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"Ruolo del RLS nella prevenzione dei rischi di natura ergonomica"

fonte www.puntosicuro.it / Salute

23/05/2012 - Il 19 aprile 2012 il Servizio Informativo per i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza ( SIRS) ha organizzato a Bologna – con la collaborazione di altri enti e organizzazioni (Provincia, CGIL-CISL-UIL e AUSL di Bologna, Dipartimenti sanità pubblica, DTL e Inail di Bologna, AUSL di Imola, ...) - un seminario dal titolo “ Il ruolo del RLS nella prevenzione dei rischi di natura ergonomica e da sovraccarico biomeccanico”.
 
Negli ultimi anni - come indicato nella presentazione del seminario - “si è registrato un netto incremento di casi di patologie muscolo - scheletriche correlate a condizioni di lavoro comportanti sovraccarico biomeccanico per il rachide e gli arti superiori, o ancora caratterizzate dal mantenimento di posture scorrette o dal mancato rispetto dei principi ergonomici”.
 
Ed è proprio per arrivare a idonei interventi di prevenzione delle patologie muscoloscheletriche, è importante una corretta valutazione del rischio, “obiettivo di non sempre facile attuazione, data la complessità delle problematiche e le novità introdotte dalla normativa vigente”.
Il seminario si è posto dunque l’obiettivo di fornire ai Rappresentanti dei lavoratori per la Sicurezza:
- “spunti di riferimento su come gestire il proprio ruolo nel processo di valutazione, in collaborazione con il datore di lavoro, RSPP, medico competente, eventuali consulenti incaricati per le verifiche tecniche
- strumenti pratici di orientamento per la verifica del processo di valutazione di questo rischio indicazioni sulla sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti”.
 
Infatti l’intervento “ Il ruolo del RLS nel percorso di valutazione e di gestione del rischio da sovraccarico biomeccanico”, a cura di Leopoldo Magelli, si occupa soprattutto della valutazione, “perché se questo processo è compiuto correttamente rende poi molto più agevole la gestione del problema del sbm” (sovraccarico biomeccanico).
Se la valutazione è eseguito in modo idoneo, il problema della gestione si pone infatti solo in 3 casi:
- “la realizzazione, verifica, controllo, manutenzione, aggiornamento … delle misure (tecniche, procedurali, formative, organizzative) realizzate;
- eventuali mutamenti della situazione o del contesto che rendano necessario aggiornare e rivalutare la situazione;
- segnalazioni di problemi da parte dei lavoratori e/o del MC”  (medico competente).
 
L’intervento affronta poi i presupposti normativi, con riferimento al Decreto legislativo 81/2008, dell’intervento/collaborazione del RLS rispetto alla valutazione dei rischi, presupposti più volte presentati sul nostro giornale.
 
Ci soffermiamo invece su alcuni dettagli relativi all’ intervento del RLS sulla VdR per i rischi da sovraccarico biomeccanico.
 
Questi i possibili obiettivi dell’intervento:
- “ controllare tutte le situazioni critiche - se il RLS ha acquisito, soprattutto tramite il rapporto di ascolto con i lavoratori, la conoscenza di tutte, o almeno delle principali, situazioni che comportano rischio da sbm, è in grado di verificare che l’azienda non si faccia sfuggire nessuna situazione che vada valutata : obiettivo di completezza del percorso valutativo;
- adottare metodologie applicabili in quella situazione e usare correttamente le tecniche: se il RLS conosce le principali metodologie e tecniche che vanno usate nelle diverse tipologie di sbm, è in grado di controllare che vengano scelte e usare le più appropriate : obiettivo di appropriatezza metodologica nel valutare; 
- arrivare a valutazioni attendibili e coerenti con la realtà dei fatti - se il RLS conosce anche solo per grandi linee i criteri con cui si valutano i rischi da sbm, è in grado di ragionare criticamente sulle conclusioni cui perviene l’azienda : obiettivo di correttezza del percorso valutativo; 
- scegliere le soluzioni correttive migliori – se il RLS conosce anche solo per grandi linee i criteri correttivi da applicare e ha un buon sistema di relazioni coi lavoratori interessati, è in grado di ragionare criticamente sulle soluzioni correttive previste dall’azienda e di proporre anche soluzioni integrative o alternative : obiettivo di efficacia trasformativa del percorso valutativo”. 
 
