si guardano insieme più fattori interrelati di sostenibilità, cpme le emissioni di gas serra, la biodiversità, il costo e la disponibilità alimentare al livello nazionale, l'accesso all'energia, lo sviluppo economico e la sicurezza energetica. Aveva suscitato indignazione internazionale il caso dei rincari di frumento e granturco che avevano minacciato le popolazioni più povere del mondo: un rincaro dovuto soprattutto alla domanda di cibi "occidentali" tra i nuovi ricchi cinesi e indiani, ma attribuito nel sentire comune soprattutto all'uso dei cereali come materia prima per produrre benzina all'alcol. «Il caso del granturco è esemplare», commenta Clini. «È un prodotto alimentare e dal punto di vista ambientale ha un impatto forte, poiché la sua coltura chiede moltissima acqua e il ricorso a fertilizzanti chimici, e l'esperienza mostra che quando è più vantaggioso usare il mais per produrre bioetanolo cresce anche il prezzo del granturco alimentare». L'alcol per motori ottenuto dal mais ha un basso rendimento energetico, attorno al 20%, mentre invece l'uso della canna da zucchero coltivata nei paesi a clima tropicale, come il Brasile, non ha influenza sul prezzo dello zucchero e l'efficienza energetica è molto alta, nell'ordine del 95%. Così l'alcol per motori ottenuto dalla canna da zucchero costa tra i 30 e i 45 dollari al barile, molto meno del prezzo attuale dell'olio. «Sarà in difficoltà anche l'uso di olio di palma nelle centrali a biomasse, molte delle quali sono presenti in Italia: è un olio che si usa anche nella preparazione di alimenti - conclude il presidente della Gbep - e spesso le coltivazioni di palma hanno soppiantato foresta pluviale, quindi molte produzioni di questo tipo saranno a rischio. Al contrario, molte aziende, anche italiane, stanno studiando l'utilizzo energetico degli scarti agricoli e della parte organica dei rifiutiSono alcuni degli esempi di come si sposteranno gli investimenti, che non sono più nicchie di mercato». Le bioenergie sono le fonti energetiche ricavate da piante o da altri materiali di origine biologica. Nel mondo sono ancora la fonte principale di energia, poiché la legna e altri combustibili naturali restano per molte popolazioni l'unico combustibile per cucinare i cibi e riscaldare le abitazioni. Le tecnologie moderne hanno sviluppato i biocarburanti, come il biodiesel (che parte dagli oli), il bioetanolo (lo stesso alcol delle bevande) e il biometano (il gas da fermentazione).

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