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"Geologi: dopo il sisma, necessario puntare sulla prevenzione"
fonte www.edilportale.com / Sicurezza
23/07/2012 - “Fare una completa ed esauriente classificazione sismica dei Comuni;
costruire seguendo precise norme antisismiche; adottare comportamenti
corretti e realizzare piani di emergenza comunali necessari per
organizzare un tempestivo soccorso alla popolazione colpita”.
Sono queste le azioni di prevenzione del rischio sismico suggerite dal Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG), Gianvito Graziano, e dai Presidenti dei Geologi dell’Emilia Romagna, del Veneto e della Lombardia, Maurizio Zaghini, Paolo Spagna e Lamberto Griffini, in un comunicato stampa congiunto, a due mesi dalle scosse che hanno sconvolto il Nord Italia.
“Pur riconoscendo l’ovvia necessità di attuare un rapido ed efficace soccorso alle popolazioni colpite - affermano i presidenti - e di garantire la continuità di un importante tessuto produttivo del Paese che diversamente rischia seriamente di perdere competitività, ci aspettavamo dopo il terremoto una maggiore attenzione verso i problemi del sottosuolo, non solo delle strutture in elevazione, coerentemente con le dichiarazioni rese in audizione presso la Commissione Ambiente della Camera. Invece, ancora una volta assistiamo alla resa dello Stato ai poteri forti e la totale miopia verso le reali esigenze della società civile e le più elementari regole di buon governo del territorio”.
I geologi ripercorrono gli eventi degli ultimi mesi, ricordando che “la crisi sismica iniziata nel mese di maggio 2012 e che ha interessato i territori e le popolazioni dell’Emilia, della Lombardia e del Veneto ci ha colti ancora una volta impreparati presentandoci il pesante conto fatto di vittime, disastri, ingenti danni ai centri storici, ai distretti produttivi, all’agricoltura, alle abitazioni mettendo a rischio lo stesso tessuto sociale ed economico di un ampio territorio che fino a poche settimane fa potevamo definire ricco ed avanzato”.
“L’urgenza di interventi strutturali - sottolineano i presidenti - che non comportino per le popolazioni colpite dal sisma di fine maggio ulteriori oneri in futuro, per soluzioni emergenziali che non corrispondono effettivamente alle necessità di una stabile ripartenza dell’economia, avrebbero dovuto comunque tenere conto delle risposte sismiche locali, coerentemente con la normativa tecnica vigente, e verificare l’esistenza di possibili rischi per fenomeni cosismici indotti.
La soluzione della certificazione geo-sismica locale da noi prospettata per i fabbricati dichiarati inagibili, che sarebbe passata attraverso la verifica delle condizioni geo-sismiche di ogni singolo fabbricato avrebbe maggiormente garantito gli interventi strutturali richiesti dal DL 74/2012, sia in fase provvisoria che definitiva. Ed è quanto ci viene chiesto dai Sindaci delle Amministrazioni locali, che sostenendo il primo impatto dell’emergenza hanno pienamente compreso l’importanza di una corretta politica di prevenzione del rischio sismico”.
“Con la conversione in legge di questo decreto ( leggi tutto) si è nuovamente persa una occasione per garantire soluzioni coerenti e dare alle Amministrazioni locali gli strumenti per rispondere alle incessanti richieste di sicurezza da parte della popolazione. Sarebbe stato un esempio di buon governo che, una volta collaudato, poteva essere esportato anche verso le nuove costruzioni ponendo così le basi per una moderna e corretta politica urbanistica”.
“In questa ottica - sottolineano i presidenti -, gruppi di volontari coordinati dagli Ordini Regionali, si stanno proponendo in alcune realtà comunali maggiormente colpite dal terremoto adottando non solo edifici pubblici bisognosi di interventi consistenti e di verifiche, ma anche interi territori comunali allo scopo di fornire esempi di microzonazione sismica ed accertare la suscettibilità dei terreni ai cosiddetti effetti cosismici, particolarmente pericolosi, allo scopo di fornire uno strumento di governo del territorio più efficace, soprattutto nell’orientare le future scelte urbanistiche”.
Secondo i Geologi, è strategico già in questo momento non sottovalutare i costi e le complessità della successiva messa in sicurezza degli edifici, tenendo conto delle effettive caratteristiche di risposta sismica dei suoli intimamente connesse con le caratteristiche geomorfologiche, geologiche e geotecniche locali. “Insomma - concludono i presidenti -, com’è possibile attuare una corretta mitigazione del rischio senza tenere conto del fenomeno naturale che lo causa? E ancora, perchè rischiare di trovarsi in futuro ancora una volta impreparati? L’urgenza non può ancora una volta costituire l’alibi per soluzioni che poco hanno a che vedere con la sicurezza e la pubblica incolumità”.
