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"Imparare dagli errori: incidenti nella piegatura di metalli"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
19/07/2012 - “Imparare dagli errori” ha dedicato diverse puntate al racconto degli
incidenti e alla prevenzione degli infortuni derivanti dall’
utilizzo di presse,
ad esempio con riferimento alla lavorazione
dei metalli, alla trasformazione del cartone e alla lavorazione
di materie plastiche.
La
rubrica di PuntoSicuro di sofferma ora su una tipologia specifica di presse, le
presse piegatrici, utilizzate, in
questo caso, per la
piegatura di metalli.
Le
dinamiche degli incidenti presentati sono tratte dalle schede di INFOR.MO.,
strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di
sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
I casi
Il
primo caso è relativo ad attività di
piegatura lamiere con pressopiegatrici.
L'infortunato
sta lavorando dei profili in acciaio inox con una piegatrice.
Per
eseguire il lavoro di piegatura della lamiera è necessario imprimere al pezzo
“una certa pressione contro gli scontri della macchina pressopiegatrice (o
pressa piegatrice) al fine di eseguire la piegatura in maniera perfetta”.
Improvvisamente
il profilato, a causa della forza impressa, scivola dalla parte sinistra
trascinando con sé anche la mano dell'infortunato che lo trattiene.
In
contemporanea l'operaio aziona “il comando a pedale per la discesa del
‘pestone', ossia dell'organo lavoratore che imprime la piegatura al pezzo”.
Questo lo colpisce al braccio provocandogli lesioni e fratture al polso
sinistro.
In
questo caso siamo di fronte, come indicato nella scheda di INFOR.MO.:
-
ad una procedura pericolosa di piegatura, con un uso errato dell’attrezzatura;
-
all’ inadeguatezza
delle protezioni della macchina pressopiegatrice.
Riportiamo
brevemente un
secondo caso relativo
alle lavorazioni alle presse per la
piegatura
di lamiere di ferro.
Un
lavoratore insieme ad un collega procedono alla piegatura di alcune lamiere di
ferro alla pressa piegatrice.
Mentre
il collega è addetto all'azionamento della macchina, l'infortunato sostiene e
movimenta manualmente la lamiera.
Avendo
posizionato in maniera non corretta l'avambraccio sinistro sopra la lamiera,
questo rimane schiacciato tra la lamiera e il punzone della pressa.
La
scheda rimarca l’errore procedurale: la movimentazione non corretta della
lamiera.
La prevenzione
L’Inail/ex
Ispesl ha prodotto, prima dell’emanazione del Decreto legislativo 81/2008, un
documento che si occupa dei pericoli e dei rischi delle
presse piegatrici idrauliche e delle misure per eliminarli.
Le
“ Linee Guida sulle Caratteristiche di funzionalità e sicurezza
dei dispositivi a protezione del fronte lavorativo delle presse piegatrici idrauliche” - documento
realizzato da un gruppo di lavoro composto da rappresentanti dell’Ispesl, del
Ministero del lavoro, del Coordinamento tecnico interregionale della
Prevenzione nei luoghi di lavoro, delle Associazioni di costruttori - avevano
l’obiettivo di “colmare gli spazi di discrezionalità lasciati dalla norma EN
12622 sulle presse piegatrici idrauliche, di favorire una lettura uniforme di
quei principi generali della regolamentazione non sufficientemente esplicati e
di fornire un indirizzo utile a quanti interagiscono (operatori, organi di
controllo e costruttori) a vari livelli, con le macchine presse piegatrici
idrauliche”.
Il
documento riporta alcune
tipologie di
incidenti che possono avvenire sulle macchine presse piegatrici durante le
operazioni di: lavorazione, messa a punto degli utensili, le corse di prova, la
manutenzione e la lubrificazione.
In
un primo caso di incidente (nel documento sono presenti anche immagini
esplicative) per pezzi di piccole dimensioni “uno o più dita dell’operatore
possono essere schiacciate o cesoiate tra il punzone e la matrice”.
