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"Valutazione e misura del rischio da sovraccarico biomeccanico"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
11/07/2012 - Presentando i
risultati del seminario “ Il
ruolo del RLS nella prevenzione dei rischi di natura ergonomica e da
sovraccarico biomeccanico”, che si è tenuto il 19 aprile 2012 a Bologna,
PuntoSicuro ha sottolineato l’importanza di una corretta valutazione del
rischio per la prevenzione delle patologie
muscoloscheletriche in ambito lavorativo.
Durante il seminario –
organizzato dal Servizio Informativo per i Rappresentanti dei Lavoratori per la
Sicurezza ( SIRS) con la collaborazione di altri enti e
organizzazioni (Provincia, CGIL-CISL-UIL e AUSL di Bologna, Dipartimenti sanità
pubblica, DTL e Inail di Bologna, AUSL di Imola, ...) – sono stati offerti ai
Rappresentanti dei lavoratori per la
Sicurezza diverse indicazioni sul proprio ruolo nel processo di valutazione
e sugli strumenti pratici di orientamento per la verifica del processo di
valutazione dei rischi di natura ergonomica
e da sovraccarico biomeccanico.
Un intervento in particolare, dal
titolo “
La valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico”
a cura di Flavia Franceschini e Leopoldo Magelli, riporta diverse informazioni
correlate al processo di valutazione.
L’intervento indica innanzitutto
che il sovraccarico
biomeccanicosi può definire come la “condizione che si verifica quando le
sollecitazioni meccaniche statiche o dinamiche esterne superano la capacità di
resistenza di articolazioni, muscoli e tendini, in modo acuto (traumi/ infortuni
da sforzo) o determinando microtraumi che si ripetono nel tempo con effetto
cumulativo (Patologie Muscolo Scheletriche)”.
I relatori si soffermano poi sui
fattori che possono determinare
sovraccarico biomeccanico.
Ad esempio riguardo al sovraccarico
biomeccanico degli arti superiori (sbas) bisogna fare attenzione a:
- “
ripetitività: movimenti sempre uguali a stessi ripetuti a lungo/
lavoro a cicli;
-
frequenza: alta frequenza di gesti in ogni minuto di lavoro”;
- “
forza: uso di forza elevata con gli arti superiori;
-
postura: posizioni scorrette del polso, del gomito, delle spalle o
movimenti articolari estremi”;
- “
periodi di recupero: mancanza di pause o rotazione su lavori senza
impegno degli arti superiori;
-
fattori complementari: maneggiare oggetti molto freddi; vibrazioni;
compressioni sulle mani durante l’uso di
attrezzi; uso di guanti inadeguati; frequente uso di martello per dare colpi”.
Inoltre i
compiti /condizioni a rischio di sovraccarico biomeccanico per la
schiena o gli arti superiori sono:
- movimentazione manuale di carichi
(azioni di sollevamento/deposito, trasporto in piano e azioni di traino e
spinta);
- movimentazione di bassi carichi
ad alta frequenza/movimenti e sforzi ripetuti;
- posture
incongrue/disergonomie.
Il documento. che vi invitiamo a
visionare, si sofferma poi sulla normativa vigente, con riferimento specifico al Decreto legislativo 81/2008, sulle
norme tecniche, sulla valutazione del rischio come processo e sulla
misura del rischio.
É possibile misurare il sovraccarico biomeccanico?
Poiché il sovraccarico
biomeccanico (S.B.) “è la risultante di tanti ‘determinanti di rischio’, non
può quindi essere ‘misurato’ come altri rischi (es. rumore con il fonometro o
gli agenti chimici con analisi di campioni di aria)”, Dunque sono “stati messi
a punto vari metodi in grado di determinare e quantificare il rischio da S.B.,
basati sull’identificazione e analisi dei vari fattori che lo determinano, sullo
studio della relazione dose-risposta e della percentuale di casi attesi. La
legge italiana non indica un metodo d’elezione”.
Se non è indicato un metodo di
elezione, comunque “le Norme Tecniche,
le Linee Guida, la letteratura scientifica indicano alcuni metodi per la
‘misura’ del rischio da S.B.”.
