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"Il rischio da sovraccarico biomeccanico nel settore edile"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
26/03/2014 - Si comincia a diffondere nei luoghi di lavoro la consapevolezza dei
rischi professionali da sovraccarico biomeccanico, anche in relazione ai dati nazionali relativi alla crescita tra i lavoratori dei disturbi muscolo-scheletrici.
Un rischio, quello del sovraccarico biomeccanico, che per quanto
analizzato e presentato in questi anni da varie pubblicazioni, è spesso
valutato poco e male, con conseguente mancanza di efficaci misure di
prevenzione.
Per favorire un miglioramento della prevenzione nelle aziende
presentiamo gli atti di un seminario internazionale che si è tenuto il
13 e 14 giugno 2013 a Giovinazzo (BA) organizzato dalla Regione Puglia in collaborazione con l'Inail (Direzione regionale Puglia e Direzione regionale Basilicata), il centro EPM (Ergonomia
Postura e Movimento) della Clinica del lavoro di Milano e la Società
Nazionale degli Operatori della Prevenzione ( SNOP).
Al seminario “
Prevenzione e gestione del rischio da
sovraccarico biomeccanico in agricoltura e edilizia” sono stati diffusi i
dati che mostrano come negli ultimi anni ci sia un progressivo e significativo
incremento delle malattie lavoro correlate denunciate e riconosciute, con
particolare evidenza per i comparti agricoltura e costruzioni e per le patologie
dell’apparato muscoloscheletrico. Uno degli obiettivi del seminario è stato
quello di riportare non solo i risultati delle esperienze maturate in Puglia e
Basilicata nei comparti agricoltura e costruzioni, ma anche gli sviluppi
operativi e normativi in tema di sovraccarico biomeccanico e gli
approfondimenti metodologici per la valutazione e gestione del rischio.
Ci soffermiamo oggi brevemente su
alcuni interventi relativi al
sovraccarico
biomeccanico nel settore edile, con riferimento agli atti pubblicati sul
sito della SNOP.
Il primo intervento che
presentiamo ha un titolo già di per sé significativo, “
Risultati di un’indagine sanitaria sui disturbi muscolo-scheletrici in
un gruppo di 2755 artigiani edili nella provincia di Bergamo” ed è a cura
di Natale Battevi (Clinica del Lavoro di Milano – EPM - International Erg
School).
L’obiettivo della ricerca
presentata è quello di identificare, nel comparto edile artigiano, i casi che
presentano disturbi e/o patologie dell’apparato muscoloscheletrico in
particolare degli arti superiori e del rachide
lombare, tenendo conto che (Fourth European Survey of Working Conditions
2005) il:
- “48% dei lavoratori edili
lamenta disturbi alla schiena (media UE : 33%);
- 36% lamenta disturbi muscolari
al collo e spalle (media UE 23%).
Dopo aver elencato le varie fasi
del progetto, le mansioni indagate e le patologie professionali più diffuse, il
relatore espone le sue
conclusioni.
In merito agli
arti superiori si evidenziano:
- “elevata prevalenza delle
patologie degli arti superiori rispetto al gruppo di riferimento
(Significativa)”;
- elevata prevalenza dei soggetti
positivi anamnesticamente (ai lavoratori era somministrato un questionario nel
momento precedente la visita medica) “nel gruppo con età superiore a 35 anni
(Altamente Significativa)”.
Dunque si assiste, nel gruppo
degli artigiani edili, a una rilevante esposizione al rischio da sovraccarico
degli arti superiori.
Riguardo inoltre al
rachide lombare si evidenziano:
- “prevalenza di ernia discale
2-3 volte rispetto alla popolazione generale;
- bassa prevalenza di soggetti
con Lombalgie acute (nell’ultimo anno)”.
In questo è caso è presente una
“rilevante, anche se molto variabile, esposizione al rischio da movimentazione
manuale dei carichi (esclusi gli imbianchini)”.
