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"Un vademecum per migliorare la sicurezza nelle attività calzaturiere"
fonte puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
20/03/2012 - La Direzione Regionale Sanità della Regione Lombardia ha
approvato il 7 marzo 2012 con
Decreto n.
1864 un nuovo documento dedicato al miglioramento della sicurezza in una
specifica attività di lavoro. Dopo aver prodotto linee
di indirizzo sulla sicurezza nelle attività di galvanica, nelle opere
di asfaltatura, nello stampaggio
della gomma e in molte altre attività lavorative, la Regione Lombardia si è
occupata in questo caso della
prevenzione
dei rischi nelle attività calzaturiere.
Nel
“
Vademecum per il miglioramento della
sicurezza e della salute dei lavoratori nelle attività calzaturiere” - elaborato
da un gruppo di lavoro regionale in relazione al Laboratorio "Tumori
Professionali" e al Piano regionale 2008-2010 per la promozione della sicurezza
e salute negli ambienti di lavoro – si presentano in forma aggiornata i
risultati conseguiti nell’intervento nelle aziende del settore calzaturiero,
curato dal Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPSAL) della ASL di Pavia, dalla Clinica
del Lavoro «Luigi Devoto» di Milano e dalla Unità Organizzativa Ospedaliera di
Medicina del Lavoro (UOOML) - Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia.
Sulla
base delle linee operative definite dal Laboratorio regionale, “oltre ai rischi
da agenti cancerogeni, è stato valutato il complesso dei rischi per la
sicurezza e la salute presenti nel comparto, pervenendo così all’elaborazione
d’indicazioni concrete per l’impostazione d’interventi appropriati ed efficaci
con riferimento a tutti i rischi”.
In
particolare delle 156 attività calzaturiere oggetto dell’indagine, “in 108
imprese è stata rilevata l’esposizione dei lavoratori a rischio da agenti
chimici, a seguito di utilizzo, nel ciclo produttivo, di adesivi, solventi,
additivi, prodotti di finitura”.
Dopo
aver raccontato nel dettaglio il processo produttivo, i materiali impiegati nel
corso della lavorazione calzaturiera, con riferimento anche al regolamento
REACH e al regolamento CLP, sono riportati i rilievi con riferimento ai rischi
per la salute da agenti chimici, ai rischi dovuti all’ esposizione a
polveri di cuoio e solventi organici e ai rischi per la sicurezza.
Rimandando
il lettore alla lettura diretta del vademecum, passiamo direttamente alla
raccolta delle
indicazioni operative
per il miglioramento delle condizioni di lavoro nel comparto e
all’individuazione dei fattori di rischio.
Per
quanto riguarda gli
agenti chimici “le
fasi di lavorazione nelle quali vengono impiegati adesivi, diluenti ed
attivatori risultano di norma essere il reparto giunteria/orlatura (per
operazioni di assemblaggio fodera, spalmatura mastice per assemblaggio tomaia,
ripiegatura/bordatura, applicazione nastrino e incollaggio fodera su tomaia),
il reparto montaggio (per operazioni di applicazione sottopiede alla forma,
applicazione puntale tra tomaia e fodera, applicazione contrafforte tra tomaia
e fodera ed essicazione e riattivazione collanti), il reparto fondo (per
operazioni di assemblaggio di tomaia con suola e applicazione tacco) ed infine
il reparto finissaggio e guarnitura (per operazioni di coloritura bordi, suole
e tacchi, pulitura e lavatura della scarpa, apprettatura e lucidatura scarpa)”.
Inoltre
l’
esposizione a polveri di cuoio, “che
come da letteratura medico scientifica è da correlarsi causalmente al tumore
professionale del naso, si deve ricercare principalmente nel reparto fondo (per
operazioni di fresatura e di smerigliatura) e nel reparto finissaggio e
guarnitura (per operazioni di pomiciatura e levigatura suola)”.
E
“tra gli
agenti cancerogeni
utilizzati nel ciclo produttivo soprattutto in passato, merita attenzione il
tricloroetilene (agente chimico R 45 presente nel preparato dal nome
commerciale trielina), che veniva utilizzato per lo più per operazioni di
smacchiatura; ad oggi, fortunatamente, risulta difficile reperire agenti
cancerogeni e mutageni nel comparto calzaturiero, poiché, grazie anche alla
presa di coscienza da parte dei datori di lavoro dell’importanza della
normativa sulle sostanze e sui preparati pericolosi, si è proceduto alla loro
sostituzione con altre sostanze o preparati non classificati R 45, R 49 e/o R
46”.
