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"La scelta, l’uso e l’ispezione dei dispositivi di ancoraggio"
fonte puntosicuro.it / Sicurezza
04/04/2012 - Concludiamo con questo articolo
la presentazione della “ Guida
tecnica per la scelta, l’uso e la manutenzione degli ancoraggi”, una
pubblicazione - realizzata da INAIL (Dipartimento Tecnologie di Sicurezza - ex
ISPESL) - che affronta in maniera chiara
e completa il tema degli ancoraggi nel settore
delle costruzioni, un tema “da sempre molto dibattuto”.
Dopo
aver presentato in precedenti articoli gli aspetti relativi alla valutazione
del rischio, ai
rischi prevalenti relativi alla mancata efficacia dei
sistemi di ancoraggio, alla classificazione e ai requisiti
degli ancoraggi, ci soffermiamo brevemente sulla loro
scelta,
uso e
ispezione.
Innanzitutto
la
scelta dell’ancorante da adottare
in una specifica realizzazione dipende dai rischi da eliminare e/o ridurre e deve
essere effettuata dopo un’idonea valutazione (il documento fornisce uno schema
metodologico generale per la valutazione
di un rischio
specifico).
Riguardo
agli
ancoranti con riferimento a ETAG
001 (Linea guida per il rilascio del benestare tecnico europeo di ancoranti
metallici da utilizzare nel calcestruzzo) e
TR 029 (Linea guida per il rilascio del benestare tecnico europeo di
ancoranti chimici da utilizzare nel calcestruzzo), la scelta è legata “alle
condizioni ambientali, alla entità e al tipo di carico e alla geometria del
materiale base”.
In
particolare la scelta in base alle condizioni ambientali va fatta tenendo conto
delle caratteristiche di resistenza che deve possedere l’ancoraggio in
riferimento alla corrosione e all’incendio. “L’ancoraggio deve essere valutato
in base al
livello di aggressività
dell’ambiente in cui, l’ancorante può subire un ridotto o forte attacco dalla
corrosione. Esso
dipende:
-
dalla presenza di umidità;
-
dalla presenza di condensa;
-
dalla presenza di cloruri;
-
dal livello di corrosione”.
Dunque
un ancorante avrà “caratteristiche completamente diverse se dovrà essere
installato in ambienti interni privi di umidità o in ambienti altamente
corrosivi come tunnel stradali o piscine coperte. Nel primo caso sarà
sufficiente la sola zincatura a proteggere l’ancorante mentre nel secondo caso
sarà necessario l’impiego di prodotti in acciaio inox”.
Si
ricorda poi che nei
luoghi definiti a
maggior rischio in caso d’incendio “gli ancoraggi devono resistere
all’azione dell’incendio per un tempo tale da garantire l’ evacuazione
delle persone coinvolte. La scelta va effettuata confrontando la resistenza
di progetto con quella che l’elemento deve possedere dopo tale lasso di tempo”.
Nella
guida, che vi invitiamo a consultare, sono poi riportati alcuni dettagli
relativi alla scelta in base alla entità e al tipo di carico e in base alla
geometria del materiale base, corredati di tabelle e disegni esemplificativi.
Riguardo
ai
dispositivi di ancoraggio con
riferimento alla norma UNI EN 795, la scelta del dispositivo dipende da
molti fattori “ed, in particolare, dai materiali costituenti la struttura di
ancoraggio, dalla sua geometria e dal tipo di attività che si andrà ad eseguire”.
Altri
aspetti da considerare:
-
“il dispositivo
di ancoraggio deve essere in grado di sopportare le sollecitazioni
derivanti dal DPI contro le cadute dall’alto ad esso collegato;
-
i dispositivi
di ancoraggio di classe A, C ed D vanno scelti in base alla forza massima
ammissibile che la struttura è in grado di sopportare ed alle dimensioni
dell’area di lavoro;
-
i dispositivi di ancoraggio di classe B ed E devono tener conto dello stato
delle superfici come ad esempio la presenza di ghiaccio e/o la contaminazione
causata da olii o grassi”.
Riguardo
ai
punti di ancoraggio con riferimento
ad UNI EN 516/UNI EN 517:
-
“la scelta della installazioni di classe 2 UNI EN 516 che possono essere usate
come punti di ancoraggio ai quali possono essere agganciati DPI contro le
cadute dall’alto o di trattenuta dipende dai materiali costituenti la struttura
di ancoraggio, dalla sua geometria e dal tipo di attività;
-
la scelta dei ganci di sicurezza da tetto UNI EN 517 dipende dai materiali
costituenti la struttura di ancoraggio, dalla sua geometria e dal tipo di
attività che si andrà ad effettuare. Essa può avvenire lungo la direzione del
pendio del tetto, per cui andrà utilizzato il tipo A o lungo le due direzioni,
parallela ed ortogonale al pendio; in questo caso dovrà essere installato il
tipo B”.
