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"Patente a punti in edilizia, il no degli impiantisti"
fonte www.edilportale.com / Normativa
20/11/2013 - La patente a punti in edilizia può rendere inefficaci le semplificazioni se applicata in modo uniforme e indiscriminato. È la
posizione espressa al Ministro del Lavoro dagli impiantisti.
Si tratta di settori che, anche se collegati all’edilizia, rientrano prevalentemente nel mondo artigiano e delle lavorazioni specialistiche, con un inquadramento contrattuale che nella maggior parte dei casi non è quello edile ma metalmeccanico e che quindi chiedono norme in grado di tenere conto delle loro specificità.
Sulla base di queste considerazioni, Cna, Confartigianato e Casartigiani hanno mostrato la loro contrarietà all’ impostazione della patente a punti proposta nella bozza di regolamento circolata nei giorni scorsi.
Secondo le confederazioni di artigiani e piccole imprese, la patente a punti duplica gli adempimenti a carico delle aziende perché la continua verifica dell’idoneità tecnico professionale delle imprese da parte dei committenti o dei responsabili dei lavori è già prevista dal D.lgs. 81/2008 – Testo Unico della sicurezza sul lavoro.
Per migliorare la situazione Cna, Confartigianato e Casartigiani propongono di chiarire il quadro normativo, senza creare ulteriori aggravi, che potrebbero far sorgere impugnative della norma e contenziosi.
Una posizione analoga è stata espressa da Finco, Federazione industrie, prodotti, impianti, servizi ed opere specialistiche per le costruzioni.
La Federazione ha espresso preoccupazione sulla bozza di provvedimento che “applica il concetto di edilizia a imprese che, anche se in alcuni casi operano in cantiere, edili non sono”.
Secondo Finco, le lavorazioni specialistiche e superspecialistiche oltre a rappresentare una componente imprenditoriale diversa da quella edile, hanno un livello tale di professionalità da avere bassissimi livelli di infortunio.
Si tratta di settori che, anche se collegati all’edilizia, rientrano prevalentemente nel mondo artigiano e delle lavorazioni specialistiche, con un inquadramento contrattuale che nella maggior parte dei casi non è quello edile ma metalmeccanico e che quindi chiedono norme in grado di tenere conto delle loro specificità.
Sulla base di queste considerazioni, Cna, Confartigianato e Casartigiani hanno mostrato la loro contrarietà all’ impostazione della patente a punti proposta nella bozza di regolamento circolata nei giorni scorsi.
Secondo le confederazioni di artigiani e piccole imprese, la patente a punti duplica gli adempimenti a carico delle aziende perché la continua verifica dell’idoneità tecnico professionale delle imprese da parte dei committenti o dei responsabili dei lavori è già prevista dal D.lgs. 81/2008 – Testo Unico della sicurezza sul lavoro.
Per migliorare la situazione Cna, Confartigianato e Casartigiani propongono di chiarire il quadro normativo, senza creare ulteriori aggravi, che potrebbero far sorgere impugnative della norma e contenziosi.
Una posizione analoga è stata espressa da Finco, Federazione industrie, prodotti, impianti, servizi ed opere specialistiche per le costruzioni.
La Federazione ha espresso preoccupazione sulla bozza di provvedimento che “applica il concetto di edilizia a imprese che, anche se in alcuni casi operano in cantiere, edili non sono”.
Secondo Finco, le lavorazioni specialistiche e superspecialistiche oltre a rappresentare una componente imprenditoriale diversa da quella edile, hanno un livello tale di professionalità da avere bassissimi livelli di infortunio.
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