In
un altro caso, “sempre con pezzi di piccole dimensioni, le dita dell’operatore
non si trovano tra il punzone e la matrice ma, per effetto della piega e del
conseguente spostamento del pezzo lavorato verso l’alto, vengono schiacciate
tra il pezzo in lavorazione ed il fianco del punzone”.
In
un terzo caso “il pericolo per l’operatore deriva dall’urto di una parte del
corpo con la lamiera in fase di piegatura”. Ad esempio la parte interessata può
essere tra il mento ed il collo dell’operatore e “le dimensioni del pezzo
sottoposto a piegatura sono maggiori rispetto ai casi prima evidenziati. Questo
incidente diventa particolarmente pericoloso a seguito di una errata
programmazione del
punto di mute
(punto di inibizione, ndr). In tal caso, infatti, il punzone potrebbe colpire
la lamiera ad alta velocità”.
Un
quarto caso riguarda “la possibilità che il la/e mano/i dell’operatore venga/no
schiacciata/e tra gli utensili e i riscontri posteriori In questo caso una condizione di pericolo può
nascere dai vincoli di regolazione (punto di mute) e posizionamento
dell’emettitore e ricevitore dell’ESPE (apparecchi di protezione
elettrosensibili, ndr), e dai comandi: un operatore comanda l’avvio della
macchina, mentre un altro è ancora con parti del corpo nella zona dello
stampo”.
Nel
documento è presentato anche un caso relativo all’elusione del
dispositivo ESPE. “L’ESPE è costituito
da una cellula monoraggio ad infrarossi. Il limite di questo sistema sta, nel
caso particolare, nella facile eludibilità dello stesso qualora il supporto
permetta la rotazione dallo stesso lato sia dell’emettitore che del
ricevitore”.
Rimandando
ad una prossima puntata di “Imparare dagli errori” la raccolta delle misure di
prevenzione presentate nelle linee guida Ispesl, ci soffermiamo ora su un
documento del 2009 realizzato dal Servizio Prevenzione e Sicurezza degli
Ambienti di Lavoro (S.Pre.S.A.L.) dell' Azienda Sanitaria Locale 13 di Novara per la riduzione dei
rischi lavorativi nel comparto
metalmeccanico.
In
“ Sicurezza
delle macchine” si indica che il
pericolo
maggiore della pressa piegatrice “è rappresentato dall’elemento mobile di
piegatura che deve essere opportunamente difeso con l’adozione di
barriere immateriali (fotocellule) che
arrestino immediatamente la macchina se viene interrotto il fascio luminoso e
che rendano impossibile l’introduzione delle mani tra gli stessi fasci
(distanza eccessiva tra i fasci)”.
In
particolare le barriere “possono essere disattivate solo quando l’utensile si
trova a 6 mm dalla lamiera. In questa posizione la piegatrice è in condizioni
di sicurezza perché le mani non possono entrare nella zona di schiacciamento. A
questo punto può essere disattivato il fascio luminoso delle fotocellule,
consentendo l’uso del comando a pedale rendendo possibile all’operatore le
operazioni di posizionamento e accompagnamento del pezzo durante la piegatura”.
In
alternativa, “sempre a condizione che all’utilizzo del macchinario sia addetto
un unico lavoratore”, si possono impiegare:
-
il
comando a due mani, sempre ad
azione mantenuta;
-
il
comando a pedale a pressione continua
vincolato e posizionato a distanza di sicurezza dagli organi pericolosi.
Come
per la cesoia anche per la piegatrice “si richiede che nella parte posteriore
della macchina, quando liberamente accessibile, sia presente una
barra distanziatrice alta almeno 1 m e
distante almeno 70 cm dalla lama.
Inoltre, deve essere presente un
pulsante
per l’arresto d’emergenza ed un cartello indicante il divieto di accesso
all’interno della zona delimitata”.
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