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"Detrazioni 55%, il Ministro Clini conferma gli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici"
fonte lavoripubblici.it / Normativa
25/11/2011 - Le detrazioni fiscali
del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici saranno
prorogate e rese strutturali. Lo ha affermato il nuovo Ministro
dell'Ambiente
Corrado Clini che ha voluto rassicurare il settore impegnandosi personalmente a portare avanti la questione.
"Prendo
un impegno preciso sul 55%. La decisione della detrazione fiscale del
55% per la riqualificazione fiscale è strutturale non congiunturale" ha affermato il Ministro Clini, confermando anche il suo personale impegno a
" prorogare i certificati bianchi, anch'essi in scadenza a fine dicembre".
La detrazione dalle imposte sui redditi (Irpef o Ires) pari al 55% delle spese sostenute prevedeva una ripartizione delle spese in dieci rate annuali di pari importo per gli interventi eseguiti nel 2011 (nel 2009 e 2010 la detrazione andava ripartita in 5 rate annuali di pari importo). Le spese che era possibile portare in detrazione riguardavano (parliamo già al passato):
I limiti d'importo sui quali calcolare la detrazione variano in funzione del tipo di intervento.
Dovrebbe, così, chiudersi un tira e molla che va avanti da quando nel 2007 l'allora Governo Prodi introdusse l'incentivo prorogato prima fino al 2010 e poi, dall'ultimo Governo Berlusconi, fino al 31 dicembre 2011. Ricordiamo che l'incentivo, nonostante l'ottimo utilizzo che ha portato diversi benefici, tra i quali la riduzione delle emissioni e l'emersione del lavoro in nero), ha da sempre avuto vita difficile, sempre prossima all'eliminazione. Già dal 2010 si parlava della sua proroga oltre il 2011 che doveva essere inserita in un emendamento al decreto Sviluppo. Ma a causa delle diverse problematiche cui è andato incontro il vecchio Governo, con la sua spaccatura all'interno della maggioranza, nulla è stato fatto per la proroga dell'incentivo e a nulla sono servite le pressioni di Uncsaal (Unione Nazionale Costruttori Serramenti Alluminio Acciaio e Leghe) e di FederlegnoArredo al Governo e al Parlamento.
Controcorrente è, invece, il pensiero dell'Associazione Nazionale Imprese Edili e Manufatturiere (ANIEM) che in un comunicato ha parlato di interventi di riqualificazione energetica che rigenerano solo l'illusione di un sostegno all'edilizia. Secondo il Vicepresidente di ANIEM Lapo Borghi "se il futuro sta nella rigenerazione degli asfittici sistemi urbani, riducendo il consumo del territorio e spingendo la riqualificazione attraverso la demolizione e ricostruzione, che senso ha incentivare l'investimento in risparmio energetico in edifici che diversamente dovrebbero essere demoliti e che non garantiscono sicurezza dal punto di vista strutturale o impiantistico?"
La proposta di ANIEM è, dunque, quella di rendere selettivi gli incentivi, riservandoli agli edifici di pregio, nei centri storici, o a quelli semi recenti (20-30 anni). Dall'applicazione degli incentivi verrebbero esclusi gli edifici post bellici, ovvero quello senza alcun pregio estetico con l'obiettivo ben più innovativo di favorire interventi di riqualificazione urbana come vero volano dell'edilizia del futuro.
Intanto, come correttamente evidenziato dall'UNCSAAL, nell'ipotesi più negativa (detrazioni non confermate) o considerando una dilazione dei tempi di conferma del provvedimento (detrazioni inserite magari a metà del 2012, come già capitato in passato), i privati potranno portare in detrazione solo i pagamenti effettuati con bonifico entro il 31.12.2011 in relazione a lavori la cui fine lavori è dichiarata entro la medesima data. Le imprese titolari di partita IVA potranno portare in detrazione solo gli importi relativi a fatture datate entro e non oltre il 31.12.2011 in relazione a lavori la cui fine lavori è dichiarata entro la medesima data.
Ricordiamo, infine, che anche il Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C. si è recentemente rivolto al nuovo Governo Monti perorando la causa delle detrazioni del 55%. "Il rifinanziamento del bonus del 55% per le ristrutturazioni edilizie eco compatibili che, senza alcun intervento, terminerà a fine dicembre, sia uno dei primi atti del Governo che verrà. Il credito d'imposta per la riqualificazione energetica degli edifici è stata una misura importante sia sotto il profilo ambientale che economico, e lo sarà ancora di più in futuro poiché il nostro Paese è ogni giorno alle prese con le drammatiche conseguenze del grave degrado del patrimonio edilizio e - come dimostrano le tragedie avvenute nelle scorse settimane - con l'assenza di un coerente progetto di manutenzione territoriale".
Come spiegato dal CNAPPC, l'incentivo porta diversi benefici:
"L'utilizzo del bonus ha contribuito a sostenere il settore dell'edilizia che - come è noto - è quello che risente maggiormente della crisi e che si trova in condizioni di grandissima difficoltà con un consistente calo dei volumi di attività, dei fatturati e - soprattutto - delle future prospettive lavorative".
"Contestualmente - ha continuato il CNAPPC - il bonus del 55% ha inciso profondamente sul contenimento dei consumi energetici e, permettendo a soggetti privati di detrarre parzialmente i costi degli interventi, ha contribuito in modo rilevante all'emersione di molte attività altrimenti destinate ad alimentare il sommerso costituendo, di fatto, un efficace strumento di contrasto dell'evasione fiscale".
