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"Inail: esposizione a silice libera cristallina nello scavo di gallerie"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
13/05/2013 - Il giornale PuntoSicuro si è ampiamente occupato in precedenti articoli della sicurezza dei lavori in sotterraneo, con particolare riferimento al
lavoro nelle gallerie e ai rischi correlati (ad esempio i rischi di franamento, di investimento, di incendio e esplosione).
Un altro rischio su cui ci soffermiamo oggi, attraverso una
progetto condotto nel 2011 dalla Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e
Prevenzione (CONTARP) dell’ Inail, affronta la problematica, gli aspetti tecnici, la valutazione e la prevenzione dell'
esposizione a silice libera cristallina (SLC) respirabile nei lavori di scavo di gallerie.
In “
Valutazione dell’esposizione a silice libera cristallina nello scavo di gallerie. Appennino umbro-marchigiano” si ricorda che con “silice libera cristallina” si intendono “tutte le fasi cristalline del biossido di silicio (SiO2)
non combinato con altri elementi. La forma più comune di SLC è il
quarzo, minerale diffusissimo in natura, che entra a far parte in
percentuali variabili in molti tipi di rocce, costituendo circa il 12%
in volume di tutta la crosta terrestre”.
Il volume è il risultato di un progetto condotto sui cantieri per la costruzione di gallerie,
e rientra in un’attività più ampia che la CONTARP svolge a supporto di
datori di lavoro e RSPP nell’ambito della prevenzione per la salute e
sicurezza dei lavoratori.
Viene affrontato il
rischio da esposizione a polveri silicotigene partendo
dalla costatazione “che la principale fonte di generazione di polveri
in questo tipo di cantieri in sotterraneo è rappresentata dalla roccia
in scavo”. Ed è stata “messa a punto una metodologia predittiva
dell’esposizione a silice libera cristallina basata
sulle relazioni esistenti fra l’esposizione attesa e il tenore in
quarzo della roccia in scavo. Tali relazioni sono state identificate per
un’area specifica del territorio italiano: l’Appennino
umbro-marchigiano”. Tale metodologia predittiva è utilizzabile
“nell’analisi di base per la predisposizione del documento di
valutazione dei rischi”.
Rimandando
i lettori ad una lettura integrale del documento - ricco di informazioni sulle
conseguenze della SLC, sulle fonti di esposizione, sulle tecniche di scavo e
sulla metodologia di valutazione dei rischi – approfondiamo il tema delle
misure di prevenzione e protezione
previste per la riduzione dell’impatto delle polveri sulla salute dei
lavoratori che operano in galleria.
Si
sottolinea tuttavia che l’efficacia delle misure di prevenzione non è stata
ancora validata in termini quantitativi: “mancano studi che dimostrino l’entità
della riduzione delle polveri respirabili nell’ambiente di galleria a seguito
dell’implementazione degli interventi”.
Queste
le
principali misure di prevenzione:
-
impianto di ventilazione: “nello
scavo di qualsiasi galleria è necessariamente prevista la ventilazione forzata
del tunnel in scavo. Come è noto, un efficiente ricambio d’aria è di estrema
importanza per garantire la presenza di ossigeno durante i lavori di scavo, per
allontanare i gas di scarico prodotti dai mezzi a motore e i fumi tossici (e le
polveri) prodotti dalla volata per l’abbattimento della roccia sul fronte di
scavo”. È necessario tuttavia sottolineare “che il dimensionamento di progetto
degli impianti di ventilazione e la velocità dell’aria non sono calcolate in
funzione delle polveri, ma con la finalità di mantenere gli inquinanti gassosi
al di sotto di determinati limiti. L’effetto della ventilazione forzata sulla
distribuzione e sui livelli di concentrazione delle polveri respirabili non
sembra essere stato ancora studiato adeguatamente”. Tra l’altro il “
sistema di ventilazione in aspirazione”
non presenta l’inconveniente di spostare la polvere verso altre zone della
galleria, ma ha il difetto di creare una zona morta di fumi e polveri tra
l’estremità della tubazione e il fronte di scavo. Per eliminare, o ridurre,
tale effetto devono essere adottati opportuni accorgimenti”. Un sistema che
“prevede l’
installazione di due
tubazioni, una di mandata e una di aspirazione, che operano
contemporaneamente, è utilizzato in alcuni paesi europei per gli scavi a fondo
cieco. Dal punto di vista della riduzione dell’esposizione a polveri questa
appare la soluzione più efficace”;
-
scavo ad umido con martellone:
“bagnare il materiale nel punto di operatività del
martellone
durante lo scavo del fronte, per impedire alla polvere di alzarsi nell’aria, è
tradizionalmente ritenuto un metodo efficace per la riduzione dell’emissione di
polveri durante tale fase lavorativa. In questo caso, l’utensile di
perforazione dovrebbe essere munito di un dispositivo per l’iniezione di acqua.
L’efficienza del sistema è legata ad una corretta manutenzione mirata alla
verifica della non otturazione degli ugelli”;
-
sistemi di nebulizzazione: “si
tratta in genere di sistemi ad acqua e/o ad acqua-aria. Attraverso una serie di
ugelli nebulizzanti, l’impianto immette nell’area circostante finissime
particelle di acqua nebulizzata. Le piccolissime gocce d’acqua, della
dimensione di pochi micron, collidono con le particelle di polvere già presenti
nell’aria, le inglobano e le fanno cadere al suolo per effetto di gravità. Linee
di nebulizzazione vengono utilizzate per ridurre la concentrazione di polvere,
per esempio durante l’opera di scavo e nel trasporto del marino in galleria. La
possibilità di intervenire su aree molto localizzate fa sì che il consumo di
acqua possa essere molto basso, evitando la produzione di rivoli d’acqua a
terra. Nell’evoluzione più recente, linee di nebulizzazione possono essere
inserite anche nelle benne di pale gommate o escavatori, sfruttando l’impianto
idraulico del mezzo stesso. In altri casi, cannoni nebulizzatori, formati da
una serie di ugelli montati su una ghiera mobile, proiettano acqua nebulizzata
fino a 30-40 m di distanza”. Il documento presenta anche altri sistemi di
nebulizzazione;
-
nastro trasportatore del marino e gruppo
di frantumazione: “in alternativa al trasporto su gomma del marino
(materiale di risulta dello scavo, ndr), che comporta il transito di camion e/o
dumper per il trasporto all’esterno del materiale, con conseguente immissione
in aria di polveri, è possibile utilizzare un sistema di nastri trasportatori.
Tale soluzione, che richiede anche la creazione di un impianto di frantumazione
del marino a ciclo chiuso e la previsione di sistemi di bagnatura del materiale
trasportato, è particolarmente onerosa, quindi proponibile solo per gallerie di
lunghezza significativa ed in cui siano presenti lavorazioni contemporanee
arretrate rispetto al fronte”;
-
macchine operatrici con adeguata
cabinatura: “per minimizzare il rischio di esposizione a polveri contenenti
SLC
gli operatori addetti alla conduzione di macchine operatrici (escavatore, pala,
ecc.) devono essere isolati all’interno della cabina del mezzo, che deve essere
dotata di un sistema di climatizzazione con ricambio di aria esterna
opportunamente filtrata; inoltre, la cabina deve trovarsi in condizioni di sovrappressione
rispetto all’ambiente esterno. Naturalmente, è necessario che i filtri siano
efficienti rispetto alle particelle di dimensioni della frazione respirabile.
La manutenzione è di fondamentale importanza per mantenere l’efficacia del
sistema filtrante”;
-
procedure di lavoro: “interventi sul
sistema organizzativo del cantiere e sulle procedure di lavoro possono agire
efficacemente sulla riduzione del rischio da esposizione a polveri silicotigene
per i lavoratori che si trovano ad operare in galleria. Questo è
particolarmente importante quando l’escavazione in galleria è concomitante ad
altre attività svolte in posizioni arretrate (ad esempio per la costruzione del
rivestimento definitivo) e ancor più se sono interessati anche lavoratori
dipendenti di altre imprese”. Il documento elenca una serie di misure di
prevenzione adottabili;
-
formazione ed informazione: “i
lavoratori esposti a rischio di inalazione di polveri
silicotigene
devono essere opportunamente formati sul rischio specifico, ponendo particolare
attenzione all’informazione/formazione relativa a tutte le procedure
organizzative che devono essere attuate in cantiere per la limitazione
dell’esposizione dei lavoratori all’inquinante”.
Concludiamo
questo breve viaggio attraverso la tutela della salute dei lavoratori che
operano in galleria, ricordando che laddove, nonostante la messa in atto delle
misure di prevenzione non sia possibile ridurre il rischio al di sotto del
valore limite è necessario ricorrere all’utilizzo di
dispositivi di protezione individuale e in particolare di Apparecchi di
Protezione delle Vie Respiratorie (APVR).
Il
documento sottolinea che le
maschere
antipolvere “sono indicate in caso di esposizione temporanea ed eccezionale
alle polveri, ma il loro uso prolungato non è sostenibile da parte del
lavoratore. Pertanto non possono essere utilizzate in sostituzione delle misure
tecniche di prevenzione. Inoltre, la loro efficacia è limitata e dipende dalla
quantità di polveri presenti”.
Riguardo
alla scelta di un APVR si devono seguire i criteri dettati dal D.M. 2 maggio
2001 “Criteri per l’individuazione e l’uso dei DPI”. E generalmente per le
polveri contenenti SLC la scelta più opportuna “è costituita da respiratori a
filtro di tipo non assistito, quali:
-
respiratore a filtro con semimaschera (o quarto di maschera);
-
facciale filtrante antipolvere”.
In
particolare devono essere “utilizzati i
modelli
marcati S, contro aerosol solidi e liquidi a base acquosa. La scelta della
classe di efficienza della filtrazione (bassa, media, alta) deve essere
effettuata in funzione della concentrazione e del valore limite
dell’inquinante. In generale, risulta indispensabile l’uso di DPI delle vie
respiratorie
con filtro antipolvere perlomeno di classe 2 (media efficienza) e
preferibilmente di classe 3 (alta efficienza)”.
L’
indice del documento:
1
Esposizione a silice libera cristallina respirabile: problematica
2
Aspetti tecnico-normativi dell’esposizione a SLC respirabile
3
Fonti di esposizione a polveri silicotigene nei lavori di scavo in galleria
4
Tecniche di scavo e fasi del ciclo di lavoro in galleria
5
Strategie e tecniche di misura della concentrazione di SLC respirabile nei
lavori di costruzione di gallerie
6
Geologia dell’Appennino umbro-marchigiano
7
Contenuto di quarzo nelle formazioni umbro-marchigiane
8
Concentrazione di SLC respirabile durante lo scavo di gallerie dell’Umbria e
delle Marche
9
Metodologia di valutazione del rischio
10
Misure di prevenzione e protezione dalle polveri
Inail,
“ Valutazione
dell’esposizione a silice libera cristallina nello scavo di gallerie. Appennino
umbro-marchigiano”,
pubblicazione realizzata da Contarp Direzione Generale, Direzione Regionale
Marche, Direzione Regionale Umbria (formato PDF, 11.7 MB).
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