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"Imparare dagli errori: incidenti e prevenzione per le cadute in piano"
fonte Puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
08/11/2011 -
Per sottolineare i rischi che vengono spesso sottovalutati nei luoghi
di lavoro, ma che rappresentano la causa di un grande numero di infortuni
professionali, torniamo a parlare di
cadute
in piano. L’abbiamo già fatto in passato, soffermandoci ad esempio sugli scivolamenti
e sulle cadute salendo o scendendo da scale
fisse.
I casi
Gli
incidenti su cui ci soffermeremo – tratti come sempre dall’archivio di
INFOR.MO., strumento
per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio – spesso non sono determinati
dalla sola caduta:
nell’ambiente di lavoro ci possono essere carenze che portano una semplice caduta
ad avere conseguenze gravi o mortali. Gli infortuni collegati a cadute
in piano raramente sono dettati dalla sola fatalità: in molti casi possono
essere evitati o si può ridurre il potenziale danno con qualche attenzione in
più e qualche misura di prevenzione idonea.
I casi
Il
primo caso è relativo al
comparto
agricolo: un pensionato è intento a tagliare arbusti lungo un fosso che
costeggia il proprio campo.
Dopo
diverse ore viene trovato esanime a terra, sul fondo del fosso.
La
dinamica dell'infortunio “è stata ricostruita prendendo in considerazione il
luogo dell'accadimento, la posizione del cadavere ed il tronco che stava
tagliando. Si ipotizza che mentre tagliava un tronco, perdeva l'equilibrio
forse inciampando sui rami a terra precipitando nel fosso per circa 1,50 m.
Nella caduta
deve aver urtato violentemente il capo su di un tronco che si trovava nel fosso”.
Il
secondo caso è relativo ad attività di
movimentazione
di pali di lamiera.
Un
lavoratore è dipendente di una ditta con mansioni di autista.
Il
giorno dell’infortunio l’autista, a bordo dell'autocarro provvisto di gru,
deve trasferire dei pali in lamiera saldata a sezione poligonale per linee
elettriche MT e BT, dalle vicinanze del cancello d'ingresso del piazzale della
ditta, in un punto dello stesso piazzale distante circa 20 metri dal precedente.
Per
eseguire l’operazione il lavoratore si avvale della collaborazione di un
secondo dipendente della ditta con mansione di Meccanico manutentore.
Dopo
aver sistemato 4 pali sul cassone del mezzo,
i due operatori si spostano nella zona di destinazione e iniziano le
operazioni di scaricamento.
Uno
degli operatori è addetto alla manovra
della gru, mentre l’altro, salito sul cassone dell'autocarro, provvede, in
una prima fase ad imbracare il palo, successivamente, ridisceso dal mezzo, coopera
nelle operazioni di scaricamento guidando e sostenendo con le mani l'estremità
del palo sospeso al braccio della gru,
sino al suo posizionamento definitivo sul terreno.
L'imbracatura
del carico viene eseguita utilizzando una sola fune di acciaio disposta con
sistema a cappio sulla parte centrale del palo. Di conseguenza quest’ultimo
operatore oltre a guidare il carico nella posizione di destinazione è costretto
a sorreggerlo da un lato per non farlo sbilanciare. Posato il primo palo, il
lavoratore risale sul cassone
e imbraca il secondo palo nella medesima maniera del precedente, ridiscende dal
mezzo per completare le operazioni di posa e nel guidare lo spostamento del
carico, sostenendo il palo dall'estremità, perde l'equilibrio e cade. Cade a
causa della pioggia che intanto aveva reso scivolosi gli altri pali adagiati a
terra e su cui egli stesso era salito con i piedi.
Non
essendo più sorretto il carico si sbilancia e l'estremità del palo lo colpisce violentemente
alla testa provocandogli l'infortunio. Soccorso immediatamente dal collega, che
vista la gravità della situazione, ha richiesto l'intervento dei colleghi
d'ufficio e del personale medico, viene trasportato all'ospedale ma muore prima
di arrivarvi.
