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"Protezione delle lavoratrici madri, una guida dell’ILO"
fonte www.insic.it / Salute
17/12/2012 - In occasione della
Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre),
l'ILO (International Labour Organization) ha pubblicato delle
linee guida per l’implementazione delle politiche aziendali di protezione della maternità.
Il tema della maternità e della protezione delle lavoratrici madri e non, è tornato nel dibattito socio-politico italiano all’indomani della ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, avvenuta l’11 dicembre su proposta del Ministro degli Affari Esteri Giulio Terzi e del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari opportunità, Elsa Fornero.
La connessione fra la tematica della violenza sulle donne lavoratrici e la tutela della maternità è particolarmente evidente ed ha ripercussioni anche sui bilanci aziendali, costretti a piegarsi a risarcimenti milionari nei processi per discriminazione. Con l’avanzare della crisi economica, le denuncie per discriminazione sul lavoro di donne in gravidanza o neomamme sono aumentate del 35% in America, portando i risarcimenti alla somma record di 150 mln di dollari.
In Italia, l’ILO rileva che sono 800.000 le lavoratrici che hanno dichiarato di essere state costrette a dimettersi per poter rimanere incinta o di aver firmato in anticipo lettere di dimissioni prive di data, al momento del loro reclutamento in azienda, in vista dell’eventualità di una gravidanza.
Oltre al tema della discriminazione, l’ILO non manca di sottolineare le carenze in materia di salute e sicurezza sul lavoro delle donne in gravidanza in ogni parte del mondo, spesso esposte a sostanze chimiche pericolose che potrebbero danneggiare il feto, o spesso costrette a pesanti turni notturni.
Le linee guida proposte dall’ILO intendono quindi aiutare le organizzazioni, i ministeri, i lavoratori e le organizzazioni dei datori di lavoro a rafforzare ed estendere la tutela della maternità per le donne a lavoro, nell’ottica di preservare la salute della madre e del suo nuovo bambino e per garantire la sicurezza economica delle gestanti e delle loro famiglie. Ciò può essere ottenuto attraverso diversi strumenti, quali il congedo di maternità, prestazioni mediche, la tutela della salute nei luoghi di lavoro, la tutela del lavoro e la non discriminazione, l'allattamento al seno e al lavoro.
Laura Addati, ILÒs Maternity Specialist, ha tenuto a precisare che non si tratta solo di un aiuto alle donne, ma che la protezione della maternità ha inevitabili ripercussioni in termini di costi-benefici per le aziende, che se da un lato possono evitare cali di produttività e cause per discriminazione, dall’altro possono correttamente fidelizzare e valorizzare le forze lavoro più valide.
Il tema della maternità e della protezione delle lavoratrici madri e non, è tornato nel dibattito socio-politico italiano all’indomani della ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, avvenuta l’11 dicembre su proposta del Ministro degli Affari Esteri Giulio Terzi e del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari opportunità, Elsa Fornero.
La connessione fra la tematica della violenza sulle donne lavoratrici e la tutela della maternità è particolarmente evidente ed ha ripercussioni anche sui bilanci aziendali, costretti a piegarsi a risarcimenti milionari nei processi per discriminazione. Con l’avanzare della crisi economica, le denuncie per discriminazione sul lavoro di donne in gravidanza o neomamme sono aumentate del 35% in America, portando i risarcimenti alla somma record di 150 mln di dollari.
In Italia, l’ILO rileva che sono 800.000 le lavoratrici che hanno dichiarato di essere state costrette a dimettersi per poter rimanere incinta o di aver firmato in anticipo lettere di dimissioni prive di data, al momento del loro reclutamento in azienda, in vista dell’eventualità di una gravidanza.
Oltre al tema della discriminazione, l’ILO non manca di sottolineare le carenze in materia di salute e sicurezza sul lavoro delle donne in gravidanza in ogni parte del mondo, spesso esposte a sostanze chimiche pericolose che potrebbero danneggiare il feto, o spesso costrette a pesanti turni notturni.
Le linee guida proposte dall’ILO intendono quindi aiutare le organizzazioni, i ministeri, i lavoratori e le organizzazioni dei datori di lavoro a rafforzare ed estendere la tutela della maternità per le donne a lavoro, nell’ottica di preservare la salute della madre e del suo nuovo bambino e per garantire la sicurezza economica delle gestanti e delle loro famiglie. Ciò può essere ottenuto attraverso diversi strumenti, quali il congedo di maternità, prestazioni mediche, la tutela della salute nei luoghi di lavoro, la tutela del lavoro e la non discriminazione, l'allattamento al seno e al lavoro.
Laura Addati, ILÒs Maternity Specialist, ha tenuto a precisare che non si tratta solo di un aiuto alle donne, ma che la protezione della maternità ha inevitabili ripercussioni in termini di costi-benefici per le aziende, che se da un lato possono evitare cali di produttività e cause per discriminazione, dall’altro possono correttamente fidelizzare e valorizzare le forze lavoro più valide.
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