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"Premi e incentivi per diffondere i comportamenti sicuri"
fonte www.puntosicuro.it / Responsabilità sociale
21/03/2013 - All’interno di un’azienda eventuali
premi e incentivi possono servire per diffondere i comportamenti sicuri. Tuttavia è necessario seguire alcuni suggerimenti per utilizzare un
sistema di riconoscimento efficace. Un sistema che sia in grado di capire chi va premiato e quale sia la ricompensa giusta.
Affronta questa importante tematica Suva,
istituto svizzero per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni,
che ha raccolto in una parte del suo portale diverse informazioni e
schede riguardo agli aspetti psicologici.
Infatti – spiega Suva sul portale – la
psicologia è una disciplina molto importante. È ad esempio in grado di dirci:
- “cosa passa nella testa di una persona quando si espone a un rischio (meccanismi decisionali);
- quali fattori ambientali promuovono od ostacolano un comportamento responsabile;
- come possiamo motivare le persone ad adottare un comportamento responsabile;
- come possiamo far capire questo al meglio (colloqui)”.
Riguardo in particolare al sistema di riconoscimento dei comportamenti sicuri, Suva ha prodotto nel 2013 una scheda tematica dal titolo
“
Sistemi di riconoscimento. Ha senso premiare i comportamenti sicuri?”.
Nella
scheda, curata dal Dott. Ruedi Rüegsegger (psicologo del lavoro, Suva Lucerna)
in collaborazione con l'UPI (Ufficio Prevenzione Infortuni) di Berna, sono
presenti le risposte possibili alla domanda:
ha senso premiare i comportamenti sicuri?
Si
può rispondere:
-
sì, “perché, i comportamenti sicuri non
sono insiti nella natura umana e non sono istintivi. L'uomo è
sistematicamente soggetto all'errore nella valutazione dei
rischi
e delle proprie capacità. Inoltre, tende a generalizzare la propria esperienza
soggettiva. In altre parole, l'uomo sottovaluta quasi la metà dei pericoli che
incontra e perciò corre rischi più spesso di quanto dovrebbe. Nella maggior
parte dei casi la fortuna è dalla sua parte e non accade nulla di grave, perciò
tende erroneamente a sopravvalutare la propria abilità”. La scheda riporta un
pensiero comune: ‘
se questa volta è
andata bene, significa che la prossima volta devo agire nello stesso modo’.
Ma in realtà sarebbe più corretto pensare: ‘
ops,
ho corso un rischio e anche questa volta mi è andata bene, ma la prossima volta
potrei avere meno fortuna. Quindi sarà meglio comportarmi in modo più sicuro’.
Il problema è che “trattandosi di comportamenti irrazionali sui quali la
ragione può influire solo limitatamente, fornire delle motivazioni logiche non
è sufficiente per convincere qualcuno ad adottare un comportamento
sicuro.
Occorrono degli incentivi in più, come un premio o una ricompensa. Tuttavia, il
risultato dipende da come questi vengono gestiti”;
-
no, “perché dare un premio è come
segnalare che i comportamenti sicuri sono ‘un extra’, mentre invece sono
alla base di qualsiasi lavoro svolto correttamente e vengono già retribuiti con
lo stipendio;
La
scheda sottolinea che “le motivazioni del no sono assolutamente condivisibili.
O meglio, lo sarebbero se avessimo a che fare con delle decisioni razionali. In
realtà, istintivamente, le persone non scelgono la via più sicura ma quella più
comoda. E siccome le misure di sicurezza sono spesso ‘scomode’ e richiedono più
tempo, istintivamente si preferisce evitarle”.
E
bisogna anche tener conto dell’innata tendenza degli uomini a sottovalutare i
pericoli...
Per
queste ragioni “non è per niente scontato che i lavoratori assumano comportamenti
sicuri”:
ed è dunque utile incentivarli con dei premi.
