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"Imparare dagli errori: il rischio di caduta nelle gallerie "
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
17/10/2013 - Concludiamo con
questo articolo il percorso di “
Imparare
dagli errori” attraverso gli incidenti che avvengono nei lavori eseguiti
per costruzione e manutenzione
di gallerie, in particolare
gallerie
stradali e ferroviarie.
Nelle scorse puntate ci siamo
soffermati prima sul rischio di seppellimento e di caduta materiale e
successivamente sul rischio
di investimento correlato alla presenza di operatori nel raggio
d’azione delle attrezzature di lavoro.
Tuttavia, come vedremo oggi, tra
le cause di infortunio in galleria ci sono anche le
cadute dall’alto e le
cadute
in profondità. Senza dimenticare, ne parleremo nello spazio dedicato alla
prevenzione, gli eventuali rischi correlati alle attività in ambienti sospetti
di inquinamento o confinati.
Gli incidenti che presentiamo
sono tratti dalle schede di INFOR.MO.,
strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di
sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
I casi
Il
primo
caso è relativo ad un infortunio avvenuto nel contesto dei lavori relativi
al
getto del rivestimento della galleria
con l'utilizzo di cassero semovente del tipo autoportante.
Un lavoratore si sta apprestando
ad ultimare alcuni lavori all'armatura della volta della galleria utilizzando
un "
carro casseri", il
quale “viene chiuso in testa mediante l'apposizione di tavole di legno.
Quest'ultime, vengono puntellate con dei cunei di legno incastrati tra queste
ultime e la volta del ‘carro casseri’. Solitamente l'apposizione di questi
cunei viene effettuata dagli operai direttamente dal carro casseri. Al momento
dell'infortunio invece (per motivi di carattere geologico la galleria era più
larga di circa 1,5 metri rispetto al carro), il lavoratore per incastrare
meglio alcuni di questi cunei con l'uso del martello”, appoggia alla testa del
"carro casseri" una scala in lega metallica a 12 pioli dell'altezza
di circa 3,5 metri. Nelle sue vicinanze, sta operando un altro operaio che
assiste all’infortunio.
Dalle sue dichiarazioni
successive si evince:
- che l'infortunato è salito
“senza adeguati sistemi
di ritenuta sulle scala in lega metallica, posizionandosi in piedi
sull'ultimo piolo posto a circa 3,30 metri dal suolo”; in posizione precaria,
con una mano si tiene a dei tondini di ferro, che fuoriescono dalla testata di
tavole di legno del carro casseri, mentre con l'altra percuote con il martello
i succitati cunei;
- che “la scala in questione
versava in pessimo stato di conservazione. La stessa scala era anche appoggiata
in modo instabile”.
Probabilmente a seguito di un
movimento dell'infortunato questi ha perso l'equilibrio ed è precipitato a
terra. Nell'impatto ha battuto violentemente la
nuca sullo spigolo del manufatto in cls armato denominato "muretta",
procurandosi una vasta ferita, nonché la frattura degli arti inferiori.
Tra le
cause è evidenziata la presenza di una “scala sprovvista alle
estremità inferiori dei due montanti dei dispositivi antisdrucciolevoli - non
adeguatamente assicurata o al piede da altra persona, non vincolata mediante
chiodi, graffe in ferro, listelli, tasselli, legature, saettoni in modo da
evitare sbandamenti, oscillazioni”.
Il
secondo caso è relativo ad un infortunio in una
galleria stradale.
Un lavoratore si trova
all'interno di una intercapedine ubicata sulla parte superiore della galleria
stradale, delimitata da una soletta in cls e la volta. Sta fissando delle
staffe reggi-canala sulla sommità della volta della galleria. Ad un certo punto
si allontana dalla zona di lavoro illuminata e cade attraverso una delle aperture
del solaio - 42 su tutta la lunghezza della galleria - non protette, non
segnalate e non illuminate, delle dimensioni di 1m x 1m. Cade sul nastro
stradale sottostante da una quota di 5 metri.
Sono evidenti i fattori
determinanti dell’incidente: la presenza di aperture non protette e la carenza
di illuminazione.