Proseguendo
nell’impegno a sostituire le sostanze più pericolose con quelle meno pericolose,
gli autori del vademecum ritengono prioritario “che le aziende monitorino
attraverso le SDS ( schede
dati di sicurezza, ndr) le sostanze o miscele che contengono:
-
“sostanze cancerogene o sospette tali;
-
sostanze mutagene o sospette tali;
-
sostanze tossiche per la salute riproduttiva;
-
sostanze sensibilizzanti;
-
sostanze bioaccumulanti e persistenti;
-
sostanze che possono danneggiare l’ambiente;
-
solventi neurotossici”.
Sulla
base di questa ricognizione le aziende devono indirizzarsi sempre più verso
prodotti che non li contengono “(ad es. la sostituzione della trielina con
altri solventi clorurati non è un punto di miglioramento così significativo in
quanto questi ultimi sono comunque classificati come sospetti cancerogeni) e
ove la sostituzione risulti impossibile riducano al livello più basso possibile
l’esposizione verificando periodicamente l’efficacia delle misure tecniche
adottate”.
Tra
le misure di prevenzione collettiva nel contesto lavorativo in questione, “notevole
importanza vengono ad assumere i
sistemi
di aspirazione per gli agenti chimici e per le polveri.
Il
concetto di base da tenere presente, sia nella progettazione che nel
mantenimento in buona efficienza degli impianti di aspirazione meccanica localizzata,
è quello della
velocità di cattura”,
la velocità dell’aria, “misurata in un qualsiasi punto di fronte alla cappa o
alla bocca di aspirazione, necessaria a contrastare le correnti d’aria presenti
in ambiente indoor ed a captare gli inquinanti forzandoli ad entrare nella
cappa stessa”. In particolare per ogni data situazione, la velocità di cattura
necessaria “è data dalla modalità di generazione dell’inquinante da rimuoversi
e generalmente tali indicazioni si possono tranquillamente reperire dal
progettista dell’impianto o dal costruttore della macchina (qualora il sistema
di aspirazione sia incorporato alla stessa)”.
Per
quanto riguarda gli
agenti fisici, “il
reparto con livelli di esposizione a rumore meritevoli di misura è quello del
fondo, dove sono presenti alcune delle macchine a più alta rumorosità (frese,
cucitrici Blake, montafianchi). Nel reparto montaggio i lavoratori possono
essere esposti a livelli di rumore da non sottovalutare, spesso in conseguenza
del rumore prodotto da macchine tipiche delle operazioni di fondo collocate in
aree limitrofe”.
In
merito alle vibrazioni meccaniche
del sistema mano braccio, “non sono da trascurare le esposizioni dei
lavoratori addetti alla ribattitrice ed alla cucitrice, soprattutto se
utilizzate per buona parte del turno lavorativo. Da ultimo, ma non per
importanza, è necessario accennare ai possibili rischi derivanti dall’esposizione
dei lavoratori del comparto calzaturiero ad altri fattori di rischio quali la
movimentazione manuale dei carichi ed i
movimenti ripetuti”.
Riguardo
poi al
rischio macchina, si sottolinea
di prestare particolare attenzione alla “verifica dei requisiti generali di
protezione in riferimento all’allegato V del D.Lgs. 81/08 se ante CE oppure, in
caso contrario, alle specifiche disposizioni legislative e regolamentari di recepimento
delle direttive comunitarie di prodotto”.
Concludiamo
ricordando brevemente che dall’analisi dei dati relativi al
fenomeno infortunistico nel comparto
calzaturiero, ricavati dai registri degli infortuni delle aziende indagate,
“emerge che gli infortuni più frequenti sono rappresentati dal contatto delle
mani dell’operatore con utensili e parti delle attrezzature durante l’uso”.
Ad
esempio nella fase di taglio/tranciatura “gli eventi più frequenti si sono
verificati durante l’impiego di attrezzi ed utensili (coltello, forbici,
taglierina, punteruolo) e durante l’utilizzo di fustellatrici”.
L’
indice del documento:
1.
Premessa
2.
Processo produttivo
3.
Attrezzature, macchine e impianti
4.
Materiali impiegati nel corso della lavorazione calzaturiera
4.1
Evoluzione negli anni nella composizione della miscela di solventi negli
adesivi del settore calzaturiero
4.2
Altri materiali impiegati
5.
I Regolamenti REACH e CLP
6.
L’esperienza PPTP-Calzatura
6.1
Rilievi con riferimento ai rischi per la salute da agenti chimici
6.2
Rilievi con riferimento ai rischi per la sicurezza
6.3
Rilievi con riferimento all’esposizione a polveri di cuoio e solventi organici
7.
Indicazioni operative per il miglioramento delle condizioni di lavoro nel
comparto
8.
Sorveglianza sanitaria
9.
Bibliografia
Allegato
1: Safety Check
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