"La politica - conclude il CNAPPC - dia la prova di voler investire concretamente per il futuro del Paese e di voler far fronte alla tutela del territorio e del patrimonio edilizio introducendo o mantenendo - come nel caso dell'eco bonus - misure concrete per lo sviluppo qualitativo dell'intero comparto edilizio".
La detrazione dalle imposte sui redditi (Irpef o Ires) pari al 55% delle spese sostenute prevedeva una ripartizione delle spese in dieci rate annuali di pari importo per gli interventi eseguiti nel 2011 (nel 2009 e 2010 la detrazione andava ripartita in 5 rate annuali di pari importo). Le spese che era possibile portare in detrazione riguardavano (parliamo già al passato):
- la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento;
- il miglioramento termico dell'edificio (finestre, comprensive di infissi, coibentazioni, pavimenti);
- l'installazione di pannelli solari;
- la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.
I limiti d'importo sui quali calcolare la detrazione variano in funzione del tipo di intervento.
Dovrebbe, così, chiudersi un tira e molla che va avanti da quando nel 2007 l'allora Governo Prodi introdusse l'incentivo prorogato prima fino al 2010 e poi, dall'ultimo Governo Berlusconi, fino al 31 dicembre 2011. Ricordiamo che l'incentivo, nonostante l'ottimo utilizzo che ha portato diversi benefici, tra i quali la riduzione delle emissioni e l'emersione del lavoro in nero), ha da sempre avuto vita difficile, sempre prossima all'eliminazione. Già dal 2010 si parlava della sua proroga oltre il 2011 che doveva essere inserita in un emendamento al decreto Sviluppo. Ma a causa delle diverse problematiche cui è andato incontro il vecchio Governo, con la sua spaccatura all'interno della maggioranza, nulla è stato fatto per la proroga dell'incentivo e a nulla sono servite le pressioni di Uncsaal (Unione Nazionale Costruttori Serramenti Alluminio Acciaio e Leghe) e di FederlegnoArredo al Governo e al Parlamento.
Controcorrente è, invece, il pensiero dell'Associazione Nazionale Imprese Edili e Manufatturiere (ANIEM) che in un comunicato ha parlato di interventi di riqualificazione energetica che rigenerano solo l'illusione di un sostegno all'edilizia. Secondo il Vicepresidente di ANIEM Lapo Borghi "se il futuro sta nella rigenerazione degli asfittici sistemi urbani, riducendo il consumo del territorio e spingendo la riqualificazione attraverso la demolizione e ricostruzione, che senso ha incentivare l'investimento in risparmio energetico in edifici che diversamente dovrebbero essere demoliti e che non garantiscono sicurezza dal punto di vista strutturale o impiantistico?"
La proposta di ANIEM è, dunque, quella di rendere selettivi gli incentivi, riservandoli agli edifici di pregio, nei centri storici, o a quelli semi recenti (20-30 anni). Dall'applicazione degli incentivi verrebbero esclusi gli edifici post bellici, ovvero quello senza alcun pregio estetico con l'obiettivo ben più innovativo di favorire interventi di riqualificazione urbana come vero volano dell'edilizia del futuro.
Intanto, come correttamente evidenziato dall'UNCSAAL, nell'ipotesi più negativa (detrazioni non confermate) o considerando una dilazione dei tempi di conferma del provvedimento (detrazioni inserite magari a metà del 2012, come già capitato in passato), i privati potranno portare in detrazione solo i pagamenti effettuati con bonifico entro il 31.12.2011 in relazione a lavori la cui fine lavori è dichiarata entro la medesima data. Le imprese titolari di partita IVA potranno portare in detrazione solo gli importi relativi a fatture datate entro e non oltre il 31.12.2011 in relazione a lavori la cui fine lavori è dichiarata entro la medesima data.
Ricordiamo, infine, che anche il Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C. si è recentemente rivolto al nuovo Governo Monti perorando la causa delle detrazioni del 55%. "Il rifinanziamento del bonus del 55% per le ristrutturazioni edilizie eco compatibili che, senza alcun intervento, terminerà a fine dicembre, sia uno dei primi atti del Governo che verrà. Il credito d'imposta per la riqualificazione energetica degli edifici è stata una misura importante sia sotto il profilo ambientale che economico, e lo sarà ancora di più in futuro poiché il nostro Paese è ogni giorno alle prese con le drammatiche conseguenze del grave degrado del patrimonio edilizio e - come dimostrano le tragedie avvenute nelle scorse settimane - con l'assenza di un coerente progetto di manutenzione territoriale".
Come spiegato dal CNAPPC, l'incentivo porta diversi benefici:
"L'utilizzo del bonus ha contribuito a sostenere il settore dell'edilizia che - come è noto - è quello che risente maggiormente della crisi e che si trova in condizioni di grandissima difficoltà con un consistente calo dei volumi di attività, dei fatturati e - soprattutto - delle future prospettive lavorative".
"Contestualmente - ha continuato il CNAPPC - il bonus del 55% ha inciso profondamente sul contenimento dei consumi energetici e, permettendo a soggetti privati di detrarre parzialmente i costi degli interventi, ha contribuito in modo rilevante all'emersione di molte attività altrimenti destinate ad alimentare il sommerso costituendo, di fatto, un efficace strumento di contrasto dell'evasione fiscale".
"La politica - conclude il CNAPPC - dia la prova di voler investire concretamente per il futuro del Paese e di voler far fronte alla tutela del territorio e del patrimonio edilizio introducendo o mantenendo - come nel caso dell'eco bonus - misure concrete per lo sviluppo qualitativo dell'intero comparto edilizio".
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