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"Magazzini: la prevenzione nel carico e scarico delle merci"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
04/07/2012 - Sono diverse le attività a rischio per la salute e la sicurezza dei
lavoratori che si svolgono all’interno dei
magazzini:
le attività correlate alla movimentazione dei materiali, alle operazioni di
carico e scarico, all’utilizzo di specifiche attrezzature di lavoro, ... Ad
esempio all’utilizzo di “
ribalte” o
“pedane” in ferro su cui vengono spinti i carrelli carichi di merce, o, in
assenza di ribalta, all’utilizzo di transpallets e carrelli
elevatori.
Per
approfondire i temi legati alla prevenzione per le attività che si svolgono nei
magazzini riprendiamo la presentazione del documento “ Labor
Tutor - Un percorso formativo sulla prevenzione dei fattori di rischio tipici
del settore metalmeccanico”, un opuscolo realizzato dall’ Inail in collaborazione con
Enfea (Ente Nazionale per la Formazione e l’Ambiente) per migliorare la tutela
della sicurezza e salute dei lavoratori nel comparto
metalmeccanico.
Riguardo
alla sicurezza
nei magazzini il documento sottolinea che in questi ambienti di lavoro i
rischi possono essere di
tre tipi:
-
“
rischi per la sicurezza in generale;
-
rischi igienico - ambientali;
-
rischi trasversali o organizzativi”.
In
particolare i rischi per la sicurezza nei magazzini sono dovuti: “alle
caratteristiche delle aree di lavoro, all’organizzazione del lavoro e alle
caratteristiche delle attrezzature, degli utensili e delle macchine
utilizzate”.
Rimandando
i nostri lettori alla lettura del documento Inail per conoscere nel dettaglio
le caratteristiche dei singoli rischi, ci soffermiamo sulle indicazioni
specifiche per la
prevenzione dei rischi
per la sicurezza con particolare riferimento a:
-
“ immagazzinamento
delle merci secondo peso e forma delle stesse;
-
costituzione di bancali di altezza adeguata;
-
adeguati ausili per la movimentazione delle merci;
-
percorsi adeguatamente segnalati e differenziati per persone e mezzi;
-
sufficienti spazi per la movimentazione della merce;
-
idonei D.P.I. (guanti, calzature) e informazione e formazione del personale sul
loro utilizzo”.
Questi
alcuni
suggerimenti in merito allo
scarico delle merci:
-
“è indispensabile predisporre adeguate banchine e piattaforme livellatrici,
alle quali gli autocarri possano accostarsi agevolmente; in questi casi è
opportuno adottare respingenti o fermi;
-
va ricordato che gli imballi, se non provvisti di adeguati mezzi di prensione,
scivolano facilmente dalle mani e, soprattutto i più pesanti, possono essere
causa di gravi infortuni agli arti inferiori (schiacciamento delle dita,
ecc.)”. Una buona soluzione potrebbe essere quella di “modificare i sistemi
di imballaggio della merce attualmente adottati, facilitando la presa del
carico”;
-
“l’uso di scarpe antinfortunistiche per questo tipo di attività è difficilmente
accettato dal lavoratore che preferisce, invece, indossare scarpe comode e
leggere. Resta inteso che, qualora il rischio residuo non fosse completamente
eliminabile, dovranno essere fornite idonee scarpe di protezione e dovrà essere
effettuato anche un controllo circa l’effettivo utilizzo di questi D.P.I.”;
-
“quasi abitualmente, i bancali vengono stoccati nel magazzino uno sopra
l’altro: ciò risulta inadeguato e pericoloso. Il magazzino va dotato di
opportuna scaffalatura, in modo tale che ogni bancale possa essere appoggiato
adeguatamente sugli appositi ripiani. Si consiglia di stoccare ai piani più
bassi i bancali con la merce per cui è previsto picking manuale e, ai piani
alti, i bancali da prelevare per intero;
-
per lo stivaggio di bancali in quota, utile e sicuro è l’utilizzo del carrello
elettrico dotato di cabina che si eleva, insieme alle forche, al piano di
prelievo del pallet: la visibilità dell’operatore risulterà ottimale in ogni
fase di lavoro”.
Dopo
aver dato ulteriori suggerimenti in merito al miglioramento delle condizioni
microclimatiche, alla riduzione dei rischi da emissioni degli automezzi, ai
rischi da movimentazione manuale dei carichi e ai rischi dovuti alla
insufficienza di spazi, il documento si sofferma sulla
riduzione dei rischi da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori”.
Dopo
aver ricordato che la “
prensione
continua di oggetti e/o il trasporto di carichi con maniglie di dimensioni
incongrue”, può risultare dannosa per la struttura della mano, il documento
riporta i seguenti suggerimenti:
-
“evitare di trasportare, per percorsi superiori a pochi metri, pesi (dotati di
maniglie) maggiori di 10 kg con una sola mano; per percorsi superiori servirsi
di carrelli;
-
trasportare pesi dotati di maniglia molto stretta può essere dannoso per la
struttura della mano; per questo motivo, le maniglie delle latte andrebbero
munite di adeguata impugnatura già al momento della loro fabbricazione;
-
dotare i lavoratori di guanti con manicotto protettivo incorporato nel palmo,
da indossare quando si sollevano oggetti con maniglie di diametro troppo
piccolo; occorre, però, verificare preventivamente che tale soluzione non
diminuisca l’efficacia della presa”.
