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"In 15 regioni auto-attestato energetico in classe «G» "

fonte Il Sole 24 Ore - Cristiano Dell'Oste, Maria Chiara Voci / Risparmio energetico

13/06/2011 - Quasi 900mila "pagelle verdi", di cui mezzo milione solo in Lombardia. Sono le certificazioni energetiche degli edifici rilasciate finora in Italia, in base alla normativa nazionale e alle discipline regionali. Un risultato che colloca il nostro Paese al primo posto in Europa per numero di attestati, pur nel contesto di una normativa molto frammentata a livello territoriale. Il dato è contenuto nel Rapporto 2011 «Attuazione della certificazione energetica degli edifici in Italia» – realizzato dal Comitato termotecnico italiano (Cti) e da Mostra Convegno Expocomfort – che sarà presentato domani e dopodomani a Milano nel Primo forum sulla certificazione energetica. Il rapporto ricostruisce il mosaico di regole sul territorio. Per iniziare, soltanto la metà delle Regioni si è dotata, ad oggi, di norme locali specifiche: l'ultima in ordine di tempo è la Valle d'Aosta, dove debutterà il 20 luglio il sistema Beauclimat, introdotto dalla delibera 1062/2011, che prevede l'obbligo di attestato anche per compravendite e locazioni. Sul resto dei territori la certificazione degli immobili è obbligatoria, ma segue le norme nazionali. Una situazione che, va detto, spesso è frutto di precise scelte da parte delle amministrazioni, che hanno deciso (come in Veneto) di non sovrapporre allo Stato "cavilli" locali. Il panorama, del resto, è già molto frammentato. Ad esempio, oggi la normativa nazionale (Dm 26 giugno 2009) consente di autocertificare che l'immobile venduto è in classe G (la peggiore), senza misurarne le prestazioni energetiche. La norma è stata duramente criticata, perché potrebbe consentire di aggirare l'obbligo della certificazione. In cinque regioni, però, questa opzione non è ammessa: Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Liguria e provincia autonoma di Trento. Altre disparità riguardano i criteri di calcolo per misurare le caratteristiche energetiche degli immobili. Ad esempio, la Lombardia e la provincia di Bolzano (dove c'è il sistema CasaClima) non utilizzano le norme tecniche del pacchetto Uni/Ts 11300. Suscita più di una perplessità, poi, il dato sui controlli. Oggi solamente quattro regioni e una provincia autonoma hanno avviato un monitoraggio sugli attestati: Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e provincia di Trento. I numeri sono ancora bassissimi: un centinaio di verifiche, secondo il rapporto. Senza contare che, nella maggior parte dei casi, si tratta di indagini svolte in via sperimentale, a cui non corrispondono ancora sanzioni, neppure nel caso di territori come Piemonte e Lombardia, dove per chi compila in modo scorretto l'Ace sono previste multe salate. Sullo sfondo resta infine il nodo della preparazione dei certificatori (oltre 30mila professionisti, se si contano solo gli accreditati agli elenchi regionali, di cui 13.400 in area lombarda) da cui dipende la credibilità delle "pagelle" e la loro capacità di orientare il mercato e l'industria delle costruzioni. Un popolo costituito da professionisti – architetti, termotecnici, ingegneri – che mal sopportano l'imposizione da parte delle Regioni di tasse per l'iscrizione locale ad elenchi (recente il caso del Piemonte, dove l'amministrazione – in seguito al ricorso dell'Ordine degli architetti di Torino – restituirà le quote versate dai promotori dell'impugnazione, abolendole per tutti gli altri professionisti già iscritti a un ordine o a un collegio). Secondo il Comitato termotecnico – pur nel groviglio normativo e con grandi differenze territoriali – il risultato premia l'Italia, che è stata la prima nazione a recepire la direttiva europea 2002/91/CE, estendendo la certificazione praticamente a tutti gli edifici, con pochi vincoli. Ma, sul lungo periodo, la sfida sarà vinta solo se il parametro della classe A diventerà sinonimo di bassi consumi energetici per gli acquirenti di case in tutta Italia.

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