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"Un lavoratore su quattro non ricorda di aver fatto la formazione"
fonte www.puntosicuro.it / Formazione ed informazione
11/12/2014 - Perché si affermi nel nostro paese una
reale cultura della sicurezza è necessario che siano alti i
livelli di consapevolezza dei rischi
che i lavoratori affrontano nei luoghi di lavoro e delle misure possibili per
ridurli. Migliorare la
percezione del
rischio - inteso come quel “processo di organizzazione e unificazione
sensoriale che attiva un processo valutativo, con attribuzione di significato,
a cui consegue un comportamento” – porta anche a ridurre la tendenza alla sua rappresentazione
“fatalistica”: qualcosa che appare fuori dalla nostra capacità di controllo e
di dominio.
Per conoscere la situazione della percezione
del rischio è nato in Italia il
progetto
INSula, un’indagine nazionale di rilevazione della percezione del rischio
per la salute e sicurezza in ambiente di lavoro da parte dei lavoratori e delle
figure della prevenzione.
Il Progetto
INSuLa si propone di realizzare la prima survey, la prima indagine sulla
percezione del rischio e sul livello generale di consapevolezza rispetto
all’applicazione del D.Lgs 81/2008 con il coinvolgimento di tutte le figure
della prevenzione. Una grande indagine su un campione rappresentativo che
intende contribuire alla creazione di un
sistema
di rilevazione permanente della percezione del rischio per la salute e
sicurezza sul lavoro, che fornisca indicazione sulla qualità della vita
lavorativa e permetta nel tempo di adeguare tale monitoraggio ai cambiamenti
del mondo del lavoro ed ai bisogni dei principali attori coinvolti nel sistema
di prevenzione.
In questi mesi i
primi
report, i primi risultati sono stati pubblicati e presentati in vari
convegni. Ad esempio il 22 ottobre scorso ad Ambiente
Lavoro di Bologna durante il seminario Inail “
Indagine nazionale di rilevazione della percezione del rischio per la
salute e sicurezza in ambiente di lavoro da parte dei lavoratori e delle figure
della prevenzione”.
Per avere più informazioni sul progetto e comprendere
anche l’impatto dei primi risultati pubblicati sul futuro della prevenzione,
abbiamo intervistato il Dott.
Sergio
Iavicoli, responsabile del
Dipartimento
di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro ed ambientale dell’ Inail.
Dipartimento che coordina l’indagine costituita da un progetto capofila
(indagine principale) focalizzato su lavoratori e datori di lavoro e da altri
focus progettuali specifici dedicati alle altre figure della prevenzione
(medici competenti, rappresentanti
dei lavoratori per la sicurezza, servizi di prevenzione e sicurezza negli
ambienti di lavoro).
Le domande e le risposte analizzano la nascita del
progetto, i suoi obiettivi e l’importanza del rilevamento in Italia della percezione
del rischio.
Il progetto diventerà
un servizio di rilevazione permanente? Come è cambiata la percezione del
rischio in Italia anche con riferimento ai dati già presenti relativi alle varie
indagini europee?
Quali i dati più
rilevanti riportati dai report? Dove è possibile trovarli e consultarli? Ci
sono dati che possono cambiare le strategie relative alla prevenzione in
Italia?
Cosa indicano i
report relativi ai datori di lavoro e agli altri attori della sicurezza? Sono
state rilevate problematiche di difficoltà o carenza di collaborazione tra le
parti, magari dovute ad una diversa percezione dei problemi?
Queste alcune delle domande fatte al Responsabile del Dipartimento
di Medicina del Lavoro dell’Inail.
Come sempre diamo ai nostri lettori la possibilità di visualizzare
integralmente l’intervista realizzata il 22 ottobre e/o di leggerne una
parziale e breve trascrizione.
https://www.youtube.com/watch?v=u2ulMTtpzwM
https://www.youtube.com/watch?v=u2ulMTtpzwM
Articolo e intervista a cura di Tiziano Menduto
(...)
Parliamo del progetto Insula e specialmente dell’importanza e della
novità di questa indagine sulla percezione del rischio.
Sergio Iavicoli: (...) Finora i dati che abbiamo sentito e
utilizzato arrivano dalle indagini europee, soprattutto la Fondazione di
Dublino che ha fatto indagini campionarie raccogliendo questa parte
complementare sulla percezione della salute e sicurezza sul lavoro, che si va
ad affiancare ai sistemi di monitoraggio tradizionale Eurostat in tutti i paesi
dell’Unione. È chiaro che dovendo fare un minimo comune denominatore ci sono
dei limiti sull’utilizzo di questi dati e anche un numero di campionamento
ridotto: peraltro la criticità maggiore per l’Italia è che proprio con questo
minimo comune denominatore
si tagliano
fuori tutte le aziende sotto i dieci dipendenti che per il nostro tessuto
produttivo è un grosso limite.
Noi abbiamo voluto recuperare
questo e sopratutto andare a tarare sulle specificità del Decreto 81,
dell’applicazione nel contesto socioculturale italiano.
(...)
Diamo qualche dato rilevante o inaspettato rilevato dalle indagini.
S.I.: Diciamo che tra i dati di prima lettura, che forse val la
pena ricordare sull’indagine dei lavoratori, innanzitutto c’è un generale
grande valore che si dà alla salute e
sicurezza sul lavoro.
Noi abbiamo posto delle domande
in cui abbiamo chiesto agli intervistati di fare una scelta: ad esempio tra lo
sviluppo di carriera, tra la sicurezza del posto di lavoro o gli aspetti degli
incentivi economici, della salute e sicurezza. Abbiamo chiesto di mettere uno
scoring, una priorizzazione tra queste tematiche. Ebbene, la salute e
sicurezza, insieme alla sicurezza del posto di lavoro, sono pressoché allo
stesso livello. I lavoratori li considerano altrettanto importanti...(...)
Ci sono poi altri dati di grande
attenzione:
un lavoratore su quattro non
ricorda o dice di non aver fatto la formazione che è obbligatoria. Un dato
importante: si parla di un obbligo di legge, di un dato che si dà per scontato.
In questo caso [la formazione] è stata considerata irrilevante o proprio non è
stata fatta? L’analisi secondaria su questo dato dovrà andare a capire dove
sono queste sacche, perché uno su quattro è un dato rilevante.
Poi sui rischi abbiamo anche
chiesto qual è la percezione dei rischi.
Il rischio che è percepito da tutti come più rilevante, che ricordano,
che sentono di più, è quello dello stress lavoro correlato. Quindi gli
aspetti psicosociali sono sicuramente punti importanti di percezione...
(...)
Quanto è importante la percezione del rischio?
S.I.: Credo che la percezione sia poi uno strumento importante.
Credo che anche quello che si sta facendo sulla gestione stress lavoro
correlato dove la percezione e la soggettività sono componenti importanti ci
apra la prospettiva in futuro di affrontare complessivamente un’analisi del
rischio che tenga conto di questi aspetti. Io credo che i due dati siano
assolutamente complementari: cioè i dati di monitoraggio, amministrativi,
devono viaggiare in parallelo con quelli della percezione.
I
report:
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