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"Panifici: sostanze pericolose, movimentazione e sovraccarico"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
20/05/2014 - Il nostro
giornale si è soffermato più volte sui fattori di rischio correlati alle
attività di panificazione, sia con
riferimento ai rischi per la sicurezza, ad esempio in relazione ai rischi
di incendio e esplosione o all’uso delle macchine, sia con riferimento ai
vari rischi per la salute. E uno di questi rischi è correlato all’
insorgenza dell’asma.
Ricordiamo che secondo alcuni
studi non solo tale patologia respiratoria è tra le prime cause di malattia
professionale in Europa, ma il 10% di tutti i casi d’asma
sarebbero riconducibili a una causa lavorativa.
Per parlare di salute dei
lavoratori con riferimento al comparto
della panificazione, riprendiamo la presentazione del documento “ Salute e sicurezza
nei panifici artigianali. Manuale per la prevenzione”, realizzato dall’ ULSS 6 di Vicenza e
correlato all’intervento che il Servizio di Prevenzione Igiene Sicurezza
Ambienti di Lavoro (SPISAL) dell’ULSS ha avviato nel comparto della
panificazione artigianale.
Riguardo alla salute dei
lavoratori si indica che nel comparto della panificazione artigianale, spesso
rappresentato da piccole aziende, gli addetti possono essere impegnati in varie
mansioni: produzione di pane e prodotti da forno (panificazione); vendita al
dettaglio; consegna dei prodotti ai clienti.
Questi i
principali rischi per la salute:
- “
inalazione di farine di frumento e, in minor misura di altre
graminacee quali - ad esempio - la segala, l’orzo e il mais: è di gran lunga il
rischio più importante in questo comparto e rappresenta una delle cause più
frequenti di asma
professionale allergico;
-
movimentazione manuale dei sacchi di farine o delle placche da
forno: il conseguente sovraccarico della colonna vertebrale e degli arti
superiori può determinare patologie croniche di tipo degenerativo che possono
rappresentare una grave limitazione dell’attività lavorativa ed incidono,
talvolta pesantemente, sullo svolgimento delle normali attività quotidiane;
-
sovraccarico biomeccanico agli arti superiori da movimenti
ripetitivi: questo rischio può essere presente dove la produzione prevede, ad
esempio, prolungate operazioni di formatura tradizionale degli impasti;
-
microclima: in alcuni ambienti e per alcune fasi di lavoro –
soprattutto durante il periodo estivo – si verificano esposizioni a calore
eccessivo che, se associate ad un alto grado di umidità, possono determinare
innalzamento della temperatura corporea per difficoltà alla dispersione
calorica attraverso la sudorazione. Di qui la necessità di provvedere ad una
adeguata ventilazione dei locali, anche attraverso sistemi di climatizzazione,
e al reintegro di sali minerali solubilizzati in acqua per evitare il
presentarsi di effetti patologici acuti quali la sincope da caldo o il ben più
pericoloso colpo di calore”.
Il manuale ricorda che se la
prevenzione delle patologie professionali e correlate al lavoro si fonda
sull’eliminazione o, quando questo non è possibile tecnicamente, sul
contenimento dei fattori di rischio lavorativo, “quando i fattori di rischio,
come le farine di cereali (ingredienti non sostituibili nei prodotti da forno)
non sono eliminabili, gli strumenti per evitare il manifestarsi di danni fisici
per i lavoratori esposti consistono nelle misure organizzative e procedurali
(pulizia degli ambienti con mezzo aspirante, contenimento delle emissioni,
ecc.), nell’adozione di DPI specifici e nel monitoraggio dello stato di salute
attraverso gli accertamenti sanitari periodici effettuati dal Medico
Competente”.