La prevenzione
Indicazioni relative alla
prevenzione delle cadute possiamo trovarle nella “ Guida
per la sicurezza in edilizia”, risultato della collaborazione fra l’ INAIL Sicilia, il Coordinamento Regionale dei CPT della
Sicilia, il CPT-ESE di Messina
e il CPT di Torino. La
guida, che racchiude al suo interno un gran numero di liste di controllo e
schede bibliografiche per la verifica di diversi elementi del sistema sicurezza
aziendale nelle attività edili, si occupa della sicurezza degli scavi di
avanzamento, il rivestimento di prima fase nella
costruzione di gallerie e le opere strutturali per il rivestimento
definitivo.
Ci soffermiamo sul
rischio di caduta dall’alto.
La scheda relativa agli scavi di
avanzamento ricorda che “le perdite di stabilità dell’equilibrio di persone che
possono comportare cadute da un piano di lavoro ad un altro posto a quota
inferiore (di norma con livello superiore ai 2 m), devono essere impedite con
misure di prevenzione, generalmente costituite da parapetti di trattenuta
applicati a tutti i lati liberi delle piattaforme di lavoro”.
In particolare “per i lavori in
quota di caricamento delle volate e/o assemblaggio degli elementi di armatura
sono da utilizzare piattaforme di lavoro spostabili o semoventi o cestelli idraulici
su carro”. Inoltre “i lavori su scale a mano sono da evitare o da limitare al
minimo, per lavori localizzati e di brevissima durata: in tali casi la scala
a mano deve sempre essere tenuta al piede da altra persona. L’accesso al
piano di lavoro delle piattaforme deve avvenire preferibilmente a mezzo scala a
gradini, provvista su ambo i lati di parapetto di protezione. Quando vengano utilizzate piattaforme di
lavoro spostabili, durante gli spostamenti non devono essere presenti persone
sulle medesime; qualora la piattaforma sia estensibile deve essere provvista di
parapetti mobili non asportabili, e devono essere posizionati prima di iniziare
le attività, la loro rimozione deve avvenire ad attività ultimate, prima di
rimuovere la piattaforma”.
E nella scheda relativa alle
“opere strutturali per il rivestimento definitivo” si indica che le casseforme
“devono essere organizzate in modo tale da evitare l’accesso alla superficie
interna delle medesime per le normali operazioni di rotazione, pulizia,
preparazione e getto; l’eventuale accesso alle superfici interne che si
rendesse necessario in situazioni particolari, deve comportare l’uso di idonei
sistemi anticaduta quali l’uso di imbracature di sicurezza e le attività devono
essere sorvegliate direttamente da un preposto da posizione sicura e di pronto
intervento”.
Ricordiamo inoltre, riguardo ai
rischi di caduta in profondità, che
(come riportato nell’Allegato IV del D.Lgs 81/2008) le aperture esistenti nel
suolo o nel pavimento dei luoghi, degli ambienti di lavoro o di passaggio,
comprese le
fosse ed i pozzi, “devono essere
provviste di solide coperture o di parapetti normali, atti ad impedire la
caduta di persone. Quando dette misure non siano attuabili, le aperture devono
essere munite di apposite segnalazioni di pericolo”.
Concludiamo soffermandoci su un
rischio non correlato, in questo caso, agli incidenti evidenziati. Un rischio
che ci permette tuttavia di collegarci a quanto “Imparare dagli errori” sta
dicendo in questi mesi in merito alle attività in
ambienti sospetti di inquinamento o confinati: il rischio relativo
alla
presenza di polveri e fibre
nella costruzione di gallerie.
Nella scheda di “ Guida
per la sicurezza in edilizia”, correlata agli scavi di avanzamento e al rivestimento
di prima fase, si indica che l’
aria
ambiente degli scavi in sotterraneo “deve essere mantenuta respirabile e,
quanto più possibile, esente da inquinamenti, mediante sistemi o impianti di
ventilazione atti ad eliminare od a diluire, entro limiti di tollerabilità, i
gas, le polveri ed i vapori pericolosi o nocivi”.
