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"Imparare dagli errori: malattie del rachide e personale sanitario"
fonte puntosicuro.it / Salute
09/02/2012 - È ormai dal 2008 che la rubrica “
Imparare
dagli errori” presenta casi di infortuni professionali con la convinzione
che se attraverso gli insegnamenti teorici i progressi che si possono ottenere
sono lenti, quelli ottenuti con degli esempi sono più immediati ed efficaci.
L’unico limite della rubrica, che negli anni si è arricchita anche di
informazioni sulle normative vigenti e sulla prevenzione, è stato quello di
restringere il suo campo per lo più agli incidenti, alla sicurezza.
Infatti
parlare si salute, di
malattie
professionali è più complicato se si vuole farlo partendo da esempi
pratici: i documenti disponibili sono ricchi di segnalazioni di patologie
correlate alle attività lavorative, sono ricche di dati e confronti, ma poveri
di racconti.
Tuttavia,
come ricordato sul sito Inail/ex Ispesl, le malattie
professionali
rivestono nell'ambito della salute nei luoghi di lavoro un interesse sempre più
crescente. Anche a causa del continuo cambiamento dei rischi e dell'esposizione
correlata all’evoluzione del mercato e dell’organizzazione del lavoro.
In
questi anni sono comparse nuove patologie correlate al lavoro, si sono
modificate quelle esistenti e i dati dimostrano che c’è ancora molto da fare
per ridurre il numero e gravità di tali fenomeni.
Per
questo motivo “Imparare dagli errori” prova a confrontarsi anche con queste
realtà raccogliendo dati significativi o, quando sarà possibile, delle “storie
lavorative”, e proponendo poi elementi di prevenzione e riferimenti normativi
appropriati.
In
particolare utilizziamo i dati tratti dall’ applicativo MAL.PROF.web relativo alle
esposizioni delle Malattie Professionali nel decennio 2000-2009 per la Toscana
e la Lombardia.
Ricordiamo
che il progetto MAL.PROF. mira a costruire
un sistema di sorveglianza delle
malattie
professionali
che evidenzi tempestivamente i rischi lavorativi al fine di attivare efficaci
interventi di prevenzione nei luoghi di lavoro. Tale sistema di sorveglianza si
basa sulla registrazione delle segnalazioni di patologie correlate al lavoro da
parte dei Servizi di prevenzione delle ASL e consente di analizzare, secondo un
modello strutturato, la possibile esistenza di nessi causali tra l’attività
lavorativa e la patologia riscontrata nel lavoratore.
I dati
I dati
Nel
cercare dati significativi ci facciamo guidare oggi dalla relazione del Dr. Giuseppe Campo (Inail
- DPO ex Ispesl) ad un convegno del 2010 dal titolo “ Il Sistema di Sorveglianza Nazionale
MALPROF”.
Nella
relazione, relativa ai
risultati e sviluppi del sistema di sorveglianza, il relatore ha
sottolineato come sia possibile, tramite il modello MALPROF, analizzare
l’esistenza di nessi causali tra le storie lavorative e le patologie
riscontrate.
Ad
esempio vengono proposti alcuni dati relativi ai nessi positivi (con nesso di
causa altamente probabile o probabile) per alcune malattie dal 2007 al 2009.
Dati MALPROF con riferimento a diverse regioni (Valle D’Aosta, Lombardia,
Toscana, Puglia: copertura completa; Liguria, Marche, Lazio, Umbria, Sicilia:
copertura parziale).
Questi
dati mostrano la presenza di un 34% circa di disturbi muscolo
scheletrici:
-
malattie del rachide (13,07 %);
-
malattie muscoloscheletriche (no rachide e STC) (12,10 %);
-
sindrome tunnel carpale (8,34%).
Facendo
poi un’
analisi settoriale delle
segnalazioni di malattia con nesso di causa positivo, ad esempio nel
settore sanità e altri Servizi sociali
in Lombardia e Toscana (2006-2007), si evidenzia un gran numero di disturbi ai
dischi intervertebrali (il 45% delle malattie totali).
Soffermiamoci
ora su tre particolari professioni a rischio, come riportato dal sistema
MALPROF:
infermieri
professionali; portantino, barelliere, inserviente; addetti all'assistenza
personale in istituzioni.