Ci soffermiamo brevemente,
rimandando alla lettura integrale del manuale, su alcune informazioni relative
ai vari rischi correlati alle attività di lavoro:
-
sostanze pericolose: poiché le polveri
di farine (che possono comportare un “rischio per la sicurezza e la salute
dei lavoratori a causa di loro proprietà chimico-fisiche, chimiche o
tossicologiche e del modo in cui sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro”)
sono sostanze allergizzanti, “viene a configurarsi – nei termini di quanto
stabilito dal D. Lgs. 81/08 – un
rischio
non irrilevante per la salute che comporta pertanto l’obbligo di sorveglianza
sanitaria per gli addetti alla panificazione. L’asma e l’alveolite
allergica da farine (entrambe patologie a carico dell’apparato respiratorio)
sono incluse tra l’altro nella tabella delle malattie professionali assicurate
dall’INAIL”. Si ricorda che la sorveglianza sanitaria “dovrà essere almeno
annuale nei primi due anni di esposizione, periodo in cui la probabilità di
sviluppare i primi segni di sensibilizzazione allergica risulta più elevata. Un
primo screening preventivo, da affidare al Medico Competente, dovrebbe essere
messo in atto per i giovani allievi delle scuole di panificazione, pasticceria e
simili che, sulla base di una storia clinica di allergie cutanee o
respiratorie, potrebbero essere utilmente indirizzati a percorsi professionali
differenti”;
-
movimentazione manuale dei carichi: se il trasporto dei sacchi di
farina o di altre confezioni di materie prime, il carico dell’impasto ed il
carico del telaio possono rappresentare un rischio da sovraccarico della
colonna vertebrale, già la “scelta di prodotti confezionati in sacchi da 25 kg
anziché da 50 kg rappresenta da sola un intervento che può rendere trascurabile
un rischio che altrimenti potrebbe condurre a ernie discali o patologie
degenerative della colonna di carattere professionale”. Senza dimenticare che
l’organizzazione del lavoro, tuttavia, “qualora comprenda frequenti torsioni e
flesso-estensioni del tronco, posture disagevoli e microclima caldo-umido può
condurre ad un livello di rischio significativo. E’ per questo motivo che,
prima di procedere ad una quantificazione del rischio, è opportuno analizzare
le modalità di lavoro per riprogettare eventualmente, con un approccio di tipo
ergonomico e razionale, le postazioni di lavoro e le sequenze operative. Un
ulteriore e semplice provvedimento per ridurre il rischio per la colonna
vertebrale è rappresentato dalla costante adozione di mezzi di trasporto
interno (carrellini a mano, transpallets, ecc.) che consentono di eliminare il
rischio rappresentato dal trasporto dei carichi a braccia”;
-
movimenti ripetitivi: indicatori di un possibile rischio di sovraccarico
meccanico degli arti superiori “sono l’esecuzione dello stesso insieme di
movimenti per cicli ripetuti di breve durata (generalmente inferiori ai 30
secondi), l’uso di forza più o meno intensa in aggiunta a quella necessaria per
spostare il pezzo in lavorazione (come si usa fare nella lavorazione domestica
di un impasto), la necessità di mantenere posizioni forzate ed innaturali delle
mani con flessioni ed estensioni del polso fino a gradi estremi, gli impatti
ripetuti effettuati con le mani. La presenza di uno o più di questi indicatori
per lavori di durata superiore ad un’ora continuativa o alle due complessive
nell’arco del turno lavorativo richiede una valutazione approfondita per
stabilire se esista o meno un rischio per la salute. A titolo esemplificativo si
segnala come l’ attività
di pizzaiolo si collochi in genere ad un livello di rischio elevato mentre
quella di pasticciere ad un livello medio-lieve”;
-
microclima: “le condizioni termoigrometriche (temperatura, umidità
e velocità dell’aria) possono in alcuni casi determinare un rischio per la
salute”;
-
rumore: alcune valutazioni effettuate da alcune ASL della Lombardia
in aziende del comparto della panificazione artigianale “hanno evidenziato
un’esposizione quotidiana personale al rumore sempre e ampiamente al di sotto
del valore di 80 dBA (livello oltre il quale il DdL deve mettere in atto
provvedimenti tecnici, organizzativi e procedurali per ridurre il rischio)”.
Ricordiamo, per concludere, che
il manuale si sofferma anche sui fattori di rischio e sugli elementi di
prevenzione in merito a:
- lavoro notturno;
- stress correlato al lavoro;
- presenza di lavoratrici madri;
- presenza di lavoratori
minorenni;
- divieto di consumo di bevande
alcoliche;
- divieto di fumo di tabacco;
- requisiti
igienico-assistenziali (bagno-wc e spogliatoio);
- presenza eventuale di amianto
nei forni (infatti “in passato la coibentazione dei forni veniva realizzata
anche con materiali contenenti amianto”);
- dispositivi di protezione
individuale.
ULSS 6 di Vicenza, “ Salute e sicurezza nei panifici artigianali. Manuale per la
prevenzione”, documento elaborato dal Servizio di Prevenzione Igiene
Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’ULSS 6 di Vicenza e curato da Celestino Piz,
Pierantonio Zanon, Roberto Bronzato, Flavio Vidale, Mariangela Alberti. E per il
Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN) da Angiola Vanzo
(formato PDF, 535 kB).
Tiziano Menduto
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