In particolare ad ogni lavoratore
“deve essere assicurato un minimo di 3 m3 di aria fresca al minuto
primo, salvo limiti più elevati in rapporto alla presenza in sotterraneo di
particolari cause di inquinamento nell’atmosfera. La portata di aria di
ventilazione deve essere tale che la velocità media nella sezione trasversale
del tunnel, in presenza di lavoratori, non sia superiore ai 5 m al minuto
secondo. Si potrà far uso, in funzione della particolarità del macchinario e
delle condizioni ambientali, di ventilazione aspirante, premente o mista”.
Dopo aver dato indicazioni sulla
quantità minima di aria da considerare, la guida riporta altre
indicazioni per la prevenzione. Ne vediamo
alcune:
- “nei lavori sotterranei, nei
quali si impieghino esplosivi, le eliminazione dei gas, dei fumi e delle polveri
prodotti dallo sparo (volata) deve essere effettuata a mezzo di ventilazione
artificiale, in modo da consentire il rapido allontanamento dei prodotti nocivi
dal luogo del loro sviluppo evitandone la diffusione attraverso tutto lo scavo.
E’ consentita l’eliminazione dei prodotti nocivi derivanti dalle volate, per
mezzo di sola immissione di aria nella zona di sparo, purché i lavoratori siano
fatti uscire dal sotterraneo prima della volata ed il loro rientro avvenga dopo
che l’aria sia stata sufficientemente depurata; oppure fatti sostare in posti
in cui, per l’adozione di adeguati accorgimenti, ovvero per la presenza di
efficienti camini, pozzi o finestre, sia garantita la respirabilità dell’aria;
-
si devono adottare sistemi di lavorazione, macchine, impianti e
dispositivi che diano luogo al minor sviluppo di polveri; queste devono essere
comunque eliminate il più vicino possibile ai punti di formazione;
- nei lavori per i quali siano
disposti, ai fini della lotta
contro la polvere, procedimenti in umido, si devono adottare impianti
idrici di distribuzione capaci di assicurare una sufficiente quantità d’acqua
esente da inquinamenti. quando si procede alla bagnatura della calotta, delle
pareti e della platea degli scavi, per impedire la diffusione nell’aria delle
polveri formatesi o depositatesi, l’innaffiamento deve essere eseguito con
spruzzatori od innaffiatori e non con getti violenti di acqua;
- la perforazione meccanica delle
rocce deve essere eseguita mediante macchine munite di dispositivo per
l’aspirazione delle polveri o per l’iniezione di acqua”;
- “le macchine con motore a
combustione interna o ad aria compressa e gli automezzi in circolazione nelle
gallerie, devono avere il tubo di scappamento provvisto di uno schermo
deflettore o disposto in modo che l’aria non possa sollevare la polvere
depositata al suolo o sulle pareti o investire il lavoratore”;
- “la concentrazione delle
polveri nell’aria dei luoghi di lavoro sotterranei ed il contenuto di silice
libero devono essere controllati periodicamente, da parte di personale esperto,
nei posti in cui si riscontri il maggior grado di polverosità ed ogni qualvolta
siano mutate le condizioni tecniche ambientali o la costituzione delle rocce. I
risultati delle analisi, con l’indicazione delle modalità tecniche adottate,
devono essere tenute presso il cantiere a disposizione degli organi di
controllo;
- qualora per difficoltà di ordine ambientale
od altre cause tecnicamente giustificate sia ridotta l’efficacia dei mezzi
generali di prevenzione delle polveri, i lavoratori devono essere muniti e fare
uso di idonee maschere
antipolvere. Le maschere sono da intendersi in dotazione personale e
portare l’indicazione del lavoratore che le usa; consegnate a fine di ogni
turno di lavoro ad un apposito incaricato per essere pulite e controllate nella
loro efficienza; conservate ordinatamente in un armadio o altro posto idoneo;
disinfettate periodicamente e sempre quando cambiano i soggetti che le
usano”.
Pagina introduttiva del sito web di
INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero
119 e
1189 (archivio incidenti 2002/2010).
Tiziano Menduto
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