La
scheda riporta
10 consigli per un
sistema di riconoscimento efficace, dieci regole essenziali, tratte dagli
studi e dalle esperienze fatte nelle aziende, su come introdurre e gestire un
sistema di riconoscimento:
1 – “assumete i comportamenti
rispettosi delle regole di sicurezza come criterio per attribuire dei premi:
costanza nell'uso dei dispositivi di protezione individuale, frequenza dei
metodi di lavoro sicuri, numero di pericoli segnalati ecc. Verificare questi
criteri richiede più lavoro che non fare la conta degli infortuni e dei giorni
di assenza, ma in compenso permette di fare leva direttamente sui fattori
decisivi a livello comportamentale. Inoltre, gli infortuni sono un criterio
poco adatto perché dipendono anche da altri fattori non correlati al
comportamento;
2 - non premiate i
comportamenti sicuri con il denaro, ma con buoni acquisto e altre ricompense
‘in natura’, come una cena, una vacanza, una colazione o del tempo libero in
più;
3 - il valore del
premio deve essere sufficiente a motivare le persone, ma non così alto da
diventare fine a se stesso o assumere la stessa importanza dello stipendio;
4 - tra il momento
in cui si constata un comportamento corretto e il premio deve trascorrere poco
tempo. Se si aspetta la fine dell'anno si rischia che il premio per il
comportamento sicuro venga percepito come una qualsiasi prestazione salariale e
perda di significato;
5 - premiate singoli
lavoratori e non gruppi di persone. Ognuno deve avere la possibilità di
guadagnarsi un premio migliorando il proprio comportamento, altrimenti il
sistema rischia di essere percepito come ingiusto. Se premiate dei gruppi di
persone rischiate inoltre di mettere troppa pressione su chi sbaglia, e lo
stress potrebbe aumentare il rischio di infortuni;
6 – ‘o tutto o niente’
è il principio sbagliato. È meglio ridurre gradualmente il premio per chi è
meno bravo nel tenere un comportamento sicuro invece di premiare
solo il lavoratore ‘perfetto’. In questo modo l'incentivo rimane nonostante
qualche sbaglio;
7 - fate in modo che
un premio sia percepito come qualcosa di speciale. Collegate la consegna dei
premi ad un evento particolare, come una piccola cerimonia. In questo modo
darete risalto al tema della sicurezza ed eviterete che il premio venga
percepito come una qualsiasi componente salariale;
8 - coinvolgete
anche i superiori nel sistema di riconoscimento. In questo modo ne aumenterete
la credibilità;
9 - di tanto in
tanto apportate qualcosa di nuovo al sistema di riconoscimento;
10 - combinate il
sistema di riconoscimento ad una campagna di sicurezza (per una migliore
cultura della sicurezza) e alla fine valutate i risultati”.
La
scheda si conclude, con riferimento all’esperienza elvetica, con alcune
indicazioni sui
sistemi di riconoscimento
in uso nelle imprese.
Sono
utilizzati sistemi molto diversi tra loro e molti di questi “hanno poco o nulla
a che fare con le dieci regole” consigliate.
In
particolare “quella più trascurata in assoluto è proprio la regola numero uno:
il numero degli infortuni è un criterio che può sembrare adeguato perché è
facile da verificare e ha una certa credibilità. Osservare i comportamenti,
invece, può sembrare troppo soggettivo e complicato”.
In
realtà “un buon capo che ha un rapporto diretto con i suoi collaboratori è in
grado di valutare senza particolare sforzo il loro rendimento e il loro
comportamento rispetto alle regole di sicurezza”.
Se
poi per semplificare il compito si usa come criterio i giorni di assenza per
infortunio, si rischia di premiare “qualcuno che ha semplicemente avuto fortuna
senza mai preoccuparsi della sicurezza”.
N.B.: Alcuni dati
contenuti nella scheda riguardano la realtà svizzera, tuttavia i suggerimenti
indicati possono essere comunque di utilità per tutte le aziende.
Suva,
“ Sistemi
di riconoscimento. Ha senso premiare i comportamenti sicuri?”, scheda tematica
curata dal Dott. Ruedi Rüegsegger (psicologo del lavoro, Suva Lucerna) in
collaborazione con l'UPI (Ufficio Prevenzione Infortuni) di Berna, 2013
(formato PDF, 151 kB).
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