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"L’organizzazione lavorativa e l’analisi dei fattori di stress"
fonte www.puntosicuro.it / Eventi e Appuntamenti
12/07/2013 - Più del 20% dei lavoratori dell’Unione Europea crede che la sua salute sia a rischio a causa dello
stress nei luoghi di lavoro.
E si calcola che i costi derivanti dallo stress legato all’attività
lavorativa ammontino a circa 20 milioni di euro l’anno. Un fenomeno di
vastissima portata: ridurlo e prevenirlo sono priorità di una moderna
organizzazione del lavoro.
Queste alcune affermazioni tratte dal seminario di aggiornamento “
La valutazione del rischio da stress correlato”
che si è tenuto il 31 gennaio 2013 a Firenze. Un seminario organizzato
dal Comitato Regionale di Coordinamento ex art. 7 del D.Lgs 81/2008 e
realizzato a cura della Regione Toscana e dell' Azienda Sanitaria 8 di Arezzo.
Nell’intervento - relativo al punto di vista dei lavoratori –
tenuto per la CISL da Marco Della Felice (esperto di Formazione e
Comunicazione in salute e sicurezza del lavoro) si sottolinea che una
buona
organizzazione di lavoro “può condurre a una
maggiore efficienza e a un miglioramento della salute e sicurezza dei
lavoratori, con conseguenti benefici economici e Sociali per tutti”.
Infatti il relatore
indica che “la produzione o l’erogazione di servizi, da parte di un’azienda,
può essere buona, efficiente, concorrenziale, ma non per questo si può essere
certi che in essa vi sia un’adeguata ed efficace organizzazione del lavoro, in
grado di conciliare in modo armonico e proficuo gli obiettivi di una
produttività competitiva e sostenibile e, al contempo, centrata sulla tutela e
la valorizzazione della persona nel lavoro”. E l’occasione dell’analisi
dell’organizzazione del lavoro, “offerta dall’obbligo Legislativo di svolgere
la valutazione del
rischio da stress lavoro-correlato in tutte le realtà lavorative, siano esse
Pubbliche che private, che di qualsiasi dimensione (a partire dalle micro), se
rappresenta, per la prima volta il rendere concreto, il collegamento tra modo,
condizioni di lavoro e tutela della salute e sicurezza sul lavoro, dall’altro
richiede che tale connessione sia pienamente e proficuamente rilevata e portata
a sistema”. Dunque tutti gli attori della prevenzione aziendale devono
affrontare “il percorso di valutazione dello stress lavoro-correlato non ponendosi di
fronte a un mero obbligo da svolgere e da documentare, ma come
processo di analisi dell’organizzazione
intera lavorativa, ponendo precisa attenzione non solo agli elementi da
sanare (eliminando o riducendo i rischi esistenti), ma individuando i margini
concreti di miglioramento, concentrandosi sulla prevenzione e protezione dai
potenziali elementi di pericolo”.
Un intervento - dal
titolo “
Analisi dei fattori di contenuto
e contesto del lavoro per la rilevazione degli stressogeni lavorativi.
Requisiti fondamentali” e a cura del Dr. Giovanni Galli (U.F. PISLL Azienda USL 1 Massa Carrara) – affronta la
valutazione e gestione del rischio stress anche con riferimento a esperienze di
assistenza e vigilanza.
Sono ricordate le
indicazioni normative relative alla
valutazione del rischio.
Fase
necessaria
(preliminare):
- “analisi degli
effetti negativi dello stress sull’azienda (rilevazione di eventi sentinella);
- analisi della
componente ‘lavorativa’ del rischio (rilevazione di stressogeni lavorativi in
relazione ai fattori di contenuto e contesto del lavoro e valutazione
dell’efficacia delle misure correttive attuate).
Fase
eventuale
(approfondimento):
- “analisi della
componente ‘soggettiva’ del rischio ( percezione
soggettiva dei lavoratori in relazione ai fattori di contenuto e contesto del
lavoro)”.
