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"Rischi biologici per i soccorritori non sanitari dell'emergenza"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
04/05/2012 - È ormai evidente la grande attenzione che in questi ultimi anni
l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro ( Inail)
sta dedicando ad uno dei rischi professionali meno conosciuti e spesso
sottostimati nei luoghi di lavoro: il
rischio
biologico.
In
relazione a questo rischio è stata avviata una campagna informativa e formativa
che comprende ad esempio la pubblicazione e l’aggiornamento di una serie di schede
tecnico-informative sul rischio biologico nei più svariati ambienti di
lavoro o l’apertura di uno specifico canale tematico del portale Inail
dedicato al rischio da agenti biologici.
Oltre
ai comuni rischi infettivi generici presenti nei vari ambiente di vita e di
lavoro, in alcune attività lavorative il personale addetto può essere esposto a
rischi biologici specifici.
È
il caso, ad esempio, del
comparto
lavorativo dei soccorritori "non sanitari" dell'emergenza: operatori e volontari dei Vigili del Fuoco
(VV.F.), della Protezione Civile, del Corpo Forestale dello Stato, Polizia di
Stato, Forze dell'Ordine, security guards, assistenti di volo, equipaggi di
treni e navi ecc.,.. I soccorritori non sanitari dell’emergenza sono operatori
che quotidianamente sono coinvolti in situazioni da risolvere in tempi brevi
che spesso comportano una potenziale esposizione a rischi di varia natura, tra
cui quello biologico.
Nell'ambito
dell'attività di ricerca sul rischio
biologico a cui sono potenzialmente esposti i soccorritori non sanitari
dell'emergenza, l’Inail - Dipartimento di Medicina del Lavoro (ex Ispesl) con
il coordinamento scientifico di Sergio Iavicoli e Maria Concetta D’Ovidio - sta
realizzando una collana composta da cinque volumi.
Il
primo di questi, intitolato "
Schede informative
BATTERI. Supporto per la realizzazione del Manuale informativo: Il rischio
biologico per i soccorritori non sanitari dell'emergenza", è stato
pubblicato sul sito Inail e precede non solo gli approfondimenti su virus,
parassiti, funghi, ma anche il manuale informativo nel quale i microrganismi
saranno contestualizzati negli scenari che vedono il coinvolgimento di tali
operatori e saranno riportate le principali misure di prevenzione e protezione
disponibili per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Nel
primo di questi volumi si ricorda l’importanza del Decreto legislativo 81/2008 in
relazione alla tutela della salute dei lavoratori nell’esposizione ad agenti biologici (titolo X del D.Lgs.
81/2008).
Negli
articoli dal 266 al 286 ad esempio si indicano “le attività per le quali vi è
rischio di esposizione ad agenti biologici, sia quelle con uso deliberato di
microrganismi che quelle in cui si configura un rischio potenziale di
esposizione”. E l’
allegato XLIV
riporta un elenco esemplificativo delle attività per le quali si configura un
rischio potenziale di esposizione ad agenti biologici, mentre l’
allegato XLVI riporta un elenco degli
agenti biologici classificati che comprende unicamente gli agenti di cui è noto
che possono provocare malattie infettive in soggetti umani. L’elenco contiene
inoltre indicazioni che “individuano gli agenti biologici che possono provocare
reazioni allergiche o tossiche, quelli per i quali è disponibile un vaccino
efficace e quelli per i quali è opportuno conservare per almeno dieci anni
l’elenco dei lavoratori i quali hanno operato in attività con rischio di
esposizione a tali agenti”.
L’art.
271 si sofferma poi sull’
obbligo di
valutazione del rischio, valutazione che deve considerare in particolare:
“le fasi del procedimento lavorativo che comportano rischio di esposizione
ad agenti biologici; il numero di lavoratori addetti alle fasi; i metodi e
le procedure lavorative adottate nonché le misure preventive e protettive
applicate; il programma di emergenza per la protezione dei lavoratori contro i
rischi di esposizione ad agenti del gruppo 3 o 4, nel caso di difetto nel
contenimento fisico. Inoltre, in fase di valutazione del rischio il datore di
lavoro tiene conto di tutte le informazioni disponibili relative alle
caratteristiche degli agenti biologici e delle modalità lavorative, e in
particolare della classificazione degli agenti biologici che presentano o
possono presentare un pericolo per la salute umana; dell’informazione sulle
malattie che possono essere contratte; dei potenziali effetti
allergici e tossici; della conoscenza di una patologia della quale è
affetto il lavoratore, da porre in correlazione diretta all’attività lavorativa
svolta; delle eventuali ulteriori situazioni rese note dall’autorità sanitaria
competente che possono influire sul rischio; del sinergismo dei diversi gruppi
di agenti biologici utilizzati”.
In
relazione al rischio biologico il datore di lavoro “applica i
principi di buona prassi microbiologica
e adotta tutte le idonee misure protettive e preventive, idonee alle specifiche
situazioni lavorative”. L’art. 272 si occupa delle misure tecniche,
organizzative e procedurali raggruppando una serie di obblighi a carico del
datore di lavoro laddove la valutazione abbia evidenziato rischi per la salute
dei lavoratori. Altri articoli presentano le misure igieniche e le misure
specifiche per particolari luoghi di lavoro e attività.
