News
"Le novità sulla formazione e il futuro dei corsi di formazione RSPP "
fonte www.puntosicuro.it / Formazione ed informazione
11/11/2014 - Pur con la
lentezza che contraddistingue purtroppo l’elaborazione della normativa nel
nostro paese, qualcosa si sta tuttavia muovendo riguardo alle regole e alle
norme che supportano la formazione alla sicurezza. Che la prevista revisione
degli Accordi
sulla formazione degli RSPP e ASPP del 26 gennaio 2006 contenesse, in
realtà, molto di più che un adeguamento alla normativa vigente l’avevamo capito
già dalle parole nell’intervista fatta dal nostro giornale il 22 ottobre a Giuseppe
Piegari, del Segretariato Generale del Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali. Dobbiamo dunque attenderci che la
revisione degli accordi sulla formazione RSPP conterranno
importanti modifiche anche degli accordi per la formazione di lavoratori,
preposti, dirigenti e per la formazione di Datori
di lavoro RSPP.
Per avere informazioni sulla
revisione degli Accordi sulla formazione RSPP e, indirettamente, sugli altri
Accordi, PuntoSicuro torna a intervistare - l’avevamo già intervistato
l’anno passato -
Donato Lombardi
della Provincia Autonoma di Trento.
Donato Lombardi è il
coordinatore, assieme ad una collega della Regione Emilia-Romagna, di un
Gruppo di Lavoro del Coordinamento tecnico
delle Regioni che sta proprio lavorando alla revisione del “vecchio”
Accordo del 26 gennaio 2006 relativo alla formazione RSPP.
L’intervista si svolge il 23
ottobre ad Ambiente
Lavoro di Bologna a Bologna, a margine del convegno “
Il responsabile del S.P.P. interno ed esterno: compiti e responsabilità”.
Scontate le prime domande che
poniamo a Lombardi:
perché un testo
annunciato già l’anno passato non è ancora stato emanato? Quali le difficoltà?
Quali i cambiamenti rispetto alla bozza dell’anno passato?
Insomma
cosa cambierà nella formazione degli RSPP? E cosa potrà cambiare in
quella dei lavoratori, dirigenti e preposti?
Le risposte, come sentirete, di
Lombardi presentano un quadro, quello attuale, relativo ad una bozza di testo
già ad un buon livello di condivisione. Lombardi ci dice che se la proposta
dello scorso anno era una elaborazione delle Regioni, “
quest’anno la bozza in discussione
ha
anche previsto il coinvolgimento del Ministero del Lavoro”. E ci
conferma che attraverso questa revisione saranno modificate, in alcuni aspetti,
anche altre tipologie di formazione. Non solo la formazione relativa agli Accordi
del 21 dicembre 2011, ma anche quella relativa all’Allegato XIV del D.Lgs.
81/2008 sulla formazione dei coordinatori della sicurezza.
Riguardo alla formazione
degli RSPP viene riconfermato l’impianto del corso modulare. Con “
l’anticipazione che il modulo B, quello legato
alla specificità dei rischi, non sarà più diviso in 9 macrosettori, ma in 4
aree”.
Quali sono i cambiamenti nel
modulo A, nel modulo B e nel modulo C?
Che ripercussione ci sarà nella futura e annunciata suddivisione di
tutti i rischi – nei vari accordi – in rischi bassi e alti? Quali saranno
le possibilità di utilizzo dell’e-learning?
Un’ultima menzione – prima di
presentarvi l’intervista – la facciamo alla
questione dei tempi.
Donato Lombardi gentilmente si è
concesso, nell’intervista, a dare un’idea dei tempi necessari per condurre in
porto tutte le modifiche previste. Ma purtroppo i tempi presagiti probabilmente
rimarranno, ancora una volta, solo un auspicio.
Infatti in occasione di un
successivo contatto - per avere anticipazioni sui risultati dell’incontro del
28 ottobre che il Gruppo di Lavoro del Coordinamento tecnico delle Regioni ha
avuto con rappresentanti del Ministero del Lavoro – Donato Lombardi ci ha
parlato di una “
situazione di blocco”,
un blocco dei lavori necessario a cercare un maggiore allineamento tra i vari
accordi sulla formazione. Lombardi ha sottolineato che “
riguardo all’articolazione dei moduli e della classificazione ATECO ci
sono passaggi che richiedono un ulteriore approfondimento. Bisogna comprendere
come allineare il
Decreto del Fare
, il Decreto sui settori a basso rischio di infortuni con le due fasce
di rischio per i vari accordi sulla formazione”.
Dunque tempi più lunghi e una
nuova riscrittura del testo base, che attenderà ancora per arrivare – dopo
altri incontri con il Ministero – alla Conferenza Stato Regioni.
In relazione al lavoro di revisione degli Accordi sulla formazione
degli RSPP e ASPP del 26 gennaio 2006, diamo un’idea del lavoro che si è svolto
che si è fatto e cerchiamo di capire perché non si è ancora arrivati al
documento finale?
Donato Lombardi: I tempi dell’anno scorso erano effettivamente
ipotizzabili in altri termini... In maniera un po’ forse ottimistica. Il Gruppo
di Lavoro ha continuato a lavorare su questo accordo e nel frattempo è uscito
il Decreto del Fare, nella scorsa estate. Decreto che è stato preso come
riferimento dal Gruppo di Lavoro, e anche, secondo le indicazioni da parte del
Ministero, come un decreto di cui tener conto per rivedere l’Accordo.
