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"Imparare dagli errori: incidenti e infortuni nell’utilizzo dell’argano"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
18/12/2014 - PuntoSicuro più
volte ha sottolineato come le
attrezzature
per il sollevamento dei carichi, presenti in molti comparti lavorativi,
siano tra le attrezzature con maggiori rischi per i lavoratori, specialmente
laddove siano presenti carenze costruttive, carenze di manutenzione o procedure
errate nell’utilizzo.
Per questo motivo abbiamo
recentemente presentato una nostra intervista
a Luigi Monica
(DIT Inail) in merito alla
sicurezza delle attrezzature
di sollevamento, e torniamo a parlare di queste attrezzature – con
particolare riferimento ad argani, gru a torre, gru a cavalletto, gru a ponte,
autogru, ... – nella nostra rubrica “
Imparare
dagli errori”.
Le prime puntate della rubrica
saranno dedicate agli
argani o
elevatori.
Ricordiamo che – come indicato
nelle schede correlate al manuale “ Le
macchine in edilizia. Caratteristiche e uso in sicurezza” prodotto da INAIL Piemonte e CPT Torino – che l’
elevatore,
chiamato anche paranco o argano, è infatti un apparecchio di sollevamento
costituito da un motore collegato ad un tamburo su cui si avvolge la fune,
dotata di contrappeso e gancio di sollevamento. Generalmente la struttura di
supporto dell’argano “a bandiera” può avere diverse conformazioni che, in
genere, realizzano un supporto snodato per la sua rotazione attorno ad un asse
verticale.
Gli incidenti presentati sono
tratti dalle schede di INFOR.MO.
- strumento per l'analisi dei casi di infortunio collegato al sistema di
sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
I casi
Il
primo caso riguarda attività edili per la
ristrutturazione di un edificio.
Un lavoratore si trova sul
settimo impalcato di un ponteggio (circa 14 m da terra), e fornisce assistenza
alla realizzazione del sottofondo di un balcone sito al quarto piano dell’edificio
in via di ristrutturazione, rifornendo il piastrellista della sabbia
necessaria.
La sabbia - fino al momento
dell'infortunio - viene trasportata in quota mediante l’uso di un
argano a bandiera elettrico al quale
viene agganciata una carriola con 2 fusti di sabbia; dato l’ingombro della
carriola, questa, una volta portata in quota, viene a trovarsi abbastanza
vicina al parapetto del
ponteggio ed è credibile che l’infortunato riesca ad avvicinarla a sé per
prenderne il carico.
Alla fine della mattinata, viene
issato un solo secchio, con il quantitativo necessario per terminare il lavoro;
il secchio (riempito con sabbia umida) viene perciò elevato senza l’uso della
carriola. Il fusto viene così a trovarsi a circa 1 metro di distanza dal
ponteggio e spostato alla sinistra del lavoratore (verso l’area in cui il
ponteggio è coperto da teli); ciò obbliga il lavoratore a sporgersi e ad
effettuare anche una torsione del busto per raggiungere il fusto,
costringendolo ad assumere una postura instabile.
Dai rilievi posteriori all’infortunio
si indica verosimile “che l’operazione di sgancio del carico abbia fatto sì che
egli si sia sbilanciato verso il vuoto, anche a causa del peso del secchio che
aveva impugnato (circa 25 kg!), e sia precipitato a terra. Il braccio girevole
dell’argano era vincolato, e quindi non poteva muoversi liberamente per
consentire di issare la sabbia nel punto più adeguato alla presa da parte
dell'infortunato”.
Come già indicato, sono dunque
due i
fattori causali indicati nella
scheda:
- “l'argano era vincolato in modo
tale che non era possibile issare il secchio con la sabbia nel punto più vicino
all'operatore”;
- il lavoratore “si sporgeva dal
parapetto del ponteggio per afferrare il secchio contenente la sabbia”.
Anche il
secondo caso riguarda un incidente avvenuto nel comparto edile con caduta
dall’alto durante
attività di
ristrutturazione.
Un lavoratore, titolare di una
impresa edile, si trova sul balcone di un appartamento
in ristrutturazione al quarto piano di un edificio ed è intento ad
effettuare il carico/scarico dei materiali mediante l'uso di un
argano elettrico a bandiera montato in
prossimità dell'angolo del balcone.
