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"Nuovi carrelli elevatori: evoluzione tecnologica e sicurezza"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
26/02/2013 - Alcune attrezzature di lavoro di utilizzo comune hanno avuto in questi
anni un’importante
evoluzione
tecnologica in relazione alla tutela della salute e sicurezza dei
lavoratori. Ma non sempre il mercato è attratto da tali innovazioni, sia per la
mancanza di un’adeguata sensibilizzazione sia per la maggiore attenzione delle
aziende, in questo periodo di crisi, al contenimento dei costi e all’incremento
della produttività.
Si
occupa di questi temi una relazione al 75° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina del
Lavoro ed Igiene Industriale (SIMLII), “
Uscire dalla crisi tutelando sicurezza e salute dei lavoratori: il
ruolo del medico del lavoro consulente globale per la prevenzione”,
congresso che si è tenuto a Bergamo dal 17 al 19 ottobre 2012.
La
relazione, pubblicata sul numero di luglio/settembre 2012 del Giornale Italiano di Medicina
del Lavoro ed Ergonomia, si sofferma in particolare sull’
evoluzione dei carrelli elevatori.
Intitolata
“
Evoluzione tecnologica dei carrelli elevatori in riferimento alla
sicurezza ed alla salute del conducente” e curata da G. Tartara (Cesab
Carrelli Elevatori S.p.A, Gruppo Toyota Material Handling, Bologna), la
relazione affronta in particolare l’evoluzione dei
carrelli elevatori controbilanciati. Attrezzature di lavoro
generalmente progettate per la movimentazione ed il trasporto di
carichi “in singole unità pallettizzate, disposte sulle forche”. In queste
attrezzature il baricentro dei carichi “è a sbalzo, rispetto all’asse delle
ruote anteriori, ed è equilibrato dalla massa del carrello”: operare in condizioni
di equilibrio precario è il “modo di lavorare ‘normale’”. È dunque evidente che
la guida di una macchina di questo tipo presuppone grande concentrazione e
conoscenza dei limiti d’impiego e dei principi che ne governano il
funzionamento. Infatti la continua variazione di configurazione del
sistema carico/carrello influenza
notevolmente il comportamento dell’attrezzatura: “si passa da una situazione
stabile ad una instabile con una tale facilità da poter cogliere di sorpresa
anche l’operatore più esperto”.
Rimandando
i lettori alla lettura integrale della relazione, ricca di immagini che
mostrano i dettagli dell’evoluzione tecnologica, ci soffermiamo su alcuni
aspetti relativi alla
sicurezza.
Se
l’ instabilità
del carrello contrappesato è uno dei principali fattori di rischio,
“l’evoluzione tecnologica ha reso disponibile un’
ampia scelta di dispositivi” atti ad eliminare o a ridurre i danni
correlati all’instabilità.
L’uso
delle cinture
di sicurezza in Europa venne reso obbligatorio sui carrelli già in uso,
come su quelli di nuova costruzione, dalle Direttive 95/63/CEE e 98/37/CE
(Direttiva Macchine). Tuttavia in Italia “sembra che tale soluzione non abbia
ottenuto un grande successo: a differenza di altri paesi europei, non si è
riscontrata una significativa riduzione del numero di tali incidenti.
L’operatore, infatti, raramente indossa la cintura”.
Per
far fronte a questa situazione i costruttori hanno messo a disposizione dispositivi
di trattenimento alternativi e più efficaci: ad esempio i “
cancelletti” per impedire che il carrellista possa finire
schiacciato fra il carrello ed il suolo in caso di ribaltamento. Impedimento
che è presente anche nei carrelli equipaggiati con cabine.
Tuttavia
grazie all’
evoluzione dell’elettronica,
“oggi, si può incrementare la sicurezza in fase operativa a condizioni
economiche particolarmente allettanti”.
Uno
degli obiettivi prioritari, in questo senso, è quello di “
limitare le funzioni della macchina a ciò che è consentito:
impedendo, quindi, che l’operatore possa incorrere in pericoli dovuti a
distrazione o a comportamenti non corretti”:
-
funzione di riduzione automatica della
velocità di traslazione in curva: “se il carrellista, agendo sul pedale
acceleratore, imposta una velocità di marcia idonea per una traiettoria
rettilinea, quando affronta una curva, anche senza modificare la posizione
originale del pedale acceleratore, vede diminuire automaticamente tale
velocità”. E anche “l’accelerazione del carrello varia in funzione dell’angolo
di sterzata, essendo funzione del differenziale tra la velocità attesa e quella
ottenuta”;
-
sicurezza attiva - sistema SAS TOYOTA:
è un sistema che aumenta la stabilità del carrello e del suo carico. “Per
quanto riguarda il rovesciamento laterale, nei carrelli a 4 ruote, il risultato
è stato ottenuto eliminando, all’occorrenza, l’effetto basculante dell’assale
posteriore”. “L’eliminazione del rovesciamento longitudinale e la caduta del
carico in quota sono stati ottenuti, invece, limitando l’angolo di brandeggio (movimento
del montante, ndr) in avanti, la velocità di brandeggio all’indietro ed il
carico sollevato in funzione dell’altezza raggiunta dalle forche”;
-
dispositivo per la riduzione delle
prestazioni: alcune funzioni possono agire sulla velocità di traslazione e
di sollevamento. Ad esempio nel caso dei carrelli elettrici CESAB premendo un
pulsante “si ottiene una riduzione delle prestazioni del 10%”;
-
dispositivo rilevatore della presenza di
persone o mezzi: “il
PAS (Pedestrian Alert System) è in
grado di riconoscere appositi ‘
indicatori
di presenza’ (TAGs elettronici) all’interno del suo raggio di azione. Tali
indicatori (con dimensioni di un normale portachiavi), possono essere
trattenuti dal personale abilitato a lavorare nell’ambiente in cui opera il
carrello, o essere trasportati da altri mezzi dei quali sia necessario rilevare
la presenza”. Rimandando al testo della relazione, che riporta altri dettagli
sul dispositivo, ricordiamo che “per rendere più efficace il sistema, è possibile
far sì che entri in funzione soltanto nei luoghi prescelti. Un transponder
sistemato in vicinanza della porta di accesso lo attiva o lo disattiva
all’ingresso ed all’uscita. Può, inoltre, interagire con il dispositivo di
riduzione della velocità di traslazione, se presente”;
-
videocamere: i carrelli
elevatori “possono essere equipaggiati con videocamere e monitor per
consentire una perfetta visibilità degli eventuali ostacoli o per agevolare il
prelievo del carico”.