Sono
evidenti i
fattori determinanti e
modulatori di questo incidente mortale:
-
la superficie scivolosa e l’insufficiente adesione tra scarpe e superficie dei
pali;
-
l’imbracatura non corretta dei pali in lamiera;
-
il mancato uso di un dispositivo
di protezione per la testa, il casco o elmetto
di protezione.
Il
terzo caso, molto breve, è relativo a
incidenti in
attività di falegnameria.
L’infortunato
si trovava da solo all’interno della falegnameria, accende la sega
a nastro per tagliare dei pezzi di legno.
Probabilmente
a seguito di uno scivolamento cade urtando con il cranio sulla lama della sega.
La prevenzione
Sono
molti i documenti che PuntoSicuro ha presentato in passato per la
prevenzione delle cadute in piano.
Ricordiamo
ad esempio la lista di controllo – prodotta da Suva
- “ Basta
con le cadute sui cantieri” che sottolinea come sia importante che ai
lavoratori, oltre agli altri DPI necessari, si mettano a disposizione anche
calzature adatte.
Inoltre
i lavoratori devono comprendere “l’importanza di identificare e rimuovere le trappole
che possono provocare una caduta”. Occorre dunque “informare tutti che
inciampare o scivolare sono le cause d’infortunio più frequenti. Infortuni che
non solo provocano gravi sofferenze ma anche tempi di assenza e costi molto
elevati per l’azienda”.
PuntoSicuro
ha presentato anche il progetto “ Tra
terra e cielo” proposto dal Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli
Ambienti di Lavoro (Spisal) dell’ULSS 6 di Vicenza in relazione alla campagna
europea sulla manutenzione sicura. Correlato al progetto il documento dal
titolo “ Istruzioni
per evitare le cadute in piano”.
Nel
documento si ricorda che le cadute in piano riguardano tutti i lavoratori,
“possono provocare degli infortuni a chiunque, in tutti i luoghi ed in
qualsiasi momento”. Possono avere cause molto diverse, ma “il fattore comune
per tutte le cadute è comunque la
perdita
d'equilibrio”. E gli scivolamenti “rappresentano un sotto-insieme delle
cadute: quelle per le quali la perdita d'equilibrio è provocata dallo
scivolamento dei piedi sul suolo”.
Alcuni
studi qualitativi hanno rilevato i
principali
fattori di rischio:
-
“lo stato della superficie di appoggio dei piedi (grasso o umidità al suolo non
antiscivolo);
-
i sistemi di accesso ai veicoli o alle macchine (salendo e scendendo da …);
-
le scale
fisse e portatili, gli scalini (scalino metallico bagnato …);
-
i liquidi, rottami, oggetti al suolo, neve o il ghiaccio (entrando in ditta scivolava
sul ghiaccio.);
-
l'effetto sorpresa (scendendo da …. è scivolato a causa di pozzanghera di acqua
e olio)”;
-
l'ingombro sia come causa dell’urto da cui deriva la perdita di equilibrio, sia
come aggravamento dell'incidente in caso di caduta;
-
“la mancanza di visibilità…;
-
l’attività della vittima…;
-
la fretta
legata all’urgenza…;
-
la scarsa conoscenza dell’ambiente di lavoro…;
-
il tipo di calzature e di abbigliamento
indossate”;
-
le condizioni
psico-fisiche.
Il
documento oltre a riportare diverse misure di prevenzione, contiene alcuni semplici
consigli rivolti ai lavoratori:
-
utilizzare “calzature comode, traspiranti, chiuse e con suola antiscivolo,
anche quando non sono obbligatorie calzature di sicurezza con puntale rigido e
lamina antiforo”;
-
circolare a piedi con almeno una mano libera senza caricarsi di pesi
ingombranti: “per far questo utilizziamo dei mezzi
di sollevamento e di trasporto adatti”;
-
fare attenzione ai tacchi a spillo in ufficio:
“tacchi alti e gonne strette possono causare cadute e scivoloni: meglio calzare
scarpe basse e vestiti comodi”;
-
mantenere “l’ambiente di lavoro il più possibile pulito e ordinato”.
Pagina
introduttiva del sito web di
INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato la scheda numero
485 (archivio incidenti 2005/2008) e le
schede numero
258
e
485 (archivio incidenti 2002/2004).
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