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"Privacy, vietato spiare i lavoratori con la videosorveglianza"
fonte www.italiaoggi.it / Responsabilità sociale
24/10/2012 - Vietati i sistemi di videosorveglianza in grado di captare anche le
conversazioni dei dipendenti. Lo ha stabilito il Garante per la privacy,
che ha spento le telecamere installate in un call center all'ingresso
della sede e nei locali dove sono collocate le postazioni di lavoro,
dichiarando illecito il trattamento dei dati personali dei dipendenti.
L'impianto, composto da quattro telecamere orientabili e dotate di zoom, di cui tre in grado di captare anche l'audio all'interno del call center, era segnalato da cartelli, privi però di alcune informazioni obbligatorie, come quello di effettuare le riprese audio, affissi in prossimità dei luoghi ripresi.
Dopo il divieto del Garante, la società non potrà utilizzare i dati personali trattati in violazione di legge. L'eventuale riattivazione delle telecamere, rileva il Garante, "dovrà avvenire nel rispetto dello Statuto dei lavoratori, che ammette l'installazione di sistemi audiovisivi, dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori, solo in presenza di particolari esigenze aziendali organizzative, produttive o di sicurezza del lavoro, previo accordo con le rappresentanze sindacali. In assenza di un tale accordo è necessaria l'autorizzazione del competente ufficio periferico del ministero del Lavoro".
Dagli accertamenti ispettivi, prosegue il Garante, è "emerso invece che la società non è stata in grado di dimostrare l'esistenza delle menzionate esigenze aziendali che giustificassero l'installazione dell'impianto, né aveva rispettato la procedura prevista dalla legge. Il trattamento dei dati svolto presso il call center è risultato quindi illecito. Il sistema effettuava, di fatto, un controllo a distanza dei lavoratori vietato dalla legge, aggravato, peraltro, dalla presenza di un impianto in grado di captare l'audio di quanto accadeva negli ambienti di lavoro".
Gli atti riguardanti la società, già sanzionata per non aver informato correttamente i dipendenti della presenza delle telecamere, saranno trasmessi alla magistratura per la valutazione di eventuali profili penali connessi all'installazione del sistema audiovisivo.
L'impianto, composto da quattro telecamere orientabili e dotate di zoom, di cui tre in grado di captare anche l'audio all'interno del call center, era segnalato da cartelli, privi però di alcune informazioni obbligatorie, come quello di effettuare le riprese audio, affissi in prossimità dei luoghi ripresi.
Dopo il divieto del Garante, la società non potrà utilizzare i dati personali trattati in violazione di legge. L'eventuale riattivazione delle telecamere, rileva il Garante, "dovrà avvenire nel rispetto dello Statuto dei lavoratori, che ammette l'installazione di sistemi audiovisivi, dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori, solo in presenza di particolari esigenze aziendali organizzative, produttive o di sicurezza del lavoro, previo accordo con le rappresentanze sindacali. In assenza di un tale accordo è necessaria l'autorizzazione del competente ufficio periferico del ministero del Lavoro".
Dagli accertamenti ispettivi, prosegue il Garante, è "emerso invece che la società non è stata in grado di dimostrare l'esistenza delle menzionate esigenze aziendali che giustificassero l'installazione dell'impianto, né aveva rispettato la procedura prevista dalla legge. Il trattamento dei dati svolto presso il call center è risultato quindi illecito. Il sistema effettuava, di fatto, un controllo a distanza dei lavoratori vietato dalla legge, aggravato, peraltro, dalla presenza di un impianto in grado di captare l'audio di quanto accadeva negli ambienti di lavoro".
Gli atti riguardanti la società, già sanzionata per non aver informato correttamente i dipendenti della presenza delle telecamere, saranno trasmessi alla magistratura per la valutazione di eventuali profili penali connessi all'installazione del sistema audiovisivo.
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