Le particolari novità rispetto
all’intervista dello scorso anno riguardano il fatto che la proposta dello
scorso anno era una elaborazione delle Regioni, del Gruppo di Lavoro che
coordino insieme ad un’altra collega della Regione Emilia. Mentre quest’anno la
bozza in discussione ha previsto il
coinvolgimento
del Ministero del Lavoro.
(...) È vero che l’accordo risale
al 2006, operativo di fatto dal 2007, con una sperimentazione di due anni in
capo alle Regioni che sui territori hanno sperimentato l’attuazione dei corsi di
formazione, in alcuni casi come la Provincia di Trento e la Provincia di
Bolzano, gestendo direttamente la formazione, in altri casi monitorando
l’attività degli enti formativi accreditati nei vari territori. Dunque
un’attività di monitoraggio che poi è stata intervallata anche
dall’elaborazione degli altri accordi sulla formazione, ad esempio relativi
all’articolo 34 e 37 (del D.Lgs. 81/2008, ndr).
Questa nuova proposta di accordo conterrà anche delle modifiche negli
accordi per la formazione di lavoratori, preposti, dirigenti e per la
formazione di Datori di lavoro RSPP?
D.L.: Ovviamente la revisione dell’Accordo RSPP ha tenuto conto
della necessità di
riallineare alcuni
aspetti dell’Accordo 2006 rispetto agli Accordi ex art. 34 (accordo sulla
formazione DdL RSPP, ndr)
e ex art. 37 (accordo
sulla formazione dei lavoratori, preposti, dirigenti, ndr) e alle indicazioni
emerse dal Decreto del Fare. In particolare rispetto alla revisione del testo
l’accordo sarà centrato su tre aspetti. Il primo è relativo alla revisione del
percorso formativo che attualmente è strutturato in tre moduli, A, B e C.
Inoltre all’interno del testo si
è cercato di uniformare alcuni momenti della formazione, tipo l’utilizzo
dell’e-learning, i requisiti dei docenti, che vanno ad incidere anche su
altri accordi, ma non solo.
Il testo andrà a incidere anche
su argomenti relativi alla formazione regolamentata da altri provvedimenti,
tipo l’Allegato XIV (del D.Lgs. 81/2008, ndr) relativo al corso per
coordinatori della sicurezza.
In più le indicazioni del Decreto
del Fare portano a prevedere all’interno dell’accordo un
sistema di crediti formativi (...).
Si è parlato poi di una futura nuova suddivisione dei rischi, nei vari
accordi, in rischi bassi e alti?
D.L.: Certo l’obiettivo è anche quello di semplificare la vita
all’azienda, di chi deve attuare la formazione sia dal punto di vista
progettuale che da quello del rispetto degli obblighi. Per cui il Decreto del
Fare avrà una ricaduta all’interno dell’accordo.
Partirei però dagli
aspetti principali della formazione RSPP.
Viene di fatto
riconfermato l’impianto del corso modulare
con l’anticipazione che il modulo, quello legato alla specificità dei rischi,
non sarà più diviso in 9 macrosettori, ma in 4 aree. Quindi avremo
l’individuazione di un rischio basso di aziende, per le quali il decreto
semplificazioni prevederà quanto dovuto – ricordo il DVR semplificato e agli
aspetti legati all’articolo 26 e al DUVRI – mentre per la formazione ci sarà
una fascia di aziende che avrà una formazione sostanziale ma relativa al
rischio basso. Poi si passa al rischio alto.
Questa
classificazione nuova su due livelli avrà una ricaduta anche sugli
accordi art. 34 e art. 37, cioè sugli accordi già in essere.
Rispetto al percorso modulare, il
Modulo A sostanzialmente riconferma
i contenuti del precedente cercando di dare una continuità rispetto ai
contenuto del modulo B, ovvero centrando molto di più il modulo A sugli aspetti
legati più al Titolo primo del TU, cioè alla gestione del DVR, della conoscenza
dei ruoli e delle responsabilità dei vari soggetti interni alla prevenzione. E
ovviamente all’inquadramento normativo legato alla sicurezza e agli aspetti
legati alla gestione dei rischi, non tanto alla loro valutazione che saranno
rinviati al modulo B.
Il
Modulo B è suddiviso in due aree di rischio.
Chiaramente tutto questo
nell’ipotesi attuale di accordo che poi dovrà prevedere necessari passaggi sia
in sede di Conferenza (Stato/Regioni, ndr), ma anche di confronto con le parti
sociali, come richiesto dalla normativa e dalle previsioni degli accordi
precedenti. In quanto se andiamo a modificare gli accordi 34 e 37 dobbiamo
necessariamente attivare il confronto con le parti sociali e poi, trattando
l’accordo anche la parte sui crediti formativi, dovrà prevedere anche il
confronto con la Commissione Consultiva (...).
Riguardo al Modulo B la fascia
alta, (...) avrà un modulo comune trasversale, che molto spesso era chiamata B
“zero”, e poi quattro diversi moduli di specializzazione. Il percorso
complessivo per un singolo corso di specializzazione del modulo B alto sarà
comunque di 72 ore, le 36 più le 36. Di queste 36, 16 sono comuni e 20 sono
specialistiche (...). I macrosettori di riferimento diventeranno 4.(...).
Anche il
Modulo C viene rivisto (...) con una maggiore attenzione rispetto
all’attività del RSPP che deve gestire servizi di prevenzione e protezione.
(...)
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 1208 volte.
Pubblicità