"Rischi agenti chimici cancerogeni mutageni, linee guida ARPA ISPRA"
fonte quotidianosicurezza.it / Sicurezza sul lavoro
Si tratta del risultato di un progetto avviato nel 2006, nato dalla collaborazione tra l’Università politecnica delle Marche, la Environment agency (England), la Scottish rnvironmental protection agency (Sepa), le Arpa Basilicata, Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Campania, Marche e Sicilia e il coordinamento del Centro interagenziale “Igiene e Sicurezza del Lavoro” di ISPRA. Ruolo di spicco è stato ricoperto dai ricercatori lucani dell’Arpab che si sono occupati di testare il sistema.
Le linee guida presentate non sono esclusivamente una pubblicazione ma un ecosistema completo composto da un sistema di valutazione dei rischi che si avvale di supporti informatici.
Il modello di valutazione proposto è del tutto innovativo e si avvale di due fogli di calcolo Excel dove sono presenti algoritmi che valutano il rischio di esposizione ad agenti chimici e cancerogeni negli ambienti di lavoro e mettono in relazione l’identificazione delle sostanze, le loro caratteristiche di pericolosità, le quantità, il tempo di manipolazione e le modalità d’uso, determinando per ogni caso lo specifico indice di rischio.
Si tratta quindi di un modello all’avanguardia, versatile e adattabile, che può essere utilizzato anche per laboratori di ricerca universitari, laboratori didattici delle scuole, laboratori di controllo di Enti pubblici quali ad esempio gli uffici delle dogane, della repressione e frodi, degli istituti zooprofilattici sperimentali, delle strutture sanitarie, industrie.
“Le linee guida” – ha dichiarato l’assessore all’Ambiente della Regione Basilicata, Vilma Mazzocco – “rappresentano un valido e concreto strumento di lavoro a supporto degli operatori di settore, dei tecnici della sicurezza, dei professionisti e di tutti coloro che si occupano di prevenzione. La valutazione del rischio e dell’esposizione dei lavoratori ad agenti cancerogeni e mutageni è senza dubbio uno degli aspetti principali che riguardano le misure di tutela della salute. Al momento non abbiamo a disposizione una normativa nazionale che fornisce indicazioni sulla metodologia da adottare, dunque, diventa importante raccogliere quei principi utili per richiamare l’attenzione sulle norme di comportamento da adottare e le misure di prevenzione e protezione e dettagliare una metodologia per la valutazione del rischio chimico chiara, basata su indicatori precisi e ben calibrati sull’attività da tenere sotto controllo. La cultura della sicurezza va promossa tra tutti i cittadini già in giovane età, iniziando dalla scuola, così come i datori di lavoro devono impegnarsi a favorire un ambiente sano, senza dimenticare che, per garantire un luogo di lavoro sicuro, molto dipende anche dall’atteggiamento e dal comportamento individuale degli operatori”.
Per approfondire: Esposizione ad agenti chimici, presentate le “Linee Guida” delle Arpa.
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