In
particolare la “
prensione a palmo in giù
(es. latte senza maniglia), se utilizzata frequentemente, è pericolosa”. Se si
adotta questa modalità di sollevamento, “per non affaticare le strutture della
mano, oggetti di peso superiore a 0,5 kg non dovrebbero essere trasportati in
modo continuo. È dunque preferibile:
-
trascinare l’oggetto afferrandolo il più possibile vicino all’imballaggio,
senza sollevarlo.
-
se è dotato di maniglia, far presa su di essa nel sollevarlo.
-
in caso contrario, sollevarlo, fin quanto è possibile, con due mani”.
Diamo
ora qualche breve indicazioni riguardo all’
utilizzo
delle ribalte, o dei
piani di
caricamento, per il carico/scarico dei materiali dagli automezzi di trasporto,
utilizzo che comporta varie situazioni di rischio per i lavoratori che operano
in questi luoghi di lavoro.
Infatti
generalmente “le ribalte si trovano ad una altezza da terra di circa 1,50 mt,
sono esposte agli agenti atmosferici e sono luoghi di lavoro in cui, in spazi
relativamente grandi, operano ‘pedoni’ e veicoli
di trasporto merci (muletti, carrelli elettrici, transpallets, ecc.)”.
Si
hanno dunque diverse
tipologie di
rischio dovute alle caratteristiche degli ambienti di lavoro esterni, alle
procedure improprie di lavoro, alla tipologia dei veicoli utilizzati:
-
rischi per la sicurezza (caduta e
scivolamenti in piano, urti contro ostacoli, caduta dall’alto per salti
impropri o scivolamenti dal piano di lavoro, investimenti da veicoli,
ribaltamento, rovesciamento di veicoli, ...);
-
rischi igienico – ambientali
(presenza di inquinanti, condizioni climatiche avverse, esposizione a rumore,
contaminazione da Clostridium Tetani in seguito a ferite da taglio o da punta,
...).
Il
documento sottolinea che le
condizioni
strutturali degli ambienti di lavoro “condizionano, ovviamente, la
sicurezza delle attività lavorative in essi svolte. Carenze di spazi o di
passaggi, irregolarità delle pavimentazioni (buche, dislivelli, ecc.) o
presenza di sostanze oleose sulle superfici di camminamento, possono essere
causa di infortuni quali urti contro ostacoli, cadute o scivolamenti
in piano”.
Inoltre
le cadute dall’alto “possono essere presenti laddove la cattiva organizzazione
dell’attività lavorativa o la concentrazione di più persone e veicoli in spazi
ristretti favorisce il verificarsi di urti involontari violenti, o laddove le
zone di operatività sono al limite della ribalta, con conseguente possibilità
di caduta del lavoratore oltre il piano di lavoro”.
Anche
la “presenza di veicoli a motore sulle ribalte che hanno condizioni strutturali
inadeguate, possono essere causa di gravi infortuni quali gli investimenti”.
Senza dimenticare che “il rovesciamento o il ribaltamento di carrelli
elettrici, muletti o transpallets, oltre ad essere dovuti ad una non corretta
organizzazione dell’ambiente di lavoro, possono essere provocati anche da una
mancata o errata formazione del personale sulle modalità d’uso dei veicoli
stessi (guida spericolata, scorretto trasporto carichi, errato caricamento)”.
Premesso
che “i lavoratori devono avere a disposizione procedure di sicurezza scritte”
ed essere adeguatamente formati ed informati”, il documento si sofferma sulla
prevenzione dei rischi legati alla movimentazione con attrezzature meccaniche,
dei rischi di esposizione ad agenti fisici e chimici, dei rischi legati alla
possibilità di contrarre il tetano.
Per
concludere questa breve presentazione dei rischi connessi alle attività nei
magazzini e all’uso delle ribalte, presentiamo qualche suggerimento per
prevenire i rischi legati alla
movimentazione con attrezzature meccaniche, con riferimento alla:
-
“conduzione attenta e responsabile delle attrezzature meccaniche;
-
rispetto della segnaletica orizzontale e verticale;
-
organizzazione corretta dell’attività lavorativa”.
Questi
i
suggerimenti presentati nel
documento:
-
“la conduzione delle attrezzature meccaniche deve sempre avvenire nel rispetto
delle istruzioni e della formazione acquisita. Non devono mai essere eseguite manovre
potenzialmente pericolose. La guida, inoltre, deve avvenire nel massimo
rispetto della segnaletica orizzontale/verticale, mantenendo una velocità
coerente con gli ambienti e gli spazi di manovra”;
-
si sottolinea “l’importanza di una scrupolosa applicazione delle procedure
organizzative di lavoro, che devono essere elaborate dal datore di lavoro”.
Inail,
“ Labor
Tutor - Un percorso formativo sulla prevenzione dei fattori di rischio tipici
del settore metalmeccanico”, realizzato in collaborazione con Enfea,
edizione 2011, pubblicato nel mese di marzo 2012 (formato PDF, 6.33 MB).
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