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"Il libretto formativo del cittadino"
fonte www.puntosicuro.it / Formazione ed informazione
21/01/2013 - Con i termini
lifelong e
lifewide learning si fa riferimento alla
possibilità, alla necessità per ciascun cittadino di potersi formare, di poter valorizzare
le proprie esperienze e poter
apprendere
in modo continuo esercitando i propri diritti di cittadinanza e di sviluppo
professionale.
Di
questo tema e con riferimento specifico al
libretto
formativo del cittadino, strumento fondamentale per la trasparenza
dell'apprendimento e per un’adeguata gestione della sicurezza nei luoghi di
lavoro, si parla in un intervento che si è tenuto al seminario del 25 giugno
2012 “ Il ‘Patentino’
ovvero l’abilitazione all’utilizzo delle attrezzature speciali”. Il
seminario - organizzato dalla Commissione Sicurezza dell’ Ordine degli Ingegneri della
Provincia di Roma in collaborazione la Pianeta Sicurezza S.r.l. - aveva lo
scopo di dare informazioni sulla
sicurezza delle attrezzature che richiedono conoscenze e responsabilità
particolari. Attrezzature per le quali il nuovo accordo
Stato-Regioni prevede una formazione, informazione ed addestramento
adeguati e specifici.
In
“
Il libretto formativo del cittadino”,
a cura dell’Ing. Maurizio Bella, vengono innanzitutto indicati alcuni necessari
riferimenti normativi relativi al libretto:
-
Accordo Stato Regioni del 18 febbraio 2000: è indicato il Libretto Formativo come
strumento per
documentare il curriculum
formativo e le competenze acquisite;
-
Decreto Min. Lav. Prev. Soc. n. 174/2001 del 31 maggio 2001 sul sistema di
certificazione delle competenze nella formazione professionale: “si ribadisce
che nel Libretto Formativo del Cittadino devono essere riportate le
certificazioni delle competenze effettuate”;
-
D. L.vo n. 276 del 10/9/2003: “fornisce una definizione del Libretto Formativo
del Cittadino, rendendo operativa la finalità di valorizzare le competenze
individuali e l’esperienza professionale”;
-
Accordo Quadro Stato-Regioni del 28 ottobre
2004, (Conf. Unif. art. 8
del D.L.vo n. 281 28/8/1997): “Libretto formativo del cittadino quale
dispositivo per la raccolta di documentazione e certificazioni”;
-
Decisione del Parlamento europeo e del Consiglio dell'Unione europea del
15/12/2004;
- Decreto
Min. Lav. Polit. Soc e M.I.U.R. del 10 ottobre 2005 “con il quale è stato
adottato il modello standard del Libretto Formativo nazionale”.
Il
Libretto Formativo come “strumento
di documentazione trasparente e formalizzata di dati, informazioni,
certificazioni, utilizzabile dall'individuo nel suo percorso di apprendimento,
crescita e mobilità professionale” può avere diverse funzioni.
È
una “carta d'identità per muoversi sia sul territorio nazionale, sia attraverso
le diverse esperienze di apprendimento e lavoro, permette di affrontare percorsi
formativi e lavorativi differenziati, di “sapersi orientare e muovere nella
vita e nel lavoro”.
In
particolare il Libretto può essere considerato il corrispettivo italiano di Europass,
cioè del “passaporto delle qualifiche e delle competenze che favorisce la
‘portabilità’ delle stesse in Europa”.
Il
relatore sottolinea che in uno scenario “caratterizzato sempre più dall’
economia della conoscenza”, il libretto
può essere una “fondamentale opportunità di apprendimento per tutti i soggetti
che operano, nel territorio nazionale” a livello di “singoli individui, imprese
ed istituzioni”.
Si
fa riferimento poi al “
principio di
cumulabilità valido nella formazione per tutto l’arco della vita (Longlife
Learning)”, alla “tematica relativa all’individuazione, valutazione
certificazione e riconoscimento
delle competenze e dei crediti formativi nell’ambito del sistema integrato
della formazione, istruzione e lavoro”. Nonché al processo di “
progressiva integrazione e di graduale
connessione tra:
- i sistemi dell’istruzione,
-
i sistemi della formazione professionale,
-
i sistemi delle politiche attive del lavoro”.
L’intervento
fa riferimento anche al tema della “
tracciabilità
e spendibilità delle competenze acquisite dal cittadino e dal lavoratore
nei diversi ambiti in cui avvengano i processi
di apprendimento (formali, non formali o informali)”.
Con
queste condizioni – continua il relatore – “risulta attuabile la
mobilità riconosciuta al cittadino di
muoversi orizzontalmente e verticalmente, tra diversi sistemi (istruzione,
formazione e lavoro), tra diverse filiere all’interno dei sistemi (obbligo
formativo, apprendistato, istruzione tecnica superiore ecc.). Viene insomma “riconosciuta la
spendibilità dei crediti via via maturati,
quale che sia il sistema in cui sono stati acquisiti”.
Il
Libretto formativo si distingue poi
da:
-
“
Portfolio delle competenze: strumento
di uscita dal Sistema dell’istruzione;
-
scheda anagrafico-professionale, di
natura amministrativa, costituendo il supporto informativo nell’erogazione di
servizi da parte dei soggetti competenti in materia di servizi al lavoro, come
definiti dal D.Lgs. 297/2002, e la base per lo scambio di informazioni
nell’ambito della Borsa continua nazionale del lavoro; per favorire l'incontro
domanda-offerta di lavoro;
-
curriculum
vitae europeo, strumento di trasparenza completamente ‘autogestito’ dalla
persona, che ne resta l’unica responsabile (con un valore sociale dello stesso
limitato).