Le
schede presenti nel volume
dell’Inail sono elaborate proprio sulla base della
classificazione dell'allegato XLVI del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. e
riportano informazioni su alcune caratteristiche dei batteri, sintetiche,
aggiornate e di facile consultazione per gli operatori a cui sono rivolte.
Ricordiamo
brevemente che per i “
soccorritori non
sanitari dell’emergenza” l’esposizione agli agenti biologici può essere legata
sia all’ambiente, esterno o confinato dove prestano la propria attività, che
alla tipologia di intervento da effettuare.
Ad
esempio, “l’attività di routine prestata sia in ambiente urbano che extraurbano
può comportare l’acquisizione di zoonosi attraverso punture di zecche,
zanzare…, graffi e morsicature di gatti, cani o altri animali domestici e
selvatici”.
Il
rischio può aumentare poi “nelle
attività
di soccorso che rivestono carattere di emergenza e di pericolosità in
occasione di eventi eccezionali quali disastri naturali, disordini sociali. In
tali situazioni gli scenari sono più complessi e caratterizzati da maggiori
fonti di pericolo anche determinate da condizioni di sovraffollamento e
climatiche avverse”.
Senza
dimenticare “le problematiche riguardanti i
rischi biologici cosiddetti non convenzionali relativi ad eventuali
attacchi con agenti infettivi utilizzati come armi biologiche (bioterrorismo),
quali i batteri patogeni (Coxiella burnetii, Yersinia pestis, Francisella
tularensis, Brucella suis), che includono batteri tossigenici (Clostridium
botulinum, Staphylococcus aureus) e batteri sporigeni (Bacillus antracis), i
virus (Orthopoxvirus, virus dell’encefalomielite equina venezuelana, virus
della febbre emorragica di Ebola, virus della febbre di Marburg, virus della
febbre di Lassa, ecc.), ecc., nei confronti dei quali è – a tutt’oggi – assai
limitata l’efficacia di vaccini o antidoti”. Proprio la necessità di
contrastare i rischi
biologici di natura non convenzionale “ha comportato, da parte dei Vigili
del Fuoco, lo sviluppo di
unità
specialistiche avanzate rappresentate dai nuclei NBCR (Nucleare Biologico
Chimico Radiologico), quale evoluzione dei nuclei di risposta ai rischi di
natura industriale nucleare e chimica”.
Il
volume si sofferma sulla conoscenza dei batteri, dando ad esempio notizie sulla
loro classificazione e sulla
trasmissione degli agenti infettivi.
Tale
trasmissione può avvenire per:
-
trasmissione diretta: consiste nel
“trasferimento diretto degli agenti infettivi verso un ospite e può avvenire
per contatto diretto (ad es. con un morso) oppure per diffusione di droplet”
(goccioline di diametro superiore a 5 μm costituite principalmente da liquido e
potenzialmente contaminate da agenti
biologici) “attraverso lo starnuto, la tosse, il parlare,...
Esempi di batteri trasmessi per contatto diretto “includono Escherichia coli e
Pseudomonas aeruginosa; un batterio trasmesso attraverso droplet è
rappresentato da Haemophilus influenzae”.
-
trasmissione indiretta (attraverso
veicoli e vettori): “si verifica attraverso veicoli quali materiali e/o oggetti
contaminati, alimenti, acqua, sangue … (Staphylococcus aureus, Pseudomonas
aeruginosa) e attraverso vettori quali artropodi (ad es. zecche, zanzare). Le
varie specie di Borrelia e di Rickettsia sono trasmesse attraverso vettori”;
-
trasmissione attraverso l’aria: è
“la disseminazione di aerosol microbici (droplet nuclei: particelle di diametro
inferiore a 5 μm originate da goccioline evaporate contenenti microrganismi che
rimangono sospesi in aria e possono essere trasportati anche a grandi distanze)
verso una adatta porta di ingresso, rappresentata di solito dal tratto
respiratorio dell’ospite. Il Mycobacterium tuberculosis viene trasmesso per via
aerea”.
Concludiamo
sottolineando che un capitolo del volume è dedicato alla
prevenzione vaccinale, prevenzione che il datore di lavoro può
adottare sulla base dei rischi individuati mediante il processo di valutazione,
ma che deve rappresentare una “misura di sicurezza ulteriore e non un modo per
evitare l’adozione delle misure di contenimento primario efficaci e delle
procedure di lavoro sicure”.
Inail,
" Schede
informative BATTERI. Supporto per la realizzazione del Manuale informativo: Il
rischio biologico per i soccorritori non sanitari dell'emergenza",
Dipartimento di Medicina del Lavoro (ex Ispesl) con il coordinamento
scientifico di Sergio Iavicoli e Maria Concetta D’Ovidio (formato PDF, 2,7 MB).
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