"Ora tornano i sacchetti di plastica. Deroga al biodegradabile e rifiuti campani anche fuori regione"
fonte Italia Oggi / Ambiente
Torna la plastica per i sacchetti, che servono a trasportare merci, ma solo per le buste senza orecchie. Arrivano nuove norme in tema di rifiuti da attività agricole. Si richiamano le decisioni comunitarie per la regolamentazione dei rifiuti pericolosi. Si dispone una nuova disciplina per la raccolta degli abiti usati.
Ieri, alla camera, il governo ha posto la fiducia sul ddl di conversione del decreto legge n. 2/2012, contenente misure straordinarie e urgenti in materia ambientale. Il voto è previsto per oggi. Il provvedimento, i cui tempi di conversione scadono il 25 marzo prossimo, dovrà anche passare dal senato, per il via libera definitivo. E da decreto emergenziale, il testo ha assunto sempre più la caratteristica di riforma «pocket» della normativa sui rifiuti.
È stato confermato il principio che gli enti locali della Campania potranno avviare fuori regione i rifiuti trattati meccanicamente secondo il «principio di leale collaborazione». Mentre, sono state introdotte diverse disposizioni per semplificare la gestione di attività agricole e di materiali agricoli e forestali, che verranno considerati sottoprodotti in alcuni casi. A determinate condizioni il compostaggio dei rifiuti urbani organici biodegradabili non sarà assoggettato ad autorizzazione. E torna, come detto, la plastica nei sacchetti per l'asporto merci. I sacchetti senza orecchie (farmacie e profumerie) saranno definiti riutilizzabili anche quando gli spessori saranno di 100 per uso alimentare e 60 micron per gli altri usi (in deroga alla regola generale dei 200 micron). Questa norma è stata criticata dai produttori di carta rappresentati da Assografici e Assocarta, che ne hanno ravvisato il contrasto con l'obiettivo di ridurre l'impatto ambientale degli imballaggi usa e getta. Ma il dl va anche oltre. I rifiuti pericolosi saranno classificati tali solo se raggiungeranno determinate concentrazioni e, nelle more delle decisioni comunitarie, sarà il ministero dell'ambiente a disciplinare la materia con decreto. Altre norme andranno a semplificare le attività dei comuni. Che potranno individuare nuovi spazi ad hoc per lo stoccaggio temporaneo di beni usati e funzionanti destinati al riutilizzo. Viene, quindi, dato maggior spazio alle associazioni di volontario, che potranno stipulare convenzioni con i comuni per la raccolta di indumenti e beni da destinare al riutilizzo.
Il decreto legge affronta, poi, questioni spinose come quello delle misure di compensazione previste per la realizzazioni di impianti di trattamento di rifiuti: esse non saranno meramente monetarie e, in caso di inosservanza da parte dell'onerato, dovranno essere restituite. Restano confermate le norme inserite nel decreto originario, riguardanti la necessità di favorire la ripresa delle infrastrutture nel paese. All'art. 3 i materiali da riporto vengono considerati matrici ambientali e potranno rientrare, quindi, nella disciplina del sottoprodotto. Disposizione analoga all'art. 4 anche per le terre e rocce che possono reimpiegate. In questa disciplina vi rientrano ora anche quelle terre e rocce da scavo che superino alcuni limite di concentrazione, purché provengano da aree interessate da fenomeni naturali.
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