Il
Libretto Formativo, in formato cartaceo ed elettronico e “pensato per essere
fruibile e gestibile da diversi soggetti, viene gestito e rilasciato a cura
delle Regioni e Province Autonome nell'ambito delle loro esclusive competenze
in materia di formazione professionale e certificazione delle competenze”.
Il
Libretto è stato
introdotto in via
sperimentale in alcune Regioni: la “sperimentazione è stata svolta nel
biennio 2006/2007 con modalità di applicazione differenziate nelle singole
Regioni, ma secondo un piano di lavoro comune e condiviso coordinato dall’
Isfol”.
Il
relatore presenta poi un
modello di
Libretto – che vi invitiamo a visionare nel documento agli atti - articolato
in due sezioni di diversa ampiezza e composizione:
-
prima sezione: “riguarda le
principali informazioni personali connesse ai dati anagrafici, le diverse
tipologie di esperienze lavorative/professionali, i titoli di studio e di
formazione professionale conseguiti e le diverse esperienze formative
conseguite”;
-
seconda sezione: “dedicata alla
descrizione della persona mediante il linguaggio delle competenze, onde
formalizzare il patrimonio di competenze e conoscenze acquisito nei diversi
contesti di vita e di lavoro. Il format rende ragione della attuale parzialità
dello strumento e, di conseguenza, ne restituisce evidenza. In assenza di un
sistema nazionale di standard minimi per la descrizione, il riconoscimento e la
certificazione delle competenze, il quadro ricostruito mediante un percorso
assistito dovrà evidenziare:
-
quali competenze hanno già avuto una validazione, in quanto presupposto di
titoli e certificazioni in uscita a percorsi formativi formali, e
-
quali conoscenze, invece, non hanno ancora ricevuto alcuna forma di validazione,
riconoscimento, certificazione, pur emergendo quale componente importante della
personalità”.
È
evidente che per le competenze descritte, “
devono
essere indicate le evidenze: che supportano tale descrizione; che ne
comprovano il possesso. Se non sono disponibili documenti di supporto è
possibile o non registrare la competenza o registrarla indicando ‘autodichiarazione’.
Per quanto concerne le competenze non certificate in ambito formativo, le
evidenze a supporto, almeno in fase transitoria, non avendo un uguale livello
di ‘certezza condivisa’ assumeranno un ‘valore’ diverso rispetto a quelle
costituite da certificazioni (ovvero quelle la cui certezza è data da un
sistema di regole condivise)”.
Il
relatore si sofferma nel dettaglio sulle
varie
tipologie di documenti (titoli di istruzione e formazione rilasciati dal MIUR
o dalle Regioni, certificazioni e attestazioni formative, documenti rilasciati
in ambito professionale o lavorativo, altra documentazione).
L’intervento
indica che il Libretto è “utile e fruibile dal mercato del lavoro e dal sistema
dell'
education, ma è primariamente
uno strumento di valorizzazione della persona, che volontariamente sceglie di
utilizzarlo, nonché riconoscibile dalle istituzioni per la garanzia e la tutela
dei soggetti”.
Per
concludere sono riportate le
utilità più
rilevanti del Libretto Formativo:
-
per il mercato del lavoro e per il
sistema delle imprese: il Libretto rappresenta uno strumento di
informazione, finalizzato a: “evidenziare in modo omogeneo ed attendibile il
percorso formativo e professionale del soggetto, dando visibilità al patrimonio
complessivo della persona e ai suoi punti di forza; facilitare la
riconoscibilità di professionalità e competenze individuali all'interno di un
percorso di inserimento (ad esempio nei contratti di apprendistato) e mobilità
lavorativa (ad esempio nelle varie forme
di contratto flessibile)”;
-
utilità per la persona: il Libretto
formativo rappresenta uno “strumento di comunicazione che risponde a tre
obiettivi principali: fornire informazioni sul soggetto e sul suo curriculum di
apprendimento formale, non formale e informale, per la ricerca di un lavoro,
per la mobilità professionale e per il passaggio da un sistema formativo
all'altro; rendere riconoscibili e trasparenti le competenze comunque acquisite
e sostenere in questo modo l'occupabilità e lo sviluppo professionale; aiutare
gli individui a mantenere consapevolezza del proprio bagaglio culturale e
professionale anche al fine di orientare le scelte e i progetti futuri”;
-
utilità per le istituzioni: il
Libretto formativo rappresenta uno “strumento di garanzia finalizzato a:
formalizzare e definire standard minimi di un servizio utile alla concreta
valorizzazione delle esperienze e competenze della singola persona espresse in
un quadro sintetico in funzione di una loro migliore spendibilità; garantire -
anche in una dimensione europea - la trasparenza e la leggibilità delle
informazioni e dei dati formativi e professionali della persona, anche
attraverso la condivisione di un linguaggio istituzionale delle competenze;
garantire la visibilità delle competenze e delle esperienze maturate dagli
individui in una logica di mobilità geografica e professionale e di
apprendimento su tutto l'arco della vita”.
“ Il
libretto formativo del cittadino”, a cura dell’Ing. Maurizio Bella, intervento
al seminario formativo “Il ‘Patentino’ ovvero l’abilitazione all’utilizzo delle
attrezzature speciali” (formato PDF, 480 kB).
“ Modello
di Libretto Formativo del cittadino”, Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali (formato PDF, 142 kB).
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