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"Edilizia: le criticità del lavoro e della stima dei rischi in cantiere"

fonte www.puntosicuro.it / Edilizia

13/03/2014 - “Il  settore dell'edilizia detiene in Europa uno dei peggiori record in materia di salute e sicurezza sul lavoro”, ad affermarlo è l’Agenzia Europea per La Sicurezza e la Salute sul Lavoro (EU-OSHA) che ricorda anche come i lavoratori del comparto siano particolarmente esposti a fattori di rischio biologici, chimici ed ergonomici, a rischi correlati a rumore e temperatura. Come l'edilizia sia  uno dei settori più usuranti, come i costi di infortuni e malattie siano enormi (per lavoratore, datore di lavoro e Stato) e come il settore non sempre è stato oggetto di “adeguata attenzione”.
 
Per focalizzare la nostra attenzione e parlare di prevenzione nel  comparto edile possiamo fare riferimento ad alcuni  incontri con i medici competenti (MC) organizzati in questi anni dall’ Azienda Sanitaria Locale di Milano.

In un incontro che si è tenuto il 5 giugno 2012, un intervento ha presentato alcune “ Esperienze di prevenzione della UOOML di Bergamo: progetto ‘tutela della salute nei cantieri edili’” e ha cercato di rispondere alla domanda: come si affronta il problema della tutela della salute in edilizia?
 
Cercando di rispondere alle domande correlate (ad esempio: come si svolge il lavoro in cantiere? Quali sono i rischi per la salute? Di che entità sono? Come si valutano? Come si prevengono? Quali sono le condizioni di salute dei lavoratori edili? Qual è il ruolo degli addetti alla prevenzione?), l’edilizia si mostra come un “universo di attività poco conosciute e di difficile interpretazione” con due argomenti certi:
- complessa realtà ad “alto rischio” per la salute;
- elevato numero di infortuni e di malattie occupazionali.
 
L’intervento si sofferma ampiamente sulle criticità del lavoro in cantiere con riferimento a:
 
- complessità del settore: “tipologie di lavoro e tecniche costruttive numerose e molto diverse fra loro; provvisorietà logistica dei cantieri; necessità di lavorare all'aperto; diversificazione dei prodotti finiti”...
- condizioni di lavoro che sono influenzate da "variabili" difficilmente controllabili: “le condizioni atmosferiche; la tipologia dei terreni; la natura chimica e modalità di utilizzo di applicazione dei materiali; dimensioni del cantiere, del manufatto; complessità dell'opera”…
- disposizioni di legge: l’intervento indica come non siano sufficientemente adeguate le “leggi che regolano il mercato del lavoro” (assegnazione appalti, contratti di lavoro…) e le norme che regolano la prevenzione e la sicurezza nel settore …
- fattori di rischio per la salute: ergonomico (MMC, MR, Posture); rumore, scuotimenti e vibrazioni; polveri, fibre, agenti chimici; clima.
Senza dimenticare fattori di rischio particolari come l’elevato rischio infortunistico, lo sforzo fisico e fatica e altri due temi strategici: l’organizzazione del lavoro e le maestranze.
 
Riguardo alla fatica si sottolinea il dispendio energetico dovuto, ad esempio, alla movimentazione manuale dei carichi, ai movimenti ripetitivi e posture incongrue, agli orari di lavoro prolungati (45/50 h/sett.), ai lunghi tragitti per raggiungere il posto di lavoro.
 
Alcune indicazioni tratte da uno studio (UOOML - Bg 2011) sul dispendio energetico in edilizia “confermano i carichi di lavoro medio-elevati variabili in funzione delle singole attività”.
 
E riguardo all’ organizzazione del lavoro si sottolinea che in questo comparto spesso vi sono:
- “imprese di piccole dimensioni;
- più imprese contemporaneamente;
- lavori in subappalto, per conto terzi, a cottimo;
- utilizzo promiscuo di strumenti, impianti, opere provvisionali;
- maestranze in continuo movimento in cantiere;
- elevato numero di ore lavorate;
- (lavoro irregolare)”…
Inoltre nelle maestranze spesso vi è una grande componente di lavoratori autonomi (38,4%), elevata mobilità, bassa scolarità, scarsa professionalità, numerosi immigrati con problemi di lingua e formazione, ...
Senza dimenticare, infine, il consumo di sostanze stupefacenti e il problema della criminalità.
Secondo quanto riportato in “Le mani della criminalità sulle imprese - XIII Rapporto di SOS Impresa” da anni al primo posto degli investimenti mafiosi c’è l’edilizia (subito dopo gli autotrasporti, le energie e i rifiuti, il commercio, le aziende agricole. Ma anche turismo e ristorazione).
 
Dopo essersi soffermato sulle malattie professionali, il documento riporta alcune criticità nella valutazione del rischio in cantiere.
 
Infatti l’esposizione ai principali fattori di rischio occupazionali in un cantiere edile “si caratterizza per essere incostante per intensità, durata e frequenza, mutabile, non sempre prevedibile, si ripete nel tempo ad intervalli molto variabili, con punte anche di elevata entità, è soggetta all’influenza di variabili ambientali ed organizzative difficilmente controllabili, ma che ne possono amplificare il rischio” (secondo quanto indicato da uno studio di Mosconi G e coll., 2004).
In particolare la difficoltà della stima dell’esposizione a fattori di rischio (talvolta anche la loro identificazione) è una “caratteristica del lavoro in cantiere”.
Non è infatti facile stabilire: “cosa”, “dove”, “come”, “quando” e per “quanto tempo” il lavoratore sarà esposto. E se complessa è la Valutazione del Rischio, difficile è anche la Prevenzione e la Vigilanza!
 
Quale potrebbe essere una strategia per la valutazione dei rischi (VdR) in cantiere?
Sono indicati due punti:
- “privilegiare la gestione del rischio più che la misura... (applicando idonee procedure di prevenzione, di protezione ambientali ed individuale)”;
- “utilizzare dove possibile algoritmi e Banche Dati (più adatti al contesto)”.
 
Rimandando ad una lettura integrale del documento relativo all’intervento (che si sofferma anche su sorveglianza sanitaria, ruolo consulenziale del MC, ...), concludiamo questa presentazione riportando alcune proposte per il DVdR di una impresa:
- parte generale: “...descrivere la tipologia dei lavori e delle attività prevalenti,... Evidenziando le situazioni di maggiore rischio… e i principali FdR (chimico, fisico, biologico, ergonomico…)”;
- seconda parte: “elenco macchine, opere provvisionali, utensili... livelli di emissione… elenco delle sostanze e preparati chimici.. schede tecniche e di sicurezza… modalità di utilizzo, di applicazione e di conduzione nell’attività lavorativa...”;
- terza parte: “la stima e la valutazione del rischio nelle attività o compiti di maggiore criticità in situazioni ‘tipo’ ...preferibilmente con misure ambientali (almeno una misura!) o mediante stime indirette... Consultando banche dati o utilizzando algoritmi”.
E i risultati andranno a costituire una “Banca Dati” dell’impresa, “da utilizzare per la stima di attività simili in altri cantieri e nella redazione dei POS”.
 
 
Esperienze di prevenzione della UOOML di Bergamo: progetto “tutela della salute nei cantieri edili”  (Giovanni Mosconi), intervento all’incontro del 5 giugno 2012 organizzato dall’ASL Milano (formato PDF, 7.34 MB).
 
 
RTM

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