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"Decreto Destinazione Italia: l’aumento delle sanzioni e degli ispettori"
fonte www.puntosicuro.it / Normativa
14/01/2014 - Sotto l’albero di Natale, l’affollato “polverone normativo” di
queste ultime settimane ha portato - tra i vari provvedimenti approvati
con decreti legge – non solo proroghe ma anche
sensibili aumenti di alcune
sanzioni per gli imprenditori.
Dopo aver analizzato le proroghe contenute nel “consueto e cosiddetto decreto milleproroghe”, il Decreto legge 30 dicembre 2013 n. 150, ci soffermiamo dunque sul cosiddetto “
decreto
destinazione Italia”, il
Decreto-Legge 23 dicembre 2013, n. 145 “
Interventi
urgenti di avvio del piano ‘Destinazione Italia’, per il contenimento
delle tariffe elettriche e del gas, per la riduzione dei premi RC-auto,
per l'internazionalizzazione, lo sviluppo e la digitalizzazione delle
imprese, nonché misure per la realizzazione di opere pubbliche ed EXPO
2015”.
In particolare il "
destinazione Italia" prevede, per
il contrasto del lavoro irregolare e per la tutela della salute e della
sicurezza dei lavoratori:
- un aumento del 30% delle “somme
aggiuntive” per la revoca del provvedimento di sospensione dei lavori di cui
all'art. 14, comma 4, lettera c) del D.Lgs. 81/2008;
- sanzioni decuplicate in caso di
altre violazioni in materia di lavoro irregolare o di orario di lavoro.
Possiamo analizzare questo
incremento delle sanzioni attraverso un documento pubblicato dal DPL di Modena dal titolo “
Il Decreto Legge n. 145/2013: le novità in
materia di lotta al lavoro irregolare e di subentro nelle imprese soggette a
procedura concorsuale” a cura di Eufranio Massi, dirigente della Direzione
Territoriale del Lavoro di Modena.
Il documento ricorda che con il “
decreto destinazione Italia” sono state
introdotte alcune disposizioni “che riguardano, da vicino, la “materia lavoro”
ed in particolare la lotta al
lavoro irregolare, con un occhio anche finalizzato sia all’implementazione
degli organici della vigilanza che alla razionalizzazione dell’attività degli
ispettori sotto l’aspetto delle indennità di missioni e dell’uso del mezzo
proprio”. In particolare le novità sono entrate in vigore il 24 dicembre 2013 e
tale data è “particolarmente importante per l’applicazione delle nuove sanzioni
in materia di lavoro nero,
di sospensione dell’attività aziendale e di violazione in materia di orario di
lavoro (durata massima settimanale, riposi giornalieri e settimanali)” previste
dall’art. 14 del DL 145/2013. Si ricorda, a questo proposito che, “in ordine a
tali violazioni, sia, sempre, applicabile il principio del ‘tempus regit
actum’, per cui se le stesse sono state compiute in data antecedente, seppur
riscontrate dopo il 24 dicembre 2013, trovano applicazione le vecchie
sanzioni”.
Il documento dopo essersi soffermato su alcune
novità relative all’articolo 11 del DL (Misure per favorire la risoluzione di
crisi aziendali e difendere l’occupazione) analizza l’
articolo 14 (Misure di contrasto al lavoro sommerso ed irregolare).
In particolare la
lettera a) del comma 1, “aumenta del
30% gli importi della maxisanzione per lavoro nero (il riferimento è all’art. 3
del D.L. n. 12/2002, convertito della legge n. 73/2002, modificata dall’art. 4
della legge n. 183/2010) e delle somme aggiuntive dovute per la sospensione
dell’attività imprenditoriale (art. 14, comma 4, lettera c), del D.L.vo
81/2008: il tutto, non diffidabile ex art. 13 del D.L.vo n. 124/2004”.