Rimandiamo
alla lettura della guida in relazione alla scelta di:
-
ancoraggi per ponteggi e circolari del Ministero del Lavoro 85/78, 44/90 e
132/91;
-
ancoraggi non rientranti in nessuna categoria.
Riguardo
invece all’
uso si sottolinea che gli
ancoranti devono essere correttamente installati.
È
necessario quindi “l’intervento di una
persona
qualificata che effettua il montaggio (montatore), seguendo scrupolosamente
delle procedure specifiche”, per eliminare e/o ridurre il più possibile i rischi
correlati.
In
particolare il datore di lavoro deve ottemperare a quanto disposto dal Decreto legislativo 81/2008 in
riferimento all’informazione, alla formazione e all’addestramento adeguato e
specifico del montatore”. Tale addestramento “è obbligatorio per i ponteggi
fissi (art.136) e per i DPI ed opportuno per i DPC in quanto vengono impiegati
durante lo svolgimento di lavori in quota”.
In
particolare, in relazione a ETAG 001/TR 029, l’uso corretto dell’ancorante “è
direttamente legato a quello dell’elemento da fissare in maniera tale che i
requisiti relativi a temperatura, prevedibilità, idoneità, condizioni di
servizio ammissibili e durabilità vengano rispettati”.
In
relazione a dispositivi di ancoraggio ed UNI EN 795, la guida sottolinea che i dispositivi
di protezione individuale “devono essere collegati al dispositivo di
ancoraggio in maniera sicura. I DPI non devono trasmettere sollecitazioni non
previste a seguito della caduta dall’alto e al verificarsi dell’effetto pendolo”.
Diamo
ora brevemente qualche informazione relativa all’
ispezione:
-
ispezione prima del montaggio: “l’ispezione
prima del montaggio e dopo lo smontaggio deve essere effettuata dal montatore
dell’ancoraggio” ed essere condotta con la giusta periodicità. “L’ispezione
deve essere eseguita comunque in accordo con le istruzioni del fabbricante. Per
gli ancoranti chimici deve essere verificata la data di scadenza”;
-
ispezione d’uso: deve essere
effettuata dal lavoratore che deve ispezionare - con le modalità indicate in
una tabella presente nella guida e comunque in accordo con le istruzioni del
fabbricante – “mediante controllo visivo, l’ancorante durante l’uso includendo
ogni suo componente. Il lavoratore deve immediatamente segnalare al personale
incaricato qualsiasi difetto o inconveniente rilevato”;
-
ispezione periodica: deve essere
effettuata dal montatore dell’ancorante. In questo caso il controllo “deve
essere di tipo visivo e/o strumentale. L’ancoraggio deve sempre essere
sottoposto a ispezione periodica, anche quando l’intervallo di messa in opera è
minore della periodicità richiesta dal fabbricante, da parte del montatore
dell’ancorante, in quanto la sua efficienza è strettamente legata al
serraggio del dado”;
-
ispezione
di un ancoraggio che ha subito un evento dannoso o che presenta un difetto:
“ogni ancorante che ha subito un evento dannoso o presenta un difetto deve
essere immediatamente controllato dal montatore o da altra persona qualificata
dal fabbricante che deve decidere se mantenerlo o ritirarlo dal servizio
secondo le modalità stabilite dal datore di lavoro e comunque in accordo con le
istruzioni del fabbricante”.
Per
concludere terminiamo con qualche indicazione relativa alla
manutenzione.
Negli
ancoraggi è infatti “necessario verificare periodicamente lo stato di
conservazione delle parti superficiali; ciò permette di ridurre i possibili
pericoli derivanti da indebolimenti dovuti alla corrosione. Eventuali danni
devono essere valutati dal fabbricante o da persona qualificata dal
fabbricante, altrimenti l’elemento o il componente deve essere sostituito. Il
personale qualificato deve fornire un parere vincolante al fine del riutilizzo
dell’ancorante manutenuto e/o riparato”.
Inail
- Dipartimento Tecnologie di Sicurezza - ex Ispesl, “ Guida tecnica
per la scelta, l’uso e la manutenzione degli ancoraggi”, pubblicazione
curata da Luigi Cortis e Luca Rossi (Dipartimento Tecnologie di Sicurezza - ex
ISPESL) con la collaborazione di Michele Di Sario e Francesco Giancane (formato
PDF, 5.13 MB).
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