Se
consultiamo i nessi causali positivi nelle singole attività (triennio
2005/2007) si scopre che tra gli infermieri professionali le malattie della
pelle (35%) sono più diffuse delle malattie del rachide (28,3%). Mentre i
disturbi al rachide sono le malattie
maggiormente presenti tra ‘portantini,barellieri, inservienti’ (il 72% del
totale di malattie con nesso causale positivo) e tra gli ‘addetti
all’assistenza personale’ (71,8%).
La prevenzione
Per
trovare elementi di prevenzione delle malattie professionali evidenziate
possiamo riprendere una comunicazione presentata al 73° Congresso Nazionale
SIMLII dal titolo “ Valutazione del
rischio da movimentazione manuale dei carichi del personale sanitario addetto
d’emergenza”
(a cura di A. Silvetti, F. Forzano, R. Russo, A. Ranavolo, C. Conte, A. De
Santis, S. Fantini, E. Ranaldi, M. Moppi, F. Draicchio).
Tra
le
mansioni considerate (estrazione
di un paziente da una macchina, sollevamento della barella con il paziente,
trasporto del paziente lungo le scale e trasporto del paziente sulla sedia) quella
più gravosa dal punto di vista del sovraccarico biomeccanico risulta l’estrazione del paziente dalla macchina:
questa manovra risulta “particolarmente a rischio per il sistema
muscolo-scheletrico, oltre che per l’elevato peso sollevato, anche per le condizioni
posturali estreme” in cui viene spesso effettuata.
Ricordando
che l’articolo 169 del Decreto legislativo 81/2008 introduce l’obbligo per il
datore di lavoro di “fornire, oltre alla formazione e all’informazione,
l’addestramento adeguato in particolare alle corrette manovre e procedure da
adottare nella movimentazione manuale dei carichi”, ci soffermiamo poi su un
intervento dal titolo “ Rischi da
movimentazione manuale di pazienti”.
Nell’intervento,
pubblicato sul Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia e a cura di Giovanna Spatari, Angela Carta,
Nicola L’abbate, Antonio Lorusso e Francesco Draicchio – viene proposta una
molteplicità di interventi preventivi
nei confronti dei rischi da MMP (movimentazione manuale dei pazienti):
- “
interventi
multifattoriali: diversi approcci metodologici in associazione (formazione
e addestramento, esercizi, fornitura di ausili, gestione dello stress e
strategie di coping, riorganizzazione del lavoro, etc.);
-
interventi basati sull’ausiliazione:
fornitura ausili manuali o meccanici (sollevatori, ausili minori, carrozzine e
letti regolabili e costituzione del lifting team);
-
interventi preventivi di tipo formativo
e addestrativo: interventi formativi e addestramento alle tecniche di
movimentazione appropriate incluso il reclutamento delle risorse del paziente;
-
interventi basati su programmi di
esercizio: stretching e potenziamento della muscolatura paravertebrale e
addominale”.
Per
finire riproponiamo i
comportamenti più
efficaci per l’operatore secondo la guida dell’ASL di Brescia dal titolo “ Procedure per
contenere il rischio legato alla movimentazione manuale dei pazienti e
all’assunzione di posture incongrue”:
-
evitare di flettere la schiena, utilizzando la flessione delle ginocchia;
-
ampliare la base di appoggio, e quindi le condizioni di equilibrio, allargando
e flettendo le gambe , in senso trasversale o longitudinale a seconda della
direzione dello spostamento. Nel caso di trasferimenti o spostamenti al letto
del paziente, appoggiare un ginocchio sul letto;
-
avvicinarsi il più possibile al paziente da spostare;
-
garantire una buona presa del paziente prima di iniziare qualsiasi operazione
di movimentazione;
-
durante la mobilizzazione impartire le indicazioni con parole, frasi e gesti
semplici”.
“ Risultati e
sviluppi del sistema di sorveglianza MALPROF” relazione del Dr. Giuseppe Campo
(Inail - DPO ex Ispesl) al convegno dal titolo “Il Sistema di Sorveglianza
Nazionale MALPROF” (formato PDF, 1020 kB).
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