Ricordando che la
legge n. 183 del 4 novembre 2010
riguarda “Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione
di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di
servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di
occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni
in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro”, si sottolinea che
l’art. 4 della legge n. 183/2010, “intervenuto nel ‘corpus’ dell’art. 3 del
D.L. n. 12/2002, affermava che, ferma restando l’applicazione delle sanzioni
previste dalla normativa in vigore, in caso di impiego di lavoratori
subordinati senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di
lavoro da parte del datore di lavoro privato, con l’esclusione del datore di
lavoro domestico, trovava applicazione la sanzione amministrativa da 1.500 a
12.000 euro per ciascun lavoratore
irregolare, maggiorata di 150 euro per ciascuna giornata di lavoro
effettivo. Tale importo calava in un arco pecuniario compreso tra i 1.000 e gli
8.000 euro per ciascun lavoratore irregolare, maggiorato di 30 euro per ogni
giornata di lavoro irregolare, allorquando il dipendente, dopo un primo periodo
in nero, fosse risultato occupato regolarmente da un momento successivo e,
comunque, precedente all’accesso ispettivo”.
Tuttavia con il comma 1, lettera
a) del DL 145/2013 l’
importo della maxi
sanzione, a partire dal 24 dicembre 2013, passa, “rispettivamente, a 1.950
ed a 15.600 euro, mentre la somma aggiuntiva di 150 euro a giornata sale a 195,
secondo un orientamento che qualifica la stessa come
sanzione aggiuntiva (circ. Ministero del Lavoro n. 38/2010)”.
Inoltre l’importo della c.d. “
mini maxi
sanzione”, sempre a partire dal 24 dicembre 2013, passa, “rispettivamente a
1.300 ed a 10.400 euro, mentre la somma aggiuntiva di 30 euro a giornata sale a
39, sempre seguendo l’orientamento espresso sotto la lettera a)”.
DL 145/2013 - Art. 14 - Misure
di contrasto al lavoro sommerso e irregolare
1. Al fine di rafforzare
l'attività di contrasto al fenomeno del lavoro sommerso ed irregolare e di
tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro sono introdotte le
seguenti disposizioni:
a) l'importo delle sanzioni
amministrative di cui all'articolo 3 del decreto-legge 22 febbraio 2002, n.
12, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 aprile 2002, n. 73, nonché
delle somme aggiuntive di cui all'articolo 14, comma 4, lettera c), del
decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, è aumentato del 30%. Per la
violazione prevista dal citato articolo 3 del decreto-legge 22 febbraio 2002,
n. 12, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 aprile 2002, n. 73, non
è ammessa alla procedura di diffida di cui all'articolo 13 del decreto
legislativo 23 aprile 2004, n. 124;
b) gli importi delle sanzioni
amministrative di cui ai commi 3 e 4 dell'articolo 18-bis del decreto
legislativo 8 aprile 2003, n. 66, con esclusione delle sanzioni previste
dall'articolo 10, comma 1, del medesimo decreto legislativo, sono
decuplicate;
(...) |
La lettera a) del comma 1 “aumenta del 30%
anche le
somme aggiuntive dovute in caso
di sospensione dell’attività imprenditoriale, secondo la previsione
contenuta nell’
art. 14, comma 4, lettera
c) del D.L.vo n. 81/2008”.
Questo significa che “la somma
aggiuntiva (che non è una sanzione) e che è legata alla riapertura
dell’attività (cosa che comporta anche l’avvenuta regolarizzazione delle
situazioni che hanno portato alla chiusura dell’attività come, ad esempio, il
numero dei lavoratori ‘in nero’ in percentuale pari o superiore al 20% degli
occupati), sale a 1950 euro, mentre per quelle correlate alle gravi e
reiterate violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza
l’importo aumentato va da 2.500 a 3.250 euro. Vele la pena di sottolineare come
gli importi delle somme aggiuntive correlate alla sospensione, non essendo né
sanzioni amministrative, né ammende, non erano rientrate nell’aggiornamento
quinquennale del D.L.vo n. 81/2008, previsto dall’art. 9, comma 2, del D.L. n.
