News
"Ambienti confinati: qualificazione, interferenza e informazione"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza
25/06/2012 - Per favorire l’adozione delle corrette soluzioni tecniche,
organizzative e procedurali per le attività in
ambienti sospetti di inquinamento o
confinati, continuiamo la presentazione del primo “ Manuale illustrato
per lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati ai sensi dell’art.
3 comma 3 del dpr 177/2011”.
Il
documento, prodotto dalla Commissione
consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro, raccoglie le buone
prassi richiamate nell’articolo 3 del Decreto
del Presidente della Repubblica n. 177 del 14 settembre 2011 – recante norme
per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in
ambienti sospetti di inquinamento o confinati - esemplificate e trattate attraverso il supporto
narrativo di una
storia illustrata.
La
prima parte della storia è relativa ad alcuni degli adempimenti e prassi da
mettere in atto prima dell’intervento nell’ambiente confinato.
Li
affrontiamo rimandando la trattazione dei successivi adempimenti ai prossimi
articoli del nostro giornale.
Nella
storia illustrata si vede un
datore di
lavoro committente (DLC) che cerca un’impresa qualificata per la bonifica
di una cisterna
interrata con residui di prodotti infiammabili e fondami (cioè i residui di
un liquido, di una sostanza raccolta in fondo a un recipiente).
Contatta
telefonicamente un’azienda e successivamente ne incontra il datore di lavoro
informandosi relativamente ai requisiti necessari per operare in ambienti
confinati e al possesso di idonee attrezzature e dispositivi di protezione.
Riguardo
alla
qualificazione dell’impresa il
manuale indica che “qualsiasi attività lavorativa nel settore degli ambienti
sospetti di inquinamento o confinati può essere svolta unicamente da
imprese o lavoratori autonomi qualificati”.
Alcuni
dei
requisiti di qualificazione necessari
sono:
-
“presenza di personale, con esperienza almeno triennale relativa a lavori in
ambienti sospetti di inquinamento o confinati (in percentuale non inferiore al
30% della forza lavoro). Il preposto deve necessariamente possedere tale
esperienza;
-
attività di informazione e formazione di tutto il personale mirata alla conoscenza
dei fattori di rischio propri dei lavori in ambienti sospetti di inquinamento e
soggetta a verifica di apprendimento e aggiornamento; si fa presente che ciò
vale anche per il datore di lavoro se impiegato per tali lavori;
-
possesso di dispositivi
di protezione individuale, strumentazione e attrezzature di lavoro idonei e
avvenuta effettuazione di attività di addestramento all’uso corretto di tali
dispositivi, strumentazione e attrezzature di lavoro;
-
addestramento di tutto il personale impiegato in tali attività, ivi compreso il
datore di lavoro, relativamente all’applicazione delle procedure di sicurezza”.
Si
sottolinea inoltre che, “in attività lavorative in ambienti sospetti di
inquinamento o confinati,
non è ammesso
il ricorso a subappalti, se non autorizzati espressamente dal datore di
lavoro committente (che ha la disponibilità giuridica dei luoghi) e certificati”.
E
quanto indicato “si applica anche nei riguardi delle imprese o dei lavoratori
autonomi ai quali dovessero venire subappaltate le lavorazioni”.
Continuiamo
con la storia.
Ora
il DLC descrive le
caratteristiche
dell’ambiente confinato e richiede che si proceda anche alla valutazione
dei rischi
di interferenza, valutazione che viene elaborata dopo un sopralluogo presso
la cisterna.
Ad
esempio dal sopralluogo si nota che l’area dove risiede la cisterna è caratterizzata
dall’accesso di veicoli: nei giorni dell’intervento sarà necessario delimitare
l’area e dotarla di apposita segnaletica.
Viene
fatta inoltre un’analisi dei rischi e definita una procedura operativa per i
lavori...
Riguardo
ai
rischi di interferenza, il
manuale indica che nel caso in cui i lavori siano dati in appalto:
-
“il datore di lavoro committente (DLC) e il datore di lavoro dell’impresa
appaltatrice o lavoratore autonomo (DLA) coordinano gli interventi di
prevenzione e protezione, informandosi reciprocamente per eliminare i rischi
dovuti alle interferenze tra i lavori delle imprese coinvolte nell’esecuzione
dell’opera;
-
laddove previsto, il DLC promuove la cooperazione ed il coordinamento,
elaborando un unico documento di valutazione
dei rischi (DUVRI), allegato al contratto di appalto o di opera (D.
