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"I rischi delle attività con impegno visivo e al videoterminale"
fonte puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
15/11/2011 - Gli
occhi sono sicuramente
tra gli organi del nostro corpo più utilizzati e sollecitati nelle attività
lavorative, specialmente da quando molte attività prevedono l’uso costante di
videoterminali e computer.
E sappiamo come non sia inusuale, per lavoratori e studenti che passano molto
tempo della propria giornata a guardare un videoterminale
(VDT), avvertire infatti sintomi di fatica muscolare, visiva o nervosa.
Possiamo
approfondire queste problematiche grazie al secondo supplemento del numero di ottobre/dicembre 2010
del Giornale Italiano di Medicina del Lavoro
ed Ergonomia, supplemento in cui sono pubblicate le comunicazioni relative
al 73° Congresso Nazionale SIMLII
“
La Medicina del Lavoro quale elemento
migliorativo per la tutela e sicurezza del Lavoratore e delle attività
dell’Impresa” (Roma, 1-4 dicembre 2010).
Ci
soffermiamo infatti su una comunicazione relativa agli effetti sulla salute
delle
attività con impegno visivo e al
videoterminale.
In
“
Il lavoro con
impegno visivo e al videoterminale: rischi, effetti sulla salute e prevenzione
alla luce di una casistica clinica” - a cura di A. Carta, B. Bellina, M.
Crippa, R. Lucchini, S. Porru, L. Alessio (Dipartimento di Medicina
Sperimentale ed applicata - Sezione di Medicina del Lavoro) e M. Oppini (Scuola
di Specializzazione in Medicina del Lavoro - Università degli Studi di Brescia)
– si sottolinea che “la valutazione dei possibili effetti sulla salute del
lavoro svolto al videoterminale ( VDT)
e delle attività con impegno visivo, riveste un ruolo importante, sia in
conseguenza dell’elevato numero di addetti che per l’elevata percezione del
rischio da parte dei lavoratori”.
Lo
studio che viene presentato descrive
in particolare una casistica di lavoratori che svolgono attività che richiedono
un particolare
impegno visivo, sia
in relazione all’uso di VDT (
impiegati
in uffici),
sia in relazione ad attività quali controllo monitor di video-sorveglianza,
guida, controllo banconote (
guardie
giurate).
La
ricerca ha coinvolto 466 lavoratori: 270 (57.9%) addetti alla vigilanza e 196
(42.1%) impiegati
d’ufficio. A queste due tipologie di lavoratori sono stati somministrati
due questionari “per la raccolta dei fattori di rischio individuali e
lavorativi quali attività svolte al VDT, anamnesi fisiologica e patologica
oftalmologica, sintomi astenopici, attività sportiva, traumi e sintomatologia
osteoarticolare”. Inoltre tutti i soggetti “sono stati sottoposti ad esame
obiettivo dell’apparato visivo”.
Per
la valutazione dell’ astenopia
(l’insieme dei disturbi visivi provocati dall’eccessivo affaticamento
dell’apparato visivo) gli autori hanno utilizzato il modello suggerito dalle
linee guida SIMLII.
Riprendiamo
alcuni dei
dati relativi allo studio
in oggetto:
-
“nella popolazione di impiegati prevalgono i soggetti di sesso maschile
(63.3%); l’età media è di 37 anni (range 21-60), il 23% utilizza il VDT anche
in ambito extra-lavorativo e il 36.7% svolge attività extralavorative con
impegno visivo per vicino (es. lettura, cucito, etc.)”;
-
“la popolazione delle guardie
giurate è prevalentemente di sesso maschile (95.2%); l’età media è di 35
anni (range 19-60). Il 19.6% dei soggetti utilizza il VDT
in ambito extralavorativo e il 13% svolge attività extralavorative che
richiedono impegno visivo per vicino”;
-
“nella popolazione degli impiegati il 13.3% (26 soggetti) risulta
classificabile come astenopico;
-
è stata trovata “un’associazione significativa tra astenopia e
genere femminile”,
età e
scolarità;
-
l’astenopia è risultata associata con lavoro al terminale superiore alle 20 ore
settimanali ed e stata evidenziata una “significatività borderline con fonti d’ inquinamento
indoor nell’ambiente lavorativo”;
-
è emersa “un’associazione significativa tra
astenopia e vizi refrattivi”, tra “presenza di vizi refrattivi e
classi di astenopia” e una “correlazione borderline tra presenza di astenopia e
uso di LAC (lenti a contatto, ndr) durante il lavoro al VDT;
-
non è emersa nessun’altra associazione positiva tra astenopia e le altre
variabili considerate”;
-
per quanto riguarda la
sintomatologia
osteoarticolare, “circa 11% degli impiegati riferisce sintomatologia
cervicale e circa il 9% lombare”;
-
“tra gli addetti alla vigilanza l’1.8% (5 soggetti) è astenopico; 29 addetti
(11%) lamentano sintomi cervicali e 45 (17%) sintomi
lombari; sono stati persi da 2 a 12 giorni lavorativi correlati alla
sintomatologia a carico del rachide”.
