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"La gestione dei rischi dei nanomateriali sul luogo di lavoro"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
27/06/2013 -
I nanomateriali sono piccole particelle con un grande potenziale,
tuttavia altrettanto grandi sono le preoccupazioni riguardo ai loro
possibili rischi per la salute e la sicurezza.
In molti luoghi di lavoro si utilizzano, manipolano e trasformano nanomateriali. Occorre quindi prestare particolare attenzione alla gestione dei rischi di tali materiali sul luogo di lavoro.
I nanomateriali sono particelle minuscole invisibili all'occhio
umano. Eppure sono presenti nella nostra vita quotidiana in prodotti di
uso comune come alimenti, cosmetici, elettronica e farmaci. Alcuni
nanomateriali sono naturali, mentre altri sono i sottoprodotti delle
attività umane o sono fabbricati specificamente per uno scopo
particolare. Sebbene i nanomateriali abbiano molte proprietà positive,
esistono ampie lacune nella nostra conoscenza dei rischi per la salute
ad essi associati. Va prestata quindi molta attenzione alla loro
gestione mentre le ricerche sull'argomento sono ancora in corso.
Cosa sono i nanomateriali?
Molte
organizzazioni concordano nella loro definizione dei nanomateriali sul fatto
che si tratta di materiali contenenti particelle con una o più dimensioni
esterne comprese tra 1 e 100 nanometri (nm). Leggi la definizione
dei nanomateriali della Commissione europea.
Fino a
10 000 volte più piccoli di un capello umano, i nanomateriali hanno
dimensioni paragonabili a quelle degli atomi o delle molecole e prendono il
nome dalle loro strutture minuscole (un nanometro corrisponde a 10–9 metri). I
nanomateriali presentano proprietà diverse da quelle degli stessi materiali in
scala più grande non solo per le loro dimensioni molto piccole, ma anche per
altre caratteristiche fisiche o chimiche, come ad esempio la forma e l'area
superficiale.
Grazie a
tali differenze, i nanomateriali offrono nuove opportunità entusiasmanti in
settori quali ingegneria, tecnologia dell'informazione e della comunicazione,
medicina e prodotti farmaceutici, per citarne solo alcuni. Le stesse
caratteristiche che conferiscono ai nanomateriali le loro proprietà uniche sono
tuttavia anche responsabili dei loro effetti sulla salute umana e
sull'ambiente.
Dove si trovano i nanomateriali?
I
nanomateriali sono presenti in natura, ad esempio nelle emissioni dei vulcani,
o possono essere sottoprodotti delle attività umane, come i fumi di scarico dei
motori diesel o il fumo da tabacco. Particolare interesse rivestono
tuttavia i nanomateriali fabbricati, che si
trovano già in un'ampia serie di prodotti e di applicazioni.
Alcuni
nanomateriali di questo tipo sono in uso ormai da decenni. Un esempio è
costituito dalla silice amorfa sintetica utilizzata nel cemento, negli
pneumatici e negli alimenti. Altri nanomateriali sono una scoperta più recente,
ad esempio le nanoparticelle di biossido di titanio come agenti che bloccano i
raggi UV nelle vernici o nei prodotti solari, il nanoargento come antimicrobico
nei tessuti e nelle applicazioni mediche o i nanotubi di carbonio, il cui
utilizzo è molto diffuso per le loro proprietà di forza meccanica, peso
ridotto, dissipazione del calore e conducibilità elettrica in applicazioni come
l'elettronica, lo stoccaggio di energia, le strutture di veicoli spaziali e
autoveicoli e le attrezzature sportive. Le nuove generazioni di nanomateriali
continuano a svilupparsi rapidamente e si prevede che il relativo mercato sia
destinato a crescere.
Quali sono i problemi di salute e di sicurezza associati ai nanomateriali?
I
nanomateriali destano considerevoli preoccupazioni per quanto riguarda i loro
effetti sulla salute. Il comitato
scientifico dei rischi sanitari emergenti e recentemente identificati (SCENIHR) ha rilevato che
esistono rischi provati per la salute associati ad alcuni nanomateriali
fabbricati. Non tutti i nanomateriali hanno necessariamente un effetto tossico,
tuttavia è necessario procedere caso per caso mentre le ricerche al riguardo
sono ancora in corso.