Sono queste le azioni di prevenzione del rischio sismico suggerite dal Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG), Gianvito Graziano, e dai Presidenti dei Geologi dell’Emilia Romagna, del Veneto e della Lombardia, Maurizio Zaghini, Paolo Spagna e Lamberto Griffini, in un comunicato stampa congiunto, a due mesi dalle scosse che hanno sconvolto il Nord Italia.
“Pur riconoscendo l’ovvia necessità di attuare un rapido ed efficace soccorso alle popolazioni colpite - affermano i presidenti - e di garantire la continuità di un importante tessuto produttivo del Paese che diversamente rischia seriamente di perdere competitività, ci aspettavamo dopo il terremoto una maggiore attenzione verso i problemi del sottosuolo, non solo delle strutture in elevazione, coerentemente con le dichiarazioni rese in audizione presso la Commissione Ambiente della Camera. Invece, ancora una volta assistiamo alla resa dello Stato ai poteri forti e la totale miopia verso le reali esigenze della società civile e le più elementari regole di buon governo del territorio”.
I geologi ripercorrono gli eventi degli ultimi mesi, ricordando che “la crisi sismica iniziata nel mese di maggio 2012 e che ha interessato i territori e le popolazioni dell’Emilia, della Lombardia e del Veneto ci ha colti ancora una volta impreparati presentandoci il pesante conto fatto di vittime, disastri, ingenti danni ai centri storici, ai distretti produttivi, all’agricoltura, alle abitazioni mettendo a rischio lo stesso tessuto sociale ed economico di un ampio territorio che fino a poche settimane fa potevamo definire ricco ed avanzato”.
“L’urgenza di interventi strutturali - sottolineano i presidenti - che non comportino per le popolazioni colpite dal sisma di fine maggio ulteriori oneri in futuro, per soluzioni emergenziali che non corrispondono effettivamente alle necessità di una stabile ripartenza dell’economia, avrebbero dovuto comunque tenere conto delle risposte sismiche locali, coerentemente con la normativa tecnica vigente, e verificare l’esistenza di possibili rischi per fenomeni cosismici indotti.
La soluzione della certificazione geo-sismica locale da noi prospettata per i fabbricati dichiarati inagibili, che sarebbe passata attraverso la verifica delle condizioni geo-sismiche di ogni singolo fabbricato avrebbe maggiormente garantito gli interventi strutturali richiesti dal DL 74/2012, sia in fase provvisoria che definitiva. Ed è quanto ci viene chiesto dai Sindaci delle Amministrazioni locali, che sostenendo il primo impatto dell’emergenza hanno pienamente compreso l’importanza di una corretta politica di prevenzione del rischio sismico”.
“Con la conversione in legge di questo decreto ( leggi tutto) si è nuovamente persa una occasione per garantire soluzioni coerenti e dare alle Amministrazioni locali gli strumenti per rispondere alle incessanti richieste di sicurezza da parte della popolazione. Sarebbe stato un esempio di buon governo che, una volta collaudato, poteva essere esportato anche verso le nuove costruzioni ponendo così le basi per una moderna e corretta politica urbanistica”.
“In questa ottica - sottolineano i presidenti -, gruppi di volontari coordinati dagli Ordini Regionali, si stanno proponendo in alcune realtà comunali maggiormente colpite dal terremoto adottando non solo edifici pubblici bisognosi di interventi consistenti e di verifiche, ma anche interi territori comunali allo scopo di fornire esempi di microzonazione sismica ed accertare la suscettibilità dei terreni ai cosiddetti effetti cosismici, particolarmente pericolosi, allo scopo di fornire uno strumento di governo del territorio più efficace, soprattutto nell’orientare le future scelte urbanistiche”.
Secondo i Geologi, è strategico già in questo momento non sottovalutare i costi e le complessità della successiva messa in sicurezza degli edifici, tenendo conto delle effettive caratteristiche di risposta sismica dei suoli intimamente connesse con le caratteristiche geomorfologiche, geologiche e geotecniche locali. “Insomma - concludono i presidenti -, com’è possibile attuare una corretta mitigazione del rischio senza tenere conto del fenomeno naturale che lo causa? E ancora, perchè rischiare di trovarsi in futuro ancora una volta impreparati? L’urgenza non può ancora una volta costituire l’alibi per soluzioni che poco hanno a che vedere con la sicurezza e la pubblica incolumità”.
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