Veniamo infine all’intervento di
Angela Ruschioni (ASUR Marche, Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti
di Lavoro, Area Vasta 2 Ancona) che presentava un lavoro, dal titolo “
La costruzione delle gallerie: prima
analisi organizzativa e premappatura del rischio nella lavorazione sul cassero”,
condotto con Nicola Regine e Giacomo Rucci.
Benché lo studio del rischio da
sovraccarico biomeccanico è stato condotto per lo più nei comparti produttivi
dove la manualità è attività prevalente, anche nella costruzione
delle gallerie - attività che si avvale prevalentemente di macchine
meccaniche – i lavoratori possono essere soggetti al
rischio da sovraccarico biomeccanico.
Un’indagine epidemiologica
condotta nel 1999 su un campione di 191 lavoratori maschi addetti alla
costruzione della TAV ha messo in evidenza “la comparsa di disturbi muscolo
scheletrici nei dodici mesi precedenti l’indagine, nel 64% della popolazione
esaminata ed ipotizza come i lavoratori più esposti siano quelli che lavorano
all’interno della galleria rispetto a quelli che svolgono la loro attività
edile all’esterno”.
È stata dunque condotta una “revisione
delle varie fasi di lavoro necessarie alla
costruzione
di una galleria autostradale, finalizzandola alla individuazione delle fasi
prevalentemente manuali su cui condurre una raccolta di dati, evidenziando i
compiti che impegnano maggiormente i lavoratori dal punto di vista posturale e
di sovraccarico
biomeccanico”.
Veniamo, anche in questo caso,
alle
considerazioni conclusive degli
autori della ricerca.
Si indica che alcune fasi di
lavoro nella costruzione delle gallerie autostradali “comportano sforzi fisici
e posturali, movimenti ripetitivi in posture incongrue delle braccia, pericolo
collegato all’uso di attrezzature ed impianti che possono comportare infortuni,
lesioni, rumore e vibrazioni”.
In questo caso l’applicazione di
un “semplice strumento di valutazione quale la
premappatura dei disagi e dei pericoli può essere un utile
strumento di conoscenza preliminare che anche l’Organo di Vigilanza può
utilizzare per verificare la ‘bontà’ della valutazione del rischio attuata dal
datore di lavoro. In caso di mancata corrispondenza tra i risultati delle due
valutazioni, al datore di lavoro viene richiesto di rivalutare il percorso di
valutazione per poter attuare più adeguate misure di prevenzione”.
In particolare nella fase di
studio delle operazioni di “impermeabilizzazione” della galleria
preliminarmente alla costruzione della calotta, “i risultati delle schede di
premappatura evidenziano un pericolo legato ai movimenti ripetitivi e alle posture
incongrue, all’uso di attrezzature e di macchine ed impianti. Di minor
rilievo la presenza di inquinanti dovuti alle operazioni di posa e saldatura
dei teli, i problemi microclimatici dovuti al lavoro in ambiente esterno
semiconfinato, il rumore, l’illuminazione e le problematiche legate alla scarsa
ventilazione localizzata e alla presenza costante ed ubiquitaria di polvere
dovuta alle operazioni di scavo”.
“ Risultati di un’indagine sanitaria sui disturbi
muscolo-scheletrici in un gruppo di 2755 artigiani edili nella provincia di
Bergamo”, a cura di Natale Battevi (Clinica del Lavoro di Milano – EPM - International
Erg School), intervento al seminario “Prevenzione e gestione del rischio da
sovraccarico biomeccanico in agricoltura e edilizia” (formato PDF, 766 kB).
“ La costruzione delle gallerie: prima analisi organizzativa e
premappatura del rischio nella lavorazione sul cassero”, a cura di Angela
Ruschioni (ASUR Marche, Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di
Lavoro, Area Vasta 2 Ancona), intervento al seminario “Prevenzione e gestione
del rischio da sovraccarico biomeccanico in agricoltura e edilizia” (formato
PDF, 515 kB).
Tiziano Menduto
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