Nella fase di discesa della
carriola questa si impiglia nella ringhiera del balconcino al terzo piano.
L'infortunato con la mano sinistra
tenta di disincagliare il carico, presumibilmente sporgendosi all'esterno per
meglio agevolare la manovra. Improvvisamente precipita all'esterno del balcone
insieme a tutta la struttura, argano compreso, che sorregge l'elevatore,
cadendo al suolo sul sottostante giardinetto condominiale da un'altezza
approssimativa di dodici metri.
Vista la presenza di balconi con
ringhiera l'utilizzo di una carriola per il sollevamento dei materiali presenta
possibilità di incaglio come in effetti è avvenuto: andava utilizzato un
contenitore di forma diversa.
Due i
fattori causali indicati:
- l’infortunato si sporge
eccessivamente oltre il parapetto;
- l’accessorio per il
sollevamento dei carichi non è idoneo.
La prevenzione
Al di là delle corrette
protezioni collettive o individuali per la prevenzione delle cadute dall’alto,
per parlare della specifica
prevenzione
nell’uso dell’argano, riprendiamo il contenuto di un documento dell’Inail
dal titolo “ Vademecum
per un cantiere etico”, frutto di un Protocollo d'Intesa tra la Direzione Regionale Inail Campania e il Coordinamento
regionale dei CPT.
Il documento si compone di un
questionarioper verificare che il cantiere possa “rispondere ai requisiti
di eticità necessari a tutelare la salute e, spesso in edilizia, la vita stessa
dei lavoratori”.
Dalle domande del questionario
relative all’argano si possono ricavare indicazioni per la sicurezza di questa
attrezzatura nel comparto edile.
L’argano deve essere:
- “munito di targhetta con marchio CE con relativa
dichiarazione di conformità e di libretto di istruzione”;
- “munito di libretto di omologazione e targhetta di
immatricolazione rilasciati dall'INAIL Settore Ricerca” (come abbiamo visto,
per portata superiore a 200 kg);
- “munito di un libretto di uso e manutenzione”;
- “montato secondo il libretto di uso”.
Riportiamo anche alcune delle
domande contenute nel documento relative all’argano:
- “sono esposti, in prossimità
dell'argano e alla base del castello di carico, i cartelli indicanti le
principali norme d'uso, le segnalazioni per comunicare con il manovratore, le
norme di sicurezza, le istruzioni di imbracatura
dei carichi e il carico nominale dell'elevatore”? (Allegato V, D.Lgs.
81/2008, paragrafo 3.1.15);
- “la rotaia entro la quale
scorre l'argano è provvista all'estremità di un dispositivo di arresto di fine
corsa ad azione ammortizzante? (Allegato V paragrafo 3.3.2);
- le estremità delle funi sono
provviste di piombatura o di legatura a morsettiera? (Allegato V paragrafo
3.1.12);
- i ganci sono dotati all'imbocco
di dispositivo di chiusura funzionante e portano inciso il marchio di
conformità e la portata massima ammissibile? (Allegato V paragrafo 3.1.3);
- il posto di lavoro soggetto al
passaggio di carichi sospesi è protetto tramite una robusta tettoia alta non
più di 3mt?
- Risulta transennata a terra la
zona di azione del sollevatore?
- È presente il dispositivo di
arresto automatico del carico in caso di interruzione dell'energia elettrica?
(Allegato V, paragrafo 3.1.6);
- è presente il dispositivo di
frenatura per pronto arresto e la posizione di fermo del carico e del mezzo?
(Allegato V, paragrafo 3.1.5);
- le funi metalliche dell'impianto
di sollevamento, in rapporto al carico massimo ammissibile, sono state
dimensionate con un coefficiente di sicurezza almeno pari a 8? (Allegato V,
paragrafo 3.3.2);
- vengono utilizzate per il
sollevamento dei carichi brache omologate e conformi all'impianto stesso”?
Pagina introduttiva del sito web di
INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero
3686 e
4431 (archivio incidenti 2002/2010).
Tiziano Menduto
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