76/2013, convertito, con modificazioni, nella legge n. 99/2013, in vigore dal
1° luglio 2013, secondo le precisazioni espresse dallo stesso Ministero del
lavoro con la circolare n. 35 del 29 agosto 2013”.
Inoltre la
lettera b) del comma 1, aumenta, invece, di “
dieci volte gli importi delle sanzioni amministrative previste dai
commi 3 e 4 dell’art. 18 – bis del D.L.vo n. 66/2003, con esclusione di quelle
che fanno riferimento alla violazione dell’art. 10, comma 1, relativo al
godimento delle ferie”.
Ricordiamo che il D.Lgs. 66/2003
riguarda l’
Attuazione delle direttive
93/104/CE e 2000/34/CE concernenti taluni aspetti dell'organizzazione
dell'orario di lavoro e che le sanzioni appena richiamate “riguardano il
mancato rispetto della normativa che concerne la
durata massima del lavoro settimanale (48 ore settimanali intese
come media in un arco temporale di quattro mesi o, con accordo sindacale, di
sei mesi, o di dodici mesi per ragioni obiettive e tecniche inerenti
l’organizzazione specificate nel CCNL) ed i
riposi giornalieri e
settimanali, mentre la ‘decuplicazionè degli importi non interessa la
violazione dell’art. 10,comma 1, che disciplina la fruizione delle ferie”.
Segnaliamo che gli importi che
aumentano dieci volte riguardano:
a) “il superamento della durata
massima settimanale dell’orario di lavoro al quale si applica, a partire dal 24
dicembre 2013, la sanzione amministrativa compresa tra 1.000 e 7.500 euro
(prima andava da 100 a 750 euro). Se la violazione si riferisce a più di cinque
lavoratori ovvero si è verificata in almeno tre periodi di riferimento (i
quattro mesi, i sei o i dodici mesi, a seconda dei casi), la sanzione va da
4.000 a 15.000 euro (prima era compresa tra 400 e 1.500 euro). Se la violazione
si riferisce a più di dieci lavoratori o si è verificata in almeno cinque
periodi di riferimento, la sanzione amministrativa è compresa in un arco
‘pecuniario’ che va da 10.000 a 50.000 euro senza ammissione al pagamento in
misura ridotta;
b) il mancato rispetto del riposo
settimanale (inteso come un periodo di 24 ore consecutive, di regola in
coincidenza della domenica, da cumulare con le ore di riposo giornaliero -11
ore -, con le eccezioni previste dalla stessa norma), inteso come media in un
periodo non superiore a 14 giorni, è punito con una sanzione amministrativa di
natura economica da 1.000 a 7.500 euro. Anche in questo caso se le violazioni
riguardano più di cinque o dieci dipendenti trovano applicazione le sanzioni
maggiorate (rispettivamente, da 4.000 a 15.000 euro e da 10.000 a 50.000 euro);
c) il mancato rispetto del riposo
giornaliero (11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore, fatte salve le attività
caratterizzate da periodi di lavoro frazionati durante la giornata o da regimi
di reperibilità) è punito con una sanzione amministrativa compresa tra 500 e
1.500 euro. Qualora la violazione riguardi più di cinque lavoratori o si sia
verificata in almeno tre periodi di 24 ore, la sanzione si innalza e va da
3.000 a 10.000 euro. Se il numero dei lavoratori coinvolti è maggiore di dieci
o si è verificata in almeno cinque periodi di 24 ore, la sanzione sale
ulteriormente e va da 9.000 a 15.000 euro e non è ammesso il pagamento in
misura ridotta”.
Per sapere dove andranno poi gli
incrementi derivanti dalle nuove sanzioni,
è sufficiente leggere le lettere c) ed f) del comma 1. Il documento del DPL
indica che “sono destinati ad appositi capitoli del Ministero del Lavoro e
dovranno servire per finanziare misure di natura organizzativa in materia di
contrasto al lavoro al lavoro nero ed irregolare, le attività di prevenzione e
di promozione in materia di salute e sicurezza effettuate dalle Direzioni
territoriali del Lavoro (la disposizione esclude, letteralmente, le Direzioni
Regionali del lavoro), le spese di missione del personale
ispettivo, l’utilizzazione del mezzo proprio in un’ottica di economicità
complessiva finalizzata alla ottimizzazione del servizio (su questo punto sarà
necessario un decreto ‘concertato’ tra Lavoro ed Economia che dovrebbe vedere
la luce entro i 60 giorni successivi alla conversione del D.L. n. 145/2013)”.
Ricordiamo inoltre che con il DL
145/2013 si arriva all’assunzione di
250
nuovi Ispettori del Ministero del lavoro ed emerge una “presa d’atto
dell’Esecutivo” circa il ruolo degli organi di vigilanza periferici del Ministero,
nella lotta alle irregolarità in materia di lavoro e “la convinzione che ‘i
sacrifici economici’ affrontati ed anticipati dai singoli (si pensi alla messa
a disposizione della propria autovettura, al costo della benzina, al disagio
affrontato negli accessi disagiati e notturni) debbano avere un giusto
riconoscimento (ora, i rimborsi delle mere spese di missione con il costo del
carburante pari ad 1/5 avvengono a distanza di mesi)”.
DL 145/2013 - Art. 14 - Misure
di contrasto al lavoro sommerso e irregolare
1. Al fine di rafforzare
l'attività di contrasto al fenomeno del lavoro sommerso ed irregolare e di
tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro sono introdotte le
seguenti disposizioni:
(...)
e) il Ministero del lavoro e
delle politiche sociali è autorizzato ad implementare la dotazione organica
del personale ispettivo nella misura di duecentocinquanta unità di cui
duecento nel profilo di ispettore del lavoro di area III e cinquanta di
ispettore tecnico di area III da destinare nelle regioni del centro-nord ed a
procedere in modo progressivo alle conseguenti assunzioni nel rispetto dei
limiti finanziari di cui al comma 2. Il Ministero del lavoro e delle
Politiche sociali comunica annualmente al Dipartimento della Funzione Pubblica
ed al Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato il numero delle
unità assunte e la relativa spesa;
f) con decreto del Ministero
del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministero
dell'economia e delle finanze, da adottarsi entro 60 giorni dalla data di
conversione del presente decreto, sono individuate forme di implementazione e
razionalizzazione nell'utilizzo del mezzo proprio in un'ottica di economicità
complessiva finalizzata all'ottimizzazione del servizio reso da parte del personale
ispettivo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. |
Rimandiamo infine alla lettura
integrale del documento del dirigente del DPL di Modena che contiene diverse
riflessioni in merito a queste novità.
Riflessioni sia in relazione alla tempistica della reale entrata in regime, sia
al metodo adottato dall’esecutivo con il rischio – che dovrebbe essere corretto
in fase di conversione - che riguardo alle sanzioni “per uno stesso fatto
l’importo debba esser diverso, a seconda del soggetto che ha rilevato la
violazione (ispettore del lavoro o ispettore dell’ASL)”.
Concludiamo sottolineando che il
DL 145/2013
è entrato in vigore il 24
dicembre 2013, il giorno dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta
Ufficiale, e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.
DPL Modena, “ Il Decreto Legge n. 145/2013: le novità in materia di lotta al
lavoro irregolare e di subentro nelle imprese soggette a procedura concorsuale”
– Dottrina per il lavoro, a cura di Eufranio Massi, dirigente della Direzione
Territoriale del Lavoro di Modena (formato PDF, 90 kB).
Tiziano Menduto
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