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"L’impianto elettrico nei piccoli cantieri edili"
fonte www.puntosicuro.it / RISCHIO ELETTRICO
24/03/2015 - Spesso i siti
ufficiali di varie Regioni ospitano documenti e informazioni per la tutela
della salute e sicurezza dei lavoratori, per la gestione dei rischi lavorativi
e l’adempimento di quanto richiesto dalle normative nazionali e regionali.
È il caso, ad esempio, del sito
della Regione
Autonoma Friuli Venezia Giulia che riporta un ampio spazio dedicato alla
promozione della salute e alla prevenzione con indicazione dei piani regionali
di prevenzione e dei documenti pