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"Saldatura: i rischi per i lavoratori e le nuove tecniche"
fonte puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
19/04/2012 - In Italia è ancora molto alto il numero di lavoratori occupati in
imprese che, fabbricando prodotti in metallo, macchine e apparecchi meccanici,
possono essere adibiti ad
attività di
saldatura. I rischi di questa attività, che utilizza tecnologie diverse,
dipendono da molti fattori: dalla tecnologia utilizzata, dai materiali
utilizzati, dal posto di lavoro, dal tipo e intensità dell’esposizione,…
Tuttavia molti dei componenti pericolosi, dei rischi correlati possono essere
ridotti o eliminati con le
nuove
tecniche di saldatura.
Si
affronta questo tema in una relazione, appartenente alla sezione “
L’industria metalmeccanica”, presentata
al 74° Congresso Nazionale SIMLII (Società Italiana di Medicina del Lavoro ed
Igiene Industriale) “
2011 - Dall’Unità
d’Italia al Villaggio Globale. La Medicina del Lavoro di fronte alla
globalizzazione delle conoscenze, delle regole, del mercato”, congresso che
si è tenuto a Torino dal16 al 19
novembre 2011.
La
relazione, pubblicata sul numero di luglio/settembre 2011 del Giornale Italiano di Medicina
del Lavoro ed Ergonomia, è intitolata “
Le nuove tecniche di
saldatura e rischi per la salute” ed è a cura di G. Marina La Vecchia
(Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale - Università di Brescia) e
Piero Maestrelli (Dipartimento di Medicina Ambientale e Sanità Pubblica -
Università di Padova).
Prima
di affrontare i rischi per la salute nei saldatori, la relazione
si sofferma sul fatto che nel settore della saldatura “la ricerca è da sempre
un tema di estrema importanza e dalla quale derivano spunti per produrre giunti
saldati con proprietà meccaniche ottimizzate, per incrementare il numero dei
materiali saldabili, per ridurre i costi di produzione e per aumentare la
produttività”.
Diversi
possono essere i fattori che influenzano la scelta della tecnologia di
saldatura, ad esempio “lo spessore ed il tipo di metallo base da saldare, le
proprietà meccaniche che devono essere garantite dal giunto, la velocità di
saldatura, la posizione di saldatura ed i costi”. E il
tipo di tecnologia di saldatura ha “ricadute dirette sulla composizione
chimica e sul quantitativo di fumi che si formano durante la saldatura a
seguito della condensazione del metallo vaporizzato e della decomposizione dei
materiali non metallici coinvolti nella saldatura (es. rivestimento degli
elettrodi)”. Ad esempio in relazione alla saldatura
ad arco è possibile affermare “che più elevata è l’intensità di corrente
maggiore è il quantitativo di fumi che si forma nell’unità di tempo” e sono
presenti in letteratura “numerose soluzioni per migliorare le condizioni di
lavoro in prossimità delle postazioni di saldatura attraverso l’adozione di
sistemi di aspirazione dedicati”, con interventi finalizzati a “sensibilizzare
i saldatori sui rischi connessi all’inalazione dei fumi per assicurare un
corretto uso dei sistemi di protezione”.
Tuttavia
l’intervento si sofferma su alcune
innovazioni
relative alle saldature, ad esempio richiamando i vantaggi derivanti dagli
interventi sulla regolazione elettrica dell’arco con corrente pulsata e descrivendo
la “
tecnica di saldatura per frizione
che garantisce la continuità del giunto grazie alla formazione di una zona
plasticizzata per attrito”.
La
saldatura per frizione nota come Friction Stir Welding (FSW) “consente di
realizzare un giunto saldato di buona qualità senza sviluppo di fumi”: la saldatura
per frizione “non produce zona fusa e non genera fumi, radiazioni o rumore, non
richiede gas di protezione e ha inoltre il vantaggio di essere una tecnica a
basso consumo di energia”.
La
tecnica FSW è ad oggi “prevalentemente destinata alla realizzazione di giunti
tra lamiere, anche di grosso spessore, e garantisce l’ottenimento di ottime
proprietà meccaniche, bassa distorsione in assenza di fusione della/e lega/e da
saldare”. Tuttavia le nuove tecniche di saldatura trovano un’applicazione
ancora limitata e non vi sono studi specifici sui lavoratori
esposti.
Presentiamo
ora brevemente gli
effetti sulla salute
del lavoro di saldatura tradizionale, con riferimento a quanto indicato nella
relazione e alla tabella esplicativa presente nel documento relativo.
Gli
effetti dell
’esposizione ai fumi di
saldatura possono essere distinti in acuti e cronici,
respiratori e non respiratori.
Effetti acuti
respiratori
Questi
effetti sono stati descritti in lavoratori esposti a concentrazioni elevate di fumi
di saldatura:
-
febbre da fumi metallici:
“rappresenta il più frequente disturbo respiratorio acuto nei saldatori” [1].
Questa febbre - caratterizzata da sintomi similinfluenzali che “iniziano dopo
4-8 ore dall’esposizione e si risolvono spontaneamente in 24-48 ore” – è in
genere “dovuta all’inalazione di fumi contenenti ossidi di zinco nella
saldatura di acciaio zincato, ma può essere causata da altri ossidi metallici
(rame, magnesio, stagno o cadmio)”;
-
decremento della funzione respiratoria:
“è stata osservata una lieve e transitoria riduzione di indici funzionali
respiratori durante il turno (volumi polmonari, flussi massimi espiratori,
transfer del CO), specie nei saldatori esposti ad
elevate concentrazioni di fumi, che può essere associata a sintomi respiratori
come tosse, espettorato, sibili e senso di oppressione toracica. Le alterazioni
funzionali e i sintomi respiratori sono reversibili e non sono correlati allo
sviluppo di asma o BPCO” (vedi nota 1).
Effetti acuti non
respiratori:
-
“
ustioni ed elettrocuzioni dovute al
calore e all’elettricità;
-
foto-dermatiti da UV nelle zone
cutanee scoperte;
-
foto-cheratocongiuntivite causata
dalle radiazioni ultraviolette sviluppate dall’arco elettrico;
-
infiammazione sistemica”: “recenti
studi hanno dimostrato che l’esposizione a fumi di saldatura induce
infiammazione sistemica” e “alterazioni del sistema nervoso autonomo”, tuttavia
il “significato clinico di tali variazioni resta da determinare”.
Effetti cronici respiratori:
-
bronchite cronica/broncopneumopatia
cronica ostruttiva (BPCO): “la tosse e l’espettorato cronici sono i sintomi
più frequentemente associati al lavoro
di saldatura” [2].
Se alcuni studi mostrano che i fumi di saldatura possono indurre bronchite
cronica indipendentemente dall’abitudine al fumo, tuttavia la “prevalenza di
bronchite cronica particolarmente elevata nei saldatori che fumano ha suggerito
che vi sia un’interazione tra fumo di
sigaretta e saldatura” (vedi nota 1);
-
pneumoconiosi/fibrosi polmonare: “la
comparsa di piccole opacità nodulari alla radiografia del torace di esposti a
fumi di saldatura per almeno 15 anni, dovute ad accumulo di ossidi di ferro nei
macrofagi alveolari, senza evidenza di fibrosi polmonare evolutiva è stata
definita ‘siderosi’. Questa pneumoconiosi benigna è in genere asintomatica e
senza alterazioni della funzione respiratoria. Sono stati tuttavia descritti
dei casi di fibrosi polmonare interstiziale in saldatori con esposizione più
lunga (>25 anni) ed ad elevate concentrazioni di fumi, in cui i depositi di
ferro erano contigui ad aree di fibrosi. In questi casi, i soggetti potevano
avere sintomi respiratori, come dispnea e bronchite cronica, e alterazioni
della funzione respiratoria (quadro restrittivo o misto, riduzione del transfer
del CO, ipossiemia da sforzo)” (vedi nota 1).
-
asma: “l’esposizione a fumi di
saldatura è frequentemente associata con asma correlata al lavoro, che
comprende l’asma professionale, l’asma da irritanti e l’asma preesistente
esacerbata dal lavoro” [3].
“L’agente causale nei casi di asma professionale in genere non è stato
determinato. Negli studi che hanno eseguito test di provocazione bronchiale
specifico, l’asma era indotta da fumi di saldatura di acciai inossidabili ed è
stato quindi ipotizzato che gli agenti causali fossero cromo e nickel” [4];
-
infezioni respiratorie: “la
frequenza e la gravità di infezioni delle vie aeree superiori e inferiori è
maggiore nei saldatori”(vedi nota 1). Alcuni studi indicano che l’inalazione di
fumi metallici “aggrava la prognosi di polmonite e comporta un eccesso di mortalità
per questa causa”;
-
cancro polmonare: “i fumi di
saldatura sono stati classificati dalla International Agency for Research on
Cancer (IARC) come 2B, ‘possibili cancerogeni’” [5].
Nel documento presentato, che vi invitiamo a leggere, sono presente diverse
ipotesi e risultati di studi relativi alla causalità di tale rischio
cancerogeno;
Effetti cronici non
respiratori
Si
tratta in questo caso di effetti sul
sistema
nervoso centrale.
È
stato infatti dimostrato “che il manganese è neurotossico se inalato in elevate
concentrazioni sul posto di lavoro. Tuttavia, la questione se il manganese
contenuto nei fumi di saldatura possa causare problemi neurologici non è ancora
risolta, ad eccezione di casi isolati che avevano lavorato in particolari
condizioni espositive e presentavano chiara intossicazione da manganese” (vedi
nota 1). Inoltre “alcuni costituenti dei fumi di saldatura (manganese, piombo,
alluminio) sono sospettati di causare sintomi psichiatrici in lavoratori
esposti” (vedi nota 1).
“ Le
nuove tecniche di saldatura e rischi per la salute”, a cura di G. Marina La
Vecchia (Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale - Università di
Brescia) e Piero Maestrelli (Dipartimento di Medicina Ambientale e Sanità Pubblica
- Università di Padova), relazione al 74° Congresso Nazionale SIMLII “2011 -
Dall’Unità d’Italia al Villaggio Globale . La Medicina del Lavoro di fronte
alla globalizzazione delle conoscenze, delle regole, del mercato”, pubblicata in
Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, Volume XXXIII n°3, luglio/settembre
2011 (formato PDF, 311 kB).
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