Dopo
aver ricordato che per evitare problemi di incompatibilità, “è necessario
scegliere i dispositivi sopra visti fra quelli installati od autorizzati dal
costruttore del carrello”, la relazione si occupa anche di aspetti relativi
alla
tutela della salute degli operatori.
Riguardo
all’
ergonomia è stato dimostrato
come “una postura non
corretta contribuisca ad affaticare precocemente il conducente che, al
termine della giornata lavorativa, avverte pesantemente la stanchezza: al punto
di perdere lucidità nell’azione”.
Oggi
“la diffusione dell’elettronica e la sua applicazione ai sistemi idraulici ha
portato allo sviluppo di molteplici soluzioni atte a migliorare l’ergonomia del
carrello. In primo luogo ha permesso la progettazione di componenti più
compatti. Questo fatto, combinato alla maggior sensibilità dei costruttori al
problema, ha portato, negli anni, a realizzare macchine in cui lo spazio per
l’operatore è aumentato, mantenendo invariate le dimensioni esterne e le
prestazioni”.
Tuttavia
se “l’elemento essenziale per realizzare un posto di guida ergonomico è il
sedile”, i vantaggi di un sedile ben
progettato sono “ridotti se la posizione dei comandi costringe l’operatore ad
assumere una postura non corretta”. In questo senso “l’integrazione dei comandi
tipo joystick o fingertips, nel bracciolo di destra del sedile, ha apportato un
importante contributo al miglioramento dell’ergonomia”.
Concludiamo
questa breve presentazione delle più recenti innovazioni dei carrelli
elevatori parlando di
vibrazioni.
Focalizzando
l’attenzione sulla trasmissione di vibrazioni all’intero corpo
si ricorda che le vibrazioni sono correlate a molteplici fattori. Ad esempio:
-
“le condizioni della superficie di lavoro;
-
la velocità di traslazione;
-
le caratteristiche del carrello;
-
il tipo di gommatura;
-
il tipo di sedile e la sua corretta registrazione in funzione del peso del
carrellista;
-
l’eventuale sospensione su supporti elastici della protezione conducente (o
della cabina) alla quale è ancorato il cofano motore che sostiene il sedile
dell’operatore”.
Ricordando
che il datore di lavoro può intervenire su tali fattori per rientrare entro i
limiti di esposizione prestabiliti dalla legge, si indica che lo strumento che
consente un approccio scientifico al problema è l’
accelerometro che, “adeguatamente posizionato, misura le vibrazioni
alle quali viene sottoposto l’operatore”. In particolare con l’analisi dei dati
“rilevati in un campione rappresentativo del ciclo di lavoro, si verifica se la
conseguente esposizione alle vibrazioni può essere nociva alla salute
dell’operatore stesso”.
Rimane
tuttavia un “
punto di incertezza”:
le valutazioni vengono infatti fatte “sulla base dei rilievi effettuati su di
un campione ‘rappresentativo’, preso come riferimento per rappresentare
l’intero ciclo di lavoro. È possibile che tale campione non sia stato scelto
adeguatamente”.
Per
eliminare tale incertezza vi è “uno
strumento
che può essere installato permanentemente sul sedile dell’operatore”:
“quando si raggiunge il valore limite di esposizione giornaliero, emette un
segnale acustico e/o luminoso”.
Con
una tale applicazione:
-
“viene evidenziato con precisione il momento in cui l’operatore deve sospendere
il lavoro”;
-
è possibile “valutare l’efficacia dei singoli provvedimenti adottati per
ridurre l’esposizione individuando, ad esempio, il percorso e la velocità
ottimale, nonché la miglior registrazione del sedile”.
La
relazione, che si conclude con il rammarico di un mercato che non sembra
attratto dall’evoluzione tecnologica per migliorare la sicurezza e la salute
del carrellista, esprime tuttavia un giudizio positivo sull’ accordo raggiunto il 22 Febbraio
2012, tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano
per rendere obbligatoria la patente per carrellisti: “un importante contributo
per implementare l’informazione e la formazione in merito alla sicurezza ed
alla salute dei conducenti”.
“ Evoluzione tecnologica dei carrelli elevatori in riferimento
alla sicurezza ed alla salute del conducente”, a cura di G. Tartara (Cesab
Carrelli Elevatori S.p.A, Gruppo Toyota Material Handling, Bologna), relazione
al 75° Congresso SIMLII pubblicata sul Giornale Italiano di Medicina del Lavoro
ed Ergonomia, Volume XXXIV n°3, luglio/settembre 2012 (formato PDF, 1.70 MB).
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