Con riferimento
anche ad un intervento di controllo e assistenza alle aziende dell’Ausl 1 Massa
Carrara relativo alla valutazione e gestione dei rischi collegati allo stress
lavoro-correlato, il relatore riporta indicazioni per l’
analisi dei fattori di contenuto e contesto del lavoro per
l’individuazione dei potenziali stressogeni lavorativi.
Si fa riferimento,
ad esempio, alla
composizione e
formazione del gruppo di valutazione.
Questa la
composizione del
gruppo di valutazione:
- “datore di lavoro o di un suo delegato;
- attori interni della prevenzione (RSPP, medico competente, RLS);
- lavoratori e/o dirigenti ‘esperti’ delle
reali condizioni di lavoro con particolare riferimento agli aspetti relativi
all’organizzazione del lavoro e al suo contesto ambientale e relazionale (per
ogni gruppo omogeneo);
- eventuali consulenti esterni (solo con ruolo
di supporto)”.
Senza dimenticare
la
formazione dei componenti il gruppo
di valutazione, un’adeguata “formazione sull’analisi dell’organizzazione
del lavoro e sui metodi e strumenti di valutazione e gestione del rischio”.
In merito ai
lavoratori cui è riferita la valutazione, si indica che sono i “
gruppi omogenei di lavoratori esposti a
rischi dello stesso tipo tenendo conto della reale organizzazione del lavoro in
azienda e del contesto territoriale in cui opera”. Senza dimenticare:
- “analisi di fattori specifici per il gruppo
esaminato;
- chiara identificazione dei lavoratori cui
riferire le criticità;
- chiara definizione delle misure correttive
eventualmente necessarie”.
È poi necessaria la
partecipazione dei lavoratori alla
valutazione, con riferimento al “parere dei lavoratori e/o dei loro
rappresentanti per la sicurezza in relazione alla valutazione dei fattori di
contenuto e contesto del lavoro”. Il relatore indica alcuni punti su cui
soffermarsi (es. modalità di acquisizione del parere da parte del gruppo di
valutazione).
L’intervento
riporta poi alcuni
fattori di contenuto
e contesto del lavoro da analizzare:
- “condizioni
ambientali ed ergonomiche del lavoro;
- caratteristiche
delle attività e pianificazione del lavoro;
- orario di lavoro;
- funzione e
cultura organizzativa (strategie, obiettivi, programmi aziendali; gestione
della salute e sicurezza; formazione; sistema informativo; stile dirigenziale;
supporto ai lavoratori; coordinamento delle attività; valorizzazione delle
risorse umane e coinvolgimento dei lavoratori);
- ruolo
nell’organizzazione;
- progressione di
carriera e sistema premiante;
- autonomia
decisionale;
- relazioni
interpersonali sul lavoro;
- interfaccia
casa-lavoro”.
Riporta inoltre
esempi di parametri relativi ad alcune
categorie di fattori di contenuto e contesto del lavoro:
- “
Ruolo nell’ambito dell’organizzazione:
chiarezza nella sua attribuzione ai singoli lavoratori; adeguatezza (eccesso o
difetto) in relazione a qualifica, professionalità, capacità e altre
caratteristiche del lavoratore; conflittualità fra ruoli attribuiti a
lavoratori diversi, etc;
-
Orario di lavoro - lavoro a turni/notturno:
modalità di definizione; tempi di comunicazione ai lavoratori; durata, rotazione,
numero di turni notturni consecutivi, lavoro straordinario, etc.;
-
Carichi di lavoro: possibilità, per i
lavoratori, di portare a termine il lavoro assegnato senza eccessive pressioni; lavoro monotono o
ripetitivo;
elevate responsabilità nei confronti di terzi o della produzione; continuo
contatto con il pubblico; impegno emotivo richiesto dal tipo di lavoro;
pesantezza del lavoro dal punto di vista fisico, equità nella distribuzione dei
carichi di lavoro, etc.;
-
Sistema informativo: adeguatezza della
comunicazione degli obiettivi aziendali e dei programmi per realizzarli, del
raggiungimento degli obiettivi prefissati, delle decisioni organizzative e
gestionali assunte dall’azienda soprattutto in occasione di rilevanti
cambiamenti, del giudizio aziendale sul lavoro svolto dai singoli lavoratori,
etc.”.