Lgs. 81/08 e s.m.i art. 26);
-
i lavoratori coinvolti nell’appalto devono essere muniti di apposita tessera di
riconoscimento;
-
il DLC individua un proprio rappresentante”.
Inoltre
il DLC verifica l’
idoneità
tecnico-professionale (D. Lgs. 81/08 e s.m.i. art. 26, comma 1, lett. a) “attraverso
le seguenti modalità:
-
acquisizione del certificato di iscrizione alla Camera di commercio, industria
e artigianato;
-
acquisizione dell’autocertificazione dell’impresa appaltatrice o dei lavoratori
autonomi del possesso dei requisiti di idoneità tecnico professionale, ai sensi
dell’articolo 47 del Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari
in materia di documentazione amministrativa, di cui al Decreto del Presidente
della Repubblica del 28 dicembre 2000, n. 445.
Prima
dell’inizio dei lavori, è poi necessario “
effettuare
una specifica analisi di rischio e definire una specifica procedura operativa”. I principali rischi relativi alle diverse
tipologie di ambienti confinati possono derivare, ad esempio, da asfissia (carenza
di ossigeno), intossicazione o da altri fattori
Al
documento è allegata una
tabella con
un “elenco esemplificativo di possibili fattori di rischio in ambienti
confinati”, con riferimento a: rischio biologico, rumore, seppellimento,
atmosfera con eccesso di ossigeno, annegamento, ustioni/congelamento,
investimento/schiacciamento, contatto con organi in movimento, elettrocuzione,
caduta, intossicazione, esplosione/incendio, condizioni microclimatiche
sfavorevoli e asfissia.
Nella
storia il DLC presenta, alla ditta appaltatrice e alla squadra di lavoro, il
rappresentante nominato per seguire
l’attività di bonifica, una persona con molta esperienza che aiuta a condurre una
giornata informativa sui rischi e sulle procedure di lavoro e di emergenza.
Nella
giornata informativa sono affrontate le caratteristiche della cisterna, i
pericoli relativi, la presenza di attrezzature e DPI idonei, le procedure di
emergenza e le modalità di intervento immediato e quelle di soccorso e
coordinamento con VVF e il sistema di emergenza del Servizio Sanitario
Nazionale, ...
Veniamo
dunque al capitolo relativo all’
individuazione
del rappresentante del Datore di Lavoro Committente e all’
informazione ai lavoratori dell’impresa
appaltatrice.
Secondo
il manuale “il datore di lavoro committente (DLC) individua un proprio
rappresentante, in possesso di adeguate competenze in materia di salute e
sicurezza sul lavoro e che abbia comunque ricevuto le adeguate attività di
informazione, formazione e addestramento. Il
rappresentante del DLC deve:
-
conoscere i rischi presenti nei luoghi in cui si svolgono le attività
lavorative;
-
vigilare, con funzione di indirizzo e coordinamento, sulle attività svolte dai
lavoratori impiegati dalla impresa appaltatrice o dai lavoratori autonomi e,
per limitare il rischio da interferenza di tali lavorazioni, con quelle del
personale impiegato dal datore
di lavoro committente”.
E
prima che vengano svolte attività lavorative in ambienti confinati, il DLC deve
“
informare in maniera precisa e
puntuale tutti i lavoratori impiegati dall’impresa appaltatrice, compreso il
datore di lavoro ove impiegato nelle medesime attività, o i lavoratori
autonomi, su:
-
caratteristiche dei luoghi in cui i suddetti lavoratori sono chiamati ad
operare;
-
tutti i rischi esistenti in tali ambienti (anche quelli derivanti da precedenti
utilizzi);
-
misure di prevenzione ed emergenza adottate in relazione all’attività (compreso
l’eventuale coordinamento con il Servizio Sanitario Nazionale e i Vigili del
Fuoco)”.
Concludiamo
ricordando che l’
attività informativa va realizzata “in un tempo sufficiente e
adeguato all’effettivo completamento del trasferimento delle informazioni e,
comunque, non inferiore ad un giorno”.
Commissione
Consultiva Permanente per la salute e sicurezza sul lavoro, “ Manuale
illustrato per lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati ai sensi
dell’art. 3 comma 3 del dpr 177/2011”, documento approvato nella seduta del
18 aprile 2012 (formato PDF, 3.33 MB).
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 1160 volte.
Pubblicità