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"Imparare dagli errori: il mancato uso di cinture di sicurezza"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
24/01/2013 - Dopo esserci soffermati sulle conseguenze del mancato uso delle
imbracature
e continuando ad analizzare le cause delle
cadute
dall’alto (una delle principali cause di infortunio mortale in edilizia),
affrontiamo le conseguenze del mancato uso del dispositivo di trattenuta
definito “
cintura di sicurezza”.
I
casi di incidenti che presentiamo sono relativi alle schede di INFOR.MO., strumento per
l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di
sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
I casi
Un
primo caso è relativo ad attività
sulla
copertura di un capannone
industriale.
Un
lavoratore precipita all'interno del capannone “per sfondamento di un
lucernario
in traslucido plastico, da un'altezza di circa 20 metri, presumibilmente
impattando, prima che con il solaio in cemento armato, con alcune strutture
metalliche presenti sotto la copertura”.
Muore
sul posto a causa dei traumi riportati nell'impatto con le traverse metalliche
e con il suolo.
Al
momento della caduta, “il lavoratore indossava imbracatura di
sicurezza
con cordino semplice che, sulla base di quanto dichiarato dal collega che si
trovava sulla copertura con lui, avrebbe, per motivi imprecisati, sganciato dal
dispositivo anticaduta retrattile, con cavo di 20 metri, ancorato al parapetto
metallico esistente lungo un lato del perimetro percorrendo poi un tratto della
copertura (in pannelli metallici posati su travi e tralicci in metallo,
percorsa per tutta la lunghezza da due lucernari in traslucido plastico)
presumibilmente senza avvedersi della presenza del traslucido. Non erano state
predisposte misure di protezione collettiva, ma solo personale”.
Dunque,
rileva la scheda tra i fattori determinanti dell’incidente:
-
non erano state predisposte attrezzature per camminare in sicurezza;
-
l’infortunato lavora senza assicurare la cintura di sicurezza ad idonei sistemi
di trattenuta.
Anche
il
secondo
caso è relativo ad attività che avvengono sopra un
capannone.
Un
lavoratore si trova sulla copertura di un capannone "B" e
precisamente nel canale di gronda posto nell'impluvio tra il capannone
"B" ed uno adiacente "C".
L'infortunato
si toglie l'imbracatura di sicurezza e camminando sul bordo della gronda dal
lato del capannone "C" posiziona un filo di nylon per l'allineamento
delle lamiere di alluminio che di li a poco dovevano essere posate sulla
copertura dell'adiacente capannone "B". Improvvisamente l'infortunato
perde l'equilibrio, sfonda una lastra di eternit di copertura del capannone
"C" e precipita al suolo da un'altezza di circa 10 metri riportando
traumi gravissimi su tutto il corpo. Il decesso è stato istantaneo.
Anche
in questo caso siamo in presenza a un chiaro
errore procedurale, probabilmente legato a una carente o inefficace
formazione/addestramento: il camminare sul bordo della gronda per posizionare
il filo di nylon. Ma anche al mancato utilizzo della cintura di sicurezza.
Il
terzo caso è relativo ad attività di
"revisione" di un
traliccio di
nuova linea elettrica.
Un
lavoratore che deve stringere i bulloni e punzonarli cade a terra da un'altezza
di circa 15 metri.
In
mancanza di alcune perizie sono state fatte le seguenti
ipotesi relative alla caduta:
-
“l’addetto non si era agganciato alla struttura (almeno mediante un gancio ed
il relativo cordino) inficiando così l’efficacia del DPI indossato;
-
i moschettoni o i ganci del sistema di trattenuta del DPI erano difettosi,
anche solo uno dei dispositivi di chiusura non tornava automaticamente in
posizione, sfilandosi dall’anello presente sull’imbragatura e consentendo la
caduta dell’addetto;
-
l’addetto si è agganciato mediante i cordini ad un solo elemento (la
‘traliccetta’) che non era ancora saldo, poiché il dado era assente o non ben
serrato; ciò avrebbe consentito al cordino di forzare sulla stessa spostandola
e sfilandosi dalla ‘traliccetta’ facendo cadere l’addetto”.
Si
ricorda che la buona prassi “prevede che i cordini vengano fatti passare
attorno ad almeno due elementi, in modo che, in caso di cedimento di un
elemento l’altro mantenga l’operatore in quota”.
L’
ultimo caso è relativo ad una
caduta da un carroponte.
Un
lavoratore sale su di un carroponte fermo per avaria. Si trova a circa 10 m dal
suolo su di una apposita passerella munita di parapetto.