Senza dimenticare
esempi di parametri di fattori di contenuto
e contesto del lavoro specifici di alcune realtà lavorative:
-
settore produttivo sanità:
carichi di lavoro (complessità dei
compiti lavorativi; contatto continuo
con la sofferenza umana; contatto continuo con il pubblico in condizioni di
sollecitazione psicologica; confronto con le aspettative di pazienti e loro
parenti;, necessità di svolgere molti compiti di tipo amministrativo; grande
richiesta di documentazione dell’attività; presenza di molti pazienti con
diagnosi gravi e diverse; richiesta di attenzione e concentrazione; elevato
flusso di pazienti; elevato tasso di occupazione dei posti letto; necessità di
effettuare molte mansioni urgenti);
condizioni ambientali (esposizione a
violenze psicologiche e minacce);
funzione
e cultura organizzativa (inadeguato coordinamento delle attività dei
reparti);
-
settore produttivo trasporti:
carichi di lavoro (frequenza dei
periodi di lavoro intensi; trasporto di merci pericolose; imprevedibilità dei
viaggi da effettuare; urgenza delle consegne; possibilità di pause adeguate);
condizioni ambientali (lavoro in
solitario; problemi tecnici).
Rimandando i
lettori ad una lettura integrale del documento agli atti relativo
all’intervento (esempio in relazione ai temi dell’oggettività, verificabilità e
completezza dell’analisi), il relatore conclude riportando alcuni
esempi di interventi correttivi.
Interventi
tipo organizzativo/gestionale:
- “pianificazione del lavoro (compiti, carichi,
ritmi, monotonia, ripetitività, complessità, risorse necessarie);
- organizzazione
del lavoro a turni/notturno;
- attribuzione di
ruoli e responsabilità;
- procedure di
lavoro;
- coordinamento
delle attività;
- supporto ai
lavoratori;
- protocolli di
supervisione delle attività;
- avanzamento di
carriera e sistema premiante;
- gestione del clima
relazionale”.
Interventi
che riguardano la comunicazione:
- “diffusione
dell’organigramma e delle procedure aziendali;
- diffusione degli
obiettivi aziendali, dei programmi per realizzarli e dei risultati raggiunti;
- momenti di
comunicazione dell’azienda a tutto il personale;
- strumenti di
partecipazione decisionale dei lavoratori alle scelte aziendali”.
Interventi
correttivi di tipo formativo:
- “piano formativo
per la crescita professionale dei lavoratori”.
Interventi
correttivi di tipo tecnico:
- “misure
concernenti l’ambiente di lavoro;
- misure
concernenti le attrezzature di lavoro”.
Gli
atti del seminario, pubblicati sul sito
dell' ASL 10 di Firenze:
- “ Analisi
dei fattori di contenuto e contesto del lavoro per la rilevazione degli
stressogeni lavorativi. Requisiti fondamentali”, Dr. Giovanni
Galli (U.F. PISLL Azienda USL 1 Massa Carrara) (formato PDF, 63 kB);
- “ Relazione di M. Della Felice”, CISL - esperto
di Formazione e Comunicazione in salute e sicurezza del lavoro (formato PDF, 78 kB);
- “ Lo
stress ed altre patologie da disadattamento lavorativo ed il modello della
Toscana per la VDR”, Dr. Rodolfo Buselli (AO Pisana) (formato PDF,
949 kB);
- “ L’evoluzione normativa e le indicazioni delle
Regioni”, Dr. Domenico Sallese ( Az. USL 8 Arezzo) (formato
PDF, 1.81 MB);
- “ Relazione di R. Bardi”, CGIL (formato PDF, 96 kB).
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