Su quali aspetti  intervenire?
Queste i suggerimenti del relatore:
- “ scelta delle situazioni da valutare:  per tutte le situazioni (intese come lavorazioni e come mansioni) a rischio per sbm (sia da movim. manuale dei carichi –MMC- che da posture che da movimenti ripetitivi) è prevista la valutazione? Se no, indicare quelle che mancano;  
- scelta delle metodiche da utilizzare: verranno applicate le metodologie più appropriate per le diverse situazioni (es. NIOSH o MAPO o UNI per la MMC, OCRA per i movimenti ripetitivi, ecc.)? Se no, chiedere chiarimenti e fare controproposte; 
- valutazione finale della situazione: il giudizio valutativo finale appare coerente e condivisibile, anche tenendo conto del parere dei lavoratori interessati? Se no, chiedere chiarimenti e formulare ipotesi diverse; 
- pertinenza, coerenza, efficacia delle misure previste e della loro tempistica: le misure che l’azienda prevede (tecniche, procedurali, formative, organizzative) appaiono coerenti, condivisibili e almeno potenzialmente efficaci, anche tenendo conto della loro applicabilità e del parere dei lavoratori interessati? Se no, chiedere chiarimenti e formulare ipotesi diverse”.
 
Indicazioni su quando intervenire:
- “nella fase preliminare che precede la valutazione;
- al termine della valutazione, quando se ne tirano le somme;
- al momento in cui si definiscono e programmano gli eventuali interventi correttivi”. 
E come intervenire:
- “suggerendo le fasi di lavoro più critiche in termini di sbm;
- verificando che siano valutate con metodiche coerenti e tecniche corrette;
- verificando che le conclusioni in termini di valutazione siano corrette e coerenti;
- verificando che le misure correttive previste siano coerenti ed efficaci”. 
 
L’intervento - che vi invitiamo a visionare attraverso il documento agli atti - si occupa poi delle persone a cui l’RLS può rivolgersi (RSPP, MC, consulenti, datore di lavoro, dirigenti, ...), i temi da affrontare e gli strumenti  utilizzabili:
- “suggerimenti, consigli, proposte;
- analisi delle metodologie e tecniche proposte;
- monitoraggio della valutazione; 
- analisi delle conclusioni; 
- analisi degli interventi correttivi previsti; 
- eventuale ricorso all’organo di vigilanza (SPSAL) in caso di conflitti irrisolvibili”. 
 
Senza dimenticare i rapporti da “presidiare”:
- con i lavoratori interessati: “per il RLS affrontare correttamente questo tipo di rischio non può prescindere dal contatto strettissimo con i lavoratori interessati. Solo se questo contatto c’è ed è ben strutturato e costante il RLS può fare tutte le cose che prima abbiamo detto”;
- con le RSU/RSA: i problemi legati al sbm sono intrinsecamente legati al modo di lavorare e all’organizzazione del lavoro (odl). Essendo l’odl un terreno tipico dell’attività contrattuale, negoziale, rivendicativa, delle RSU/RSA è bene che il RLS sia sempre molto attento a tenere conto di ciò, evitando di muoversi in modo del tutto autarchico e non confrontandosi”. 
 
In fondo, conclude il relatore, il “ruolo dei RLS nella valutazione e gestione del rischio da sbm non differisce da quello svolto per la valutazione degli altri rischi”, da un lato è più difficile per la “complessità delle metodologie usate per misurare e valutare”, dall’altro può essere “anche più facile perché la soggettività dei lavoratori è un grande strumento di valutazione per il RLS (se ‘usata’ con intelligenza!!!)”.
 
 
Gli atti del seminario:
 
del problema a livello regionale e nazionale”, a cura di Angela Fantini - Specialista in Medicina del Lavoro –Medico Competente - INAIL Sede di Bologna(formato PDF, 3.02 MB);
- “ Compiti e obblighi del Medico Competente”, a cura di Vincenzo D’Elia - Ausl di Bologna
 (formato PDF, 884 kB);
- “ La valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico”, a cura di Flavia Franceschini e Leopoldo Magelli (formato PDF, 4.36 MB);

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