News
"Impianto di depurazione: esempi di interventi in ambienti confinati"
fonte www.puntosicuro.it / Ambiente
04/02/2013 - A volte gli
esempi di
interventi delle aziende, gli esempi pratici di procedure sono un utile
punto di riferimento in grado non tanto di agevolare idonei interventi di altre
aziende, ma di mettere in rilievo problematicità e rischi relativi alla tutela
della salute e sicurezza dei lavoratori. Specialmente se questi interventi
fanno riferimento ad ambienti ad alto rischio come i cosiddetti “
ambienti confinati”.
Per
presentare alcuni esempi procedurali torniamo a occuparci del convegno Inail del 4 maggio 2011 dal titolo “ Ambienti
confinati e rischi per la salute e sicurezza”, convegno che segnaliamo
tuttavia essere precedente all’emanazione del Decreto del Presidente della
Repubblica 14 settembre 2011, n. 177 recante il regolamento relativo alle
norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in
ambienti sospetti di inquinamento o confinati.
La
relazione dal titolo “
Buone prassi
aziendali: il caso degli impianti di depurazione - L’esperienza di Hera sul
territorio di Bologna”, a cura dell’Ing. Luca Migliori, (Hera SpA), ha
presentato diversi esempi di interventi in ambienti confinati realizzati dal Gruppo Hera, un gruppo
nato dall’aggregazione di 13 aziende di servizi pubblici dell’Emilia Romagna e
operante nell’ambito dei servizi energetici, idrici e ambientali.
Dopo
aver dato alcune informazioni sul
servizio
di depurazione sul territorio di Bologna, con riferimento al sistema
fognario-depurativo e al sistema di gestione integrato, il relatore presenta
due esempi di interventi in ambiente
confinato.
Intervento di
installazione di sensori di misura di portata su collettore fognario in
ingresso impianto di depurazione di Bologna
L’intervento
consisteva nell’installazione di un misuratore di portata ad ultrasuoni su
collettore fognario ovoidale (220x280) posto a 4m di profondità. La discesa
avveniva da pozzetto “passo d’uomo”.
Dopo
aver riportato stralci del Piano
operativo di sicurezza – che invitiamo a visionare insieme alle diverse
immagini descrittive degli interventi – vengono indicati i
principali pericoli/rischi associati all’intervento:
-
“impossibilità di svuotare l’ambiente di lavoro: possibile carenza
di Ossigeno; possibile presenza di
gas tossici/venefici, nocivi e esplosivi;
-
permanenza prolungata (durata intervento circa 4h) in luogo angusto e poco
illuminato”.
Queste
le
modalità operative/precauzioni
adottate in relazione all’intervento:
-
“eseguito test preliminare antecedente l’intervento vero e proprio finalizzato
a valutare le condizioni del luogo di lavoro, i pericoli associati e l’ideale
pianificazione/collocamento temporale dello stesso;
-
esecuzione intervento in orario notturno, ossia in condizioni di minimo
deflusso idraulico (i.e.
inizio attività 3am, H pelo libero fluido ~
20/25cm);
-
presenza contemporanea di n.2 operatori nel luogo di lavoro con permanenza per
un tempo massimo di 20-25 minuti alternato a risalite fuori terra;
-
previsto l’uso di sistemi di recupero;
-
apertura completa botole pozzetto a monte e a valle del punto di intervento a
partire dalle 24h antecedenti l’intervento al fine di massimizzare l’aerazione;
-
prima dell’inizio attività è stata eseguita una valutazione dell’ambiente di
lavoro tramite strumento di rilevatore gas/ossigeno, nonché H2S e CH4,
calato per 3v. ad intervalli regolari di 10min nel pozzetto oggetto di
intervento (i.e. ossigeno sempre abbondantemente sopra la soglia del 18%)”;
-
“discesa tramite treppiede e fune di acciaio;
-
dopo le prime 2 h le bombole sono state sostituite da sistema di aerazione
tramite compressore e tubazione di collegamento all’autorespiratore
(precedentemente testate);
-
presenza costante di n.2 operatori in superficie e adeguata illuminazione del
pozzetto/ sorveglianza attività”.
Questi
i
DPI e le
attrezzature utilizzate:
-
“treppiede sovrastante;
-
imbragatura;
-
fune di acciaio di collegamento;
-
tuta usa e getta;
-
guanti e tuta tipo ‘waders’;
-
funzionamento in continuo del rilevatore gas;
-
dispositivo radio per invio allarmi”.
Intervento di
verifica preliminare stato ispessitore fanghi a seguito di anomalia presso
l’impianto di depurazione di Bologna
L’intervento,
non programmato, consisteva in una verifica preliminare stato ispessitore
fanghi tramite ispezione da effettuare accedendo dalle botole “passo d’uomo”
poste sulla copertura.
L'ispessimento
o addensamento è una delle fasi a cui vengono sottoposti i fanghi provenienti
da cicli di depurazione o potabilizzazione delle acque.
Questi
i
principali pericoli/rischi
associati all’intervento:
-
“possibile carenza di Ossigeno;
-
possibile presenza di gas tossici/venefici, nocivi e esplosivi;
-
rischio meccanico contatto organi in movimento;
-
permanenza prolungata (durata intervento 2 ore) in luogo poco illuminato.
In
questo caso sono state adottate le seguenti
modalità operative/precauzioni:
-
“svuotamento dell’ispessitore e aerazione forzata attraverso l’installazione di
apposito ventilatore e condotti per il ricambio dell’aria dell’intero volume.
Nel caso specifico l’aerazione è stata mantenuta per circa 48 ore prima
dell’intervento;
-
eseguito ‘sezionamento’ elettrico organi meccanici dell’ispessitore;
-
presenza contemporanea di n.2 operatori sulla copertura dell’ispessitore per
assistenza;
-
previsto l’uso di sistemi di recupero;
-
permanenza dell’operatore per un tempo massimo di 20-25 minuti alternato a
risalite fuori terra;
-
prima dell’inizio attività è stata eseguita una valutazione dell’ambiente di
lavoro tramite strumento di rilevatore gas/ossigeno calato nell’ispessitore per
valutare tenore di ossigeno ed eventuale presenza di H2S e CH4.
Secondo procedura le misure sono state sempre eseguite con il sistema di
aerazione spento per evitare misure falsate”.
Le
procedure adottate hanno comportato:
-
la verifica dell’atmosfera;
-
l’uso di DPI (imbragatura, autorespiratore, ...);
-
discesa tramite treppiede e fune di acciaio.
Per
concludere segnaliamo che nell’intervento si fa riferimento anche a una
esercitazione - simulazione di emergenza in cantiere
(posa collettore fognario - test recupero
infortunato da pozzo fondo).
-
“ Buone
prassi aziendali: il caso degli impianti di depurazione”, Ing. Luca
Migliori, Gruppo Hera, intervento al convegno “Ambienti confinati e rischi per
la salute e sicurezza” (formato PDF, 2.8 MB).
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 1236 volte.
Pubblicità