Gli
effetti più importanti dei nanomateriali sono stati riscontrati nei polmoni e
comprendono, tra l'altro, infiammazioni e danni ai tessuti, fibrosi e
generazione di tumori. Ne può essere interessato anche il sistema
cardiovascolare. Alcuni tipi di nanotubi di carbonio possono comportare effetti
simili a quelli dell'amianto. È emerso che i nanomateriali possono raggiungere,
oltre ai polmoni, altri organi e tessuti, tra cui il fegato, i reni, il cuore,
il cervello, lo scheletro e i tessuti molli.
A causa
delle loro dimensioni ridotte e dell'area superficiale ampia, i nanomateriali
particolati in polvere possono presentare un rischio di esplosione, mentre lo
stesso non vale per i rispettivi materiali di dimensioni più grandi.
Leggi
l'analisi della Commissione su tipologie,
usi e aspetti relativi alla sicurezza dei nanomateriali e lo studio
specializzato dell'EU-OSHA sull' esposizione a
nanomateriali sul luogo di lavoro.
Come si verifica l'esposizione a nanomateriali sul luogo di lavoro?
I
lavoratori possono venire a contatto con nanomateriali nella fase di
produzione. Tuttavia, molti altri lavoratori possono essere esposti a
nanomateriali in varie fasi della catena di approvvigionamento, senza neppure
rendersi conto di essere a contatto con tali materiali; è pertanto improbabile
che si adottino misure sufficienti per prevenire l'esposizione. Leggi lo studio
specializzato su percezione e
comunicazione del rischio rispetto ai nanomateriali sul luogo di lavoro.
L'esposizione
può pertanto verificarsi in molti ambienti professionali diversi in cui i
nanomateriali sono utilizzati, manipolati o trasformati, diventando quindi
volatili e inalabili o entrando in contatto con la pelle; tra gli esempi di
tali contesti sono inclusi il lavoro nel settore sanitario o in laboratorio e
il lavoro di manutenzione o di costruzione.
Per
saperne di più su esposizione a
nanomateriali sul luogo di lavoro.
Gestione dei rischi dei nanomateriali sul luogo di lavoro
La
normativa dell'Unione europea in materia di protezione dei lavoratori si
applica ai nanomateriali pur non riferendosi esplicitamente a questo tipo di
materiali. Particolarmente rilevanti sono la direttiva quadro 89/391/CEE, la direttiva 98/24/CE
sugli agenti chimici,
la direttiva
2004/37/CE sulle sostanze cancerogene e mutagene e la legislazione
sulle sostanze chimiche (regolamenti REACH e CLP). I datori di lavoro sono
pertanto tenuti a valutare e gestire i rischi dei nanomateriali sul luogo di
lavoro. Se l'uso e la generazione di nanomateriali non possono essere eliminati
o sostituiti da materiali e processi meno pericolosi, l'esposizione dei lavoratori
deve essere ridotta al minimo mediante misure di prevenzione secondo una
gerarchia di controllo che dia la priorità a quanto segue:
- misure di controllo tecnico alla fonte;
- misure organizzative;
- dispositivi di protezione personale, quale ultima risorsa.
Anche se
restano molte incertezze, i nanomateriali destano molte preoccupazioni riguardo
ai pericoli per la salute e la sicurezza che ne possono derivare. I datori di
lavoro e i lavoratori insieme devono quindi applicare un approccio
precauzionale alla gestione dei rischi nella scelta delle misure di
prevenzione.
Può essere
difficile individuare i nanomateriali, le fonti di emissione e i livelli di
esposizione; tuttavia, per facilitare la gestione dei rischi dei nanomateriali
sul luogo di lavoro sono disponibili orientamenti e
strumenti.
Leggi
altri consigli specifici dell'EU-OSHA sulla gestione dei rischi dei
nanomateriali nel settore sanitario e nelle attività di
manutenzione.
Altre organizzazioni hanno realizzato materiale informativo utile, ad esempio
sui nanomateriali nel settore delle costruzioni e nei mobili o nelle attività
di ricerca
e sviluppo.
Scopri in
quale modo altre imprese hanno gestito i nanomateriali tra gli esempi di buone
prassi di gestione dei nanomateriali sul luogo di lavoro.
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