Dopo
aver effettuato la manutenzione elettrica, il lavoratore comanda al collega,
che si trova al piano campagna, di manovrare il
carroponte
per riportarlo alla estremità della sua corsa ove si trovava la scala di
discesa.
Il
collega a terra, con apposita pulsantiera, comanda quindi la traslazione del
carroponte verso l’estremità della sua corsa mentre l’infortunato si trova in
piedi (senza cintura di sicurezza) sulla passerella porgendo le spalle al verso
del movimento.
Durante
la corsa del carroponte, il lavoratore non si ravvede di una trave metallica
strutturale alle sue spalle con cui inevitabilmente si scontra. A seguito
dell’urto con la trave metallica viene spinto in avanti verso il parapetto
della passerella di camminamento del carroponte, ferendosi al torace. L’impatto
provoca la proiezione del lavoratore verso il basso. Nella caduta urta prima
contro un motore in manutenzione e poi rovina al suolo.
Non
solo l'infortunato non guardava nel senso di marcia del carroponte, ma non
indossava la cintura di sicurezza durante la traslazione.
La prevenzione
In
relazione all’uso di dispositivi di protezione il
Decreto legislativo 81/2008 riporta all’
allegato VIII alcune “indicazioni di carattere generale relative a
protezioni particolari”.
Nell’allegato
vengono citate le
cinture di sicurezza:
i lavoratori che sono esposti a pericolo
di caduta dall'alto o entro vani o che devono prestare la loro opera entro
pozzi, cisterne e simili in condizioni di pericolo, devono essere provvisti di
adatta cintura di sicurezza.
Per
dare ulteriori informazioni su questi dispositivi riprendiamo ancora un volta i
suggerimenti tratti da schede pubblicate sul sito “ coperturasicura.toscana.it”.
La
scheda “ CINTURA DI
SICUREZZA UNI 358 (DPI002)” presenta il DPI “cintura di sicurezza” come
dispositivo di trattenuta (“intendendo
per trattenuta la condizione che per la lunghezza del cordino e del
posizionamento dell’ancoraggio rende impossibile la caduta”) che, in caso di
caduta, trattiene l’operatore impedendone lo scivolamento e/o il rotolamento.
Si
tratta di un DPI che “
non deve
assolutamente essere utilizzato per arrestare una caduta dinamica” e che è
“costituito da un insieme di nastri e/o cinghie, con possibilità di
registrazione e di adattamento a varie taglie, che avvolgono sul punto vita,
dal bacino all’addome, il corpo dell’utente”. La cintura, che ha diversi
elementi di attacco al fine di vincolarla al sistema di
trattenuta,
può essere dotata di sostegno posteriore e può avere cinghie per le spalle e
per le gambe.
Inoltre
il DPI “cintura di sicurezza”:
-
“deve essere realizzato nel rispetto dei criteri di ergonomicità ed
adattabilità all’utilizzatore, in modo da consentire lo svolgimento del proprio
lavoro senza disagio;
-
deve essere costituito da materiale resistente, i cui nastri e fili devono
essere in fibre tessili sintetiche resistenti alle muffe ed alle sollecitazioni
dinamiche, poco sensibili ai fenomeni dell’invecchiamento;
-
deve essere in buono stato di conservazione; mantenuto in stato di efficienza e
di igiene; in caso sia necessario provvedere a sostituzioni di parti e/o
riparazioni, deve rimanere in azienda traccia documentale delle stesse, e in
ogni caso le stesse devono essere condotte assicurando il livello di qualità
prestazionale garantito dal fabbricante al momento dell’acquisto”;
-
nei lavori in quota “non rientra fra i sistemi di protezione contro la caduta
dall’alto (v. D.Lgs. 81/08, art. 115). Non può essere considerato un dpi di
arresto caduta ai fini di anticaduta dall’alto, ma solo quale dispositivo di
trattenuta” e il “suo uso in cantiere deve essere limitato nel tempo (piccole
manutenzioni) e qualora le lavorazioni richiedessero tempi più lunghi deve essere
utilizzato solo per il tempo necessario alla messa in opera delle opere
provvisionali occorrenti”.
Riportiamo
infine qualche elemento di
criticità:
-
“può essere usato solo quale elemento di trattenuta e non ai fini anticaduta;
-
dipendenza, ai fini dell’efficacia della cintura, da un sistema perfettamente
funzionante nei suoi elementi costitutivi e/o subsistemi, di cui la cintura
stessa è solo un componente;
-
esistenza di un punto di ancoraggio affidabile;
-
cattivo stato di conservazione;
-
utilizzo erroneo da parte dell’operatore, se non sufficientemente istruito sul
modo corretto di indossare la cintura;
-
esistenza di bordi taglienti, la temperatura elevata, la conducibilità termica,
ecc.”.
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