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"Il giudizio di idoneità nella movimentazione manuale di carichi"
fonte puntosicuro.it / Sorveglianza Sanitaria
23/02/2012 - PuntoSicuro in precedenti articoli ha affrontato il ruolo del medico
competente in relazione alla tutela della sicurezza e salute, delineata dal Decreto legislativo 81/2008, con
riferimento specifico al
giudizio di
idoneità lavorativa.
“ Limiti
del test ergometrico nella formulazione del giudizio di idoneità di lavoratrici
sottoposte a movimentazione manuale di carichi”, a cura di M. Lamberti, R.
Buonanno, D. Feola, N. Sannolo (Dipartimento di Medicina Sperimentale, Sezione
di Medicina del Lavoro, Igiene e Tossicologia Industriale, seconda Università
degli studi di Napoli), D. Spacone, G. Ratti (UO di Cardiologia, Ospedale “San
Giovanni Bosco”, ASL NA1), De R. Rosa (UO di Radiologia, Ospedale “San Gennaro
“, ASL NA1), C. Tedeschi e C. Capogrosso (UO di Cardiologia, Ospedale “San
Gennaro “, ASL NA1), comunicazione al 73° Congresso Nazionale SIMLII “La Medicina
del Lavoro quale elemento migliorativo per la tutela e sicurezza del Lavoratore
e delle attività dell’Impresa”, pubblicata in Giornale Italiano di Medicina del
Lavoro ed Ergonomia, Volume XXXII n°4/suppl.2, ottobre/dicembre 2010
Giudizio di
idoneità che è finalizzato a verificare il possesso da parte del lavoratore
delle caratteristiche fisiche a svolgere la mansione e a verificare anche che tale
mansione non possa determinare un danno alla salute del lavoratore.
Tale
giudizio potrà essere un giudizio di idoneità assoluta, di idoneità parziale,
temporanea o permanente, con prescrizioni o limitazioni, di inidoneità
temporanea o permanente.
Torniamo
a parlare di idoneità lavorativa alla mansione attraverso le comunicazioni
presentate al 73° Congresso Nazionale SIMLII “La Medicina del Lavoro
quale elemento migliorativo per la tutela e sicurezza del Lavoratore e delle
attività dell’Impresa”.
In
tali comunicazioni - pubblicate sul secondo supplemento
del numero di ottobre/dicembre
2010 del Giornale Italiano di Medicina
del Lavoro ed Ergonomia – ci si sofferma sui
limiti di alcuni test utilizzati per formulare giudizi di idoneità
lavorativa.
In
“
Limiti del test ergometrico nella
formulazione del giudizio di idoneità di lavoratrici sottoposte a
movimentazione manuale di carichi” – a cura di M. Lamberti, R.
Buonanno, D. Feola, N. Sannolo (Dipartimento di Medicina Sperimentale, Sezione
di Medicina del Lavoro, Igiene e Tossicologia Industriale, seconda Università degli
studi di Napoli), D. Spacone, G. Ratti (UO di Cardiologia, Ospedale “San
Giovanni Bosco”, ASL NA1), De R. Rosa (UO di Radiologia, Ospedale “San Gennaro
“, ASL NA1), C. Tedeschi e C. Capogrosso (UO di Cardiologia, Ospedale “San
Gennaro “, ASL NA1) – si sottolinea che sono sempre più numerose le donne che
nel mondo del lavoro sono addette alla
movimentazione
manuale dei carichi (MMC).
Ad
esempio nel settore sanitario “dove le infermiere e tutto il personale
paramedico si occupa di movimentazione
manuale dei pazienti e dei relativi presidi (lettini, barelle,etc.)”.
Una
mansione lavorativa che, come abbiamo visto anche in un recente “ Imparare
dagli errori”, è correlata a diverse patologie professionali.
Scopo
del lavoro presentato nella comunicazione è quello di dimostrare l’importanza
dell’utilizzo di nuove tecniche di analisi, in particolare di
tecniche di imaging “per l’esatta
formulazione del giudizio di idoneità di donne sottoposte a MMC con dolore
toracico atipico”.
Normalmente
infatti il medico competente si basa “esclusivamente sui dati forniti da
indagini strumentali come l’ECG, l’ecocardiogramma e il test ergometrico (TE)
(come da protocollo sanitario Simlii) che sono, spesso, risultate non dirimenti
specialmente nella identificazione della malattia aterosclerotica nelle
lavoratrici sottoposte a MMC”.
Invece
la
TC multistrato (TCMS, tomografia
computerizzata multistrato), “per l’elevato valore predittivo negativo,
permette di colmare i limiti del TE e favorisce la caratterizzazione delle
placche potenzialmente vulnerabili, per le quali è indicato un trattamento
farmacologico aggressivo”.
Per
dimostrare tutto ciò
39 lavoratrici
addette a MMC - suddivise in
tre gruppi,
in rapporto alla probabilità post test di malattia coronarica (secondo il
metodo Morise e Jalisi) - sono state sottoposte a TE e a TCMS.
Rimandandovi
ad una lettura diretta della comunicazione per i dettagli relativi agli esami,
questi alcuni
risultati delle analisi
per paziente:
-
Gruppo
A con probabilità post-test ergometrico alta (8 lavoratrici): “in una
lavoratrice (12% del totale) non sono state identificate placche, in sette
(87%) placche non significative e solo in due (25%) sono state individuate
delle placche significative”;
-
Gruppo B con probabilità post-test
intermedia (21 lavoratrici): “in due (10%) non sono state identificate
placche, in 16 (76%) placche non significative e significative solo in una
lavoratrice (5%)”;
-
Gruppo C con probabilità post-test bassa (10
lavoratrici): “in tre (30%) lavoratrici non sono state identificate placche,
non significative in cinque (50%) e significative in una (10%)”.
Le
lavoratrici con placche significative “sono state sottoposte successivamente a
coronarografia”.
Gli
autori della comunicazione sottolineano che i
test di screening “comunemente utilizzati per confermare o
escludere una patologia coronarica (elettrocardiogramma, ecocardiogramma, test
ergometrico) sono meno attendibili nella donna rispetto all’uomo come
evidenziato dalla letteratura internazionale”.
In
particolare le lavoratrici addette alla movimentazione
manuale dei carichi (MMC) “sono sottoposte a sollecitazioni del sistema
cardiocircolatorio e la valutazione del Medico
Competente, con il solo esame elettrocardiografico, spesso richiede un
ulteriore approfondimento diagnostico”.
E
gli studi pubblicati confermano che “
la
TC rappresenta la tecnica non invasiva dotata di maggior potere predittivo
negativo, pari a circa 97-99% e di un discreto potere predittivo positivo”.
Insomma
la TC coronarica “è una metodica estremamente affidabile per escludere la
presenza di malattia coronarica identificando con ottima accuratezza i pazienti
con albero coronarico indenne”. Tecnica che risulta essere la “metodica di
scelta in pazienti, a bassa o intermedia probabilità di cardiopatia ischemica,
con dolore toracico atipico”.
Gli
autori concludono dunque che “un
protocollo
sanitario basato sull’utilizzo di nuove tecniche di imaging, favorendo
l’identificazione di stenosi coronariche, anche non significative, è un ausilio
necessario per il Medico Competente nelle lavoratrici sottoposte a MMC, con
rischio cardiovascolare intermedio e presenza di sintomatologia atipica laddove
le indagini strumentali preliminari, come l’elettrocardiogramma ed il test
ergometrico, non hanno fornito dati attendibili ai fini dell’esatta
formulazione del giudizio
di idoneità alla mansione specifica”.
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