News
"Imparare dagli errori: gli incidenti con autopompe e betonpompe"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
20/06/2013 - Concludiamo con questo articolo il viaggio della rubrica “
Imparare dagli errori” attraverso gli infortuni nel comparto edile correlati all’ uso del calcestruzzo, delle betoniere, delle betonpompe, delle autopompe, ...
Senza cercare statistiche specifiche, è infatti sufficiente “sfogliare” le schede di INFOR.MO. - strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi - per verificare quanto numerosi e multiformi siano gli incidenti che capitano con l’uso di queste attrezzature e nelle
attività di getto del calcestruzzo.
I casi
Il
primo caso è relativo ad
attività in cantiere di completamento
della palazzina servizi di un centro polisportivo, in particolare la
preparazione del piano di calpestio in calcestruzzo del marciapiedi perimetrale
e lavori di finitura della pavimentazione in autobloccanti.
Il calcestruzzo viene distribuito mediante il tubo flessibile posto
all'estremità del braccio di una betoniera con pompa. Ai comandi della
betonpompa si trova il conducente del mezzo che utilizza un radiocomando,
mentre un operaio dirige il getto di calcestruzzo trattenendo e spostando il tubo flessibile
del braccio ed altri tre operai stendono la gettata con i badili.
Il braccio della betonpompa risulta esteso, al termine del getto, per
tutta la sua lunghezza (24 metri) ed a sbalzo in orizzontale a circa due metri
e mezzo di altezza.
Terminato il calcestruzzo, l'operaio addetto al getto, che stava per
ordinare l'arresto del pompaggio, viene colpito al capo ed al corpo, in
particolare al tronco, dal braccio della betonpompa e cade a terra. Uno degli
operai addetto alla stesura del calcestruzzo viene anch'egli investito dal
braccio venendo però dallo stesso schiacciato a terra e rimanendovi incastrato
sotto a circa metà della sua lunghezza.
La caduta del braccio della betonpompa è presumibilmente da ricondurre
ad un cedimento strutturale, con rottura della piastra metallica di ancoraggio
del castello alla motrice.
In ogni caso il datore di lavoro ha lasciato che il lavoratore addetto
alla stesura, deceduto, operasse in zona pericolosa, presumibilmente sotto il
braccio della betoniera a circa dieci metri dalla stessa.
Inoltre nessuno degli operai indossava elmetti di protezione.
Nel
secondo caso un
lavoratore è impegnato, congiuntamente ad altri operai, nella fase di
getto del calcestruzzo per la
realizzazione dei muri perimetrali di un edificio residenziale.
Il lavoratore è addetto alla manovra della proboscide del braccio della
autopompa utilizzata per tale lavorazione.
La macchina opera senza aver posizionato due dei quattro stabilizzatori
in dotazione e con il braccio posizionato nella sua massima estensione lungo
l’asse orizzontale.
Durante la fase del getto la macchina si ribalta ed il braccio colpisce
il lavoratore al torace provocandone l’immediato decesso. L’autopompa era
manovrata da un operatore di una ditta sub appaltatrice.
Il
terzo caso è sempre
relativo alla gettata di
calcestruzzo.
Un lavoratore è intento a manovrare il tubo terminale in gomma del
braccio idraulico dell'autopompa. Durante tale operazione avviene la rottura
del braccio idraulico con il completo distacco dell'elemento finale: questo
colpisce l'operaio alla testa provocandone il decesso.
Riguardo alla rottura del braccio idraulico è stata riscontrata la
mancanza delle verifiche periodiche dell’attrezzatura.
Anche in questo caso non erano utilizzati dispositivi di protezione individuali.
Infine un
quarto caso relativo
al
getto delle fondamenta di una
costruzione.
Un lavoratore, di nazionalità romena - senza permesso di soggiorno e
senza contratto di assunzione - lavorava da due giorni in un cantiere edile. La
lavorazione in corso riguarda il riempimento, con un getto di calcestruzzo, dei
casseri di fondazione.
Il lavoratore si trova all’interno dello scavo per iniziare il
riempimento dei casseri, impugnando il tubo flessibile di un’autopompa di
mandata del calcestruzzo, in attesa della sua fuoriuscita. Un’oscillazione
violenta del tubo flessibile, determinata da un improvviso cedimento di una
ostruzione interna che blocca il flusso del calcestruzzo, spinge in avanti
l’infortunato facendolo cadere sopra dei ferri di armatura sporgenti dai
casseri e non protetti. Alcuni ferri di armatura si conficcavano nel torace
dell’infortunato che muore poche ore dopo all’ospedale.
“L’anomalia di funzionamento nel flusso del calcestruzzo, causata
dall’ostruzione dei tubi interni da parte di materiale cementizio solidificato
in precedenti lavorazioni, che si può verificare solamente all’inizio di ogni
gettata, determina una oscillazione violenta del tubo flessibile ben nota agli
addetti ai lavori come “
colpo di frusta”.