Bisogna tuttavia verificare che:
- “siano metodiche validate;
- siano idonee ad essere
applicate alla situazione in esame;
- tengano conto in maniera
integrata di tutti i ‘determinanti’ di rischio (o almeno di gran parte di essi);
- nel caso di sbas considerino
tutti i distretti coinvolti (spalla, gomito e polso)”.
Ricordando che nel documento agli
atti è presente un elenco dei principali metodi per la valutazione del rischio
da movimenti/sforzi ripetitivi ad alta frequenza, vediamo i
principali metodi utilizzati per la misura
del rischio.
Per la
movimentazione manuale dei carichi:
- “
equazione del NIOSH: equazione che permette di calcolare il peso di
riferimento da adottare in caso di movimentazione in condizioni non ideali e
successivamente di verificare se l’IS – Indice di Sollevamento - è accettabile”;
-
metodo OWAS: “consiste nell’analisi delle posture di differenti
distretti corporei; se ne considera inoltre la frequenza durante un turno
lavorativo;
-
TLV ACGIH: stimato tenendo conto della durata per turno delle attività
di movimentazione, del numero di sollevamenti nell’unità di tempo, della
distanza orizzontale e verticale del peso movimentato. Vengono presentate tre
tabelle riassuntive che riportano i TLV definiti in base alle variabili sopra
descritte”.
Per
traino e spinta/azioni
di trasporto:
-
tabelle di SNOOK e CIRIELLO: “tabelle che forniscono i valori
limite di riferimento del peso (azioni di trasporto) o della forza esercitata
nella fase iniziale e di mantenimento dell’azione (traino e spinta), in base a
frequenza, altezza da terra, metri di trasporto, per sesso e per diversi
percentili di ‘protezione’ della popolazione sana”.
Per
sovraccarico biomeccanico degli arti superiori:
-
metodologia ACGIH: “applicabile a compiti singoli di durata almeno
di 4 ore; considera 2 variabili (frequenza di azione e picco di forza );
considerato solo il distretto polso –mano;
-
metodologia OCRA (OCRA Index e Check List Ocra): considera i
determinanti del rischio frequenza d’azione, intensità della forza, durata
dello sforzo, postura di spalla, gomito, polso e mano, tempi di recupero,
aspetti dell’organizzazione del lavoro, e fattori complementari.
È possibile personalizzare
l’indice di rischio in base al tempo di esposizione effettiva”.
Per
movimentazione manuale di pazienti:
-
indice MAPO (EPM) - movimentazione assistita pazienti
ospedalizzati: “indice sintetico di
esposizione, ottenuto dalla valutazione integrata dei principali determinanti
di rischio da movimentazione
manuale dei pazienti”.
I relatori si soffermano anche
sulla
verifica dell’applicabilità del
metodo.
Ad esempio l’equazione del NIOSH non
è applicabile in caso di:
- “presa delle mani non sicura o
con una mano sola;
- lavoro svolto per più di 8 ore
al giorno;
- sollevamento effettuato in
posizione seduta o inginocchiata;
- sollevamento in aree ristrette
o con movimenti a scatto;
- condizioni climatiche
sfavorevoli;
- pavimenti scivolosi/mancanza di
adeguato supporto;
- trasporto di un peso per un
tratto superiore ai 2 metri o su scale”.
La relazione continua con
indicazioni relative alle situazioni di rischio che richiedono correzione
immediata, ai rischi residui e all’interpretazione dei risultati dei metodi di
misurazione del rischio.
Per concludere riportiamo un
breve
elenco degli “errori” più
frequenti:
- “scorciatoie nello schema di
flusso;
- errori nella scelta del metodo
di valutazione e dei criteri” (all. XXXIII – D.Lgs. 81/2008);
- “errori nell’applicazione del
metodo;
- errori nell’interpretazione dei
risultati della valutazione (entità del rischio);
- non tener conto dei soggetti
‘con limitazioni’ (art. 168 – all. XXXIII - fattori individuali di rischio)”.
“ La
valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico”, a cura di Flavia
Franceschini e Leopoldo Magelli, intervento al seminario “Il ruolo del RLS
nella prevenzione dei rischi di natura ergonomica e da sovraccarico
biomeccanico” (formato PDF, 4.36 MB).
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