Nella
comunicazione si ricorda che “nell’ambito del
programma di sorveglianza sanitaria nel periodo considerato, il 49%
dei soggetti è stato sottoposto ad una seconda visita, e un numero ridotto di
soggetti è stato sottoposto a terza e quarta visita, rispettivamente 44 (10%) e
12 (3%). La frequenza relativa di astenopia
appare aumentata nel gruppo degli impiegati, anche se il numero assoluto di
astenopici è minore e non si ha peggioramento della gravità di astenopia. Nelle
guardie giurate, la frequenza dei disturbi a carico del rachide
appare aumentata, ma anche in questo caso il numero assoluto di soggetti
sintomatici è minore”.
I
risultati dello studio mostrano che
“la prevalenza di astenopia nella popolazione degli impiegati è risultata
minore rispetto ai dati della letteratura internazionale; questo risultato
potrebbe essere attribuibile sia al miglioramento tecnologico delle
apparecchiature munite di VDT,
sia alla maggiore applicazione delle indicazioni fornite dalle linee guida
sull’utilizzo dei VDT sia ad una maggiore efficacia dell’attività svolta dal medico
competente”.
Inoltre
la
minore prevalenza di astenopia
osservata nella popolazione delle guardie giurate “è in accordo con l’ipotesi
di un minor impegno visivo per vicino di
questi lavoratori”.
Riguardo
poi alle
problematiche osteo-articolari
negli impiegati, “l’anamnesi ha consentito di evidenziare prevalenze di
patologie del rachide e degli arti superiori e frequenze di sintomatologia
minori rispetto a quanto riportato nella letteratura internazionale”.
E
la maggior frequenza di distorsioni cervicali e patologie del tratto lombare
nelle guardie giurate rispetto agli impiegati, “è verosimilmente attribuibile
al maggior sovraccarico
biomeccanico del rachide (es. spostamenti con automezzi, movimentazione
manuale carichi); ciò nonostante, le ernie discali lombari, pur essendo più
frequenti che nel gruppo degli impiegati, hanno prevalenza non superiore a quella
riportata per la popolazione generale in età lavorativa” .
Inoltre
“l’aumento della frequenza relativa di astenopia negli impiegati e di
sintomatologia lombare nelle guardie giurate”, come rilevato nelle visite di
follow-up, “è riconducibile alla sorveglianza sanitaria ravvicinata effettuata
nei soggetti suscettibili”.
La
comunicazione si conclude indicando che ”nel complesso i risultati sembrano
suggerire
efficacia delle attività di
prevenzione primaria, secondaria e terziaria stimolate e condotte dai medici
competenti, testimoniata anche dalla ridotta prevalenza della
sintomatologia astenopica e osteoarticolare nella popolazione indagata, dal
limitato numero di soggetti sottoposti a follow-up ravvicinato e dall’esiguo
numero di accertamenti integrativi richiesti, con conseguente riduzione dei
costi complessivi”.
“ Il
lavoro con impegno visivo e al videoterminale: rischi, effetti sulla salute e
prevenzione alla luce di una casistica clinica”, a cura di A. Carta, B. Bellina, M. Crippa, R. Lucchini,
S. Porru, L. Alessio (Dipartimento di Medicina Sperimentale ed applicata -
Sezione di Medicina del Lavoro) e M. Oppini (Scuola di Specializzazione in
Medicina del Lavoro - Università degli Studi di Brescia), comunicazione al 73°
Congresso Nazionale SIMLII “La Medicina del Lavoro quale elemento migliorativo
per la tutela e sicurezza del Lavoratore e delle attività dell’Impresa”,
pubblicata in Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, Volume
XXXII n°4/suppl.2, ottobre/dicembre 2010 (formato PDF, 66 kB).
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