Essendo un rischio conosciuto, le case costruttrici di autopompe riportano sul
libretto di uso e manutenzione le misure di sicurezza da adottare fra le quali
il divieto per i lavoratori di sostare presso il terminale del tubo all’inizio
del getto. L’infortunio è stato determinato da un’errata organizzazione del
lavoro in concomitanza con l'assenza di una di protezione dei ferri di
armatura; l'infortunato non era stato formato e l'addetto all’autopompa non
avrebbe dovuto avviare la macchina. L'addetto all'autopompa ha riferito di
avere avvertito l’infortunato di allontanarsi dal tubo prima di iniziare il
lavoro ma che probabilmente, per il rumore o per la scarsa conoscenza della
lingua italiana l’infortunato non aveva capito”.
La prevenzione
Nelle varie puntate di “Imparare dagli errori” abbiamo affrontato
diverse tipologie di rischi e misure di prevenzione correlate con il getto di
calcestruzzo, con l’uso di pompe, betoniere e autopompe. Rimandiamo dunque i lettori ai precedenti
articoli in merito alla prevenzione di incidenti nelle operazioni di pompaggio,
anche con riferimento al corretto utilizzo delle attrezzature di lavoro.
Molti incidenti sono relativi anche alla
mancanza di coordinamento all’interno dei cantieri nella fase di
fornitura del calcestruzzo.
Riprendiamo dunque quanto contenuto nel documento approvato nella seduta
del 19 gennaio 2011 dalla Commissione consultiva permanente sulla salute e
sicurezza sul lavoro e dal titolo " Procedura per la fornitura di calcestruzzo in
cantiere".
Nel momento in cui l’impresa esecutrice richiede una
fornitura di calcestruzzo preconfezionato
si instaura un rapporto fra le due imprese che è regolato, per quanto riguarda
la sicurezza sul lavoro, dai commi 1 e 2 dall’art. 26 del Decreto legislativo
81/2008.
Tali commi “prevedono che il datore di lavoro dell’impresa esecutrice
informi l’impresa fornitrice dei rischi specifici esistenti nell’ambiente in
cui essa è destinata ad operare e sulle misure di prevenzione ed emergenza ivi
adottate. Entrambi i datori di lavoro cooperano all’attuazione delle misure di
prevenzione e protezione dai rischi sul lavoro incidenti sull’attività
lavorativa in oggetto; coordinano gli interventi di protezione e prevenzione
dai rischi cui sono esposti i lavoratori, informandosi reciprocamente anche al
fine di eliminare rischi dovuti alle interferenz
e tra i lavori delle
diverse imprese coinvolte nell’esecuzione dell'opera complessiva. Il datore di
lavoro dell’impresa esecutrice promuove tale coordinamento”.
Dunque riguardo alle
attività
di coordinamento tra imprese esecutrice e fornitrice, “il
datore di lavoro dell’impresa fornitrice di calcestruzzo scambia con il cliente
tutte le informazioni necessarie affinché l’ingresso dei mezzi deputati alla
consegna del calcestruzzo e l’operazione di consegna avvengano in condizioni di
sicurezza per i lavoratori di entrambe le imprese”.
A tal fine il fornitore di calcestruzzo preconfezionato invia
all’impresa esecutrice un documento (presentato in
allegato a queste linee guida)
che contiene tipologia e caratteristiche tecniche dei mezzi utilizzati, numero
di operatori presenti e mansione svolta, rischi connessi alle operazioni di
fornitura che verranno eseguite in cantiere.
Un secondo allegato al documento riporta le informazioni che “l’impresa
esecutrice è obbligata a trasmettere al fornitore di calcestruzzo
preconfezionato ai sensi dell’art. 26, comma 1, lettera b) del D. Lgs. 81/08 e
s.m.i”.
In particolare l’impresa esecutrice “può desumere tali informazioni dai
PSC (Piano di Sicurezza e Coordinamento) o PSS (Piano di Sicurezza
Sostitutivo), ove presenti, nonché dai POS” redatti ai sensi della normativa
vigente.
E nel caso di utilizzo di trasportatori terzi per la consegna del
calcestruzzo in cantiere “l'impresa fornitrice di calcestruzzo dovrà consegnare
agli stessi trasportatori sia il documento inviato all'impresa esecutrice con
le informazioni sui rischi legati alla consegna del prodotto in cantiere
(allegato 1), sia quello ricevuto dall'impresa esecutrice con le informazioni
sul cantiere (allegato 2)”.
Gli articoli di “
Imparare dagli
errori” dedicati agli impianti di betonaggio e al trasporto e getto del
calcestruzzo:
Pagina introduttiva del sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede
numero
1143,
1627,
609 e
1276a (archivio incidenti 2002/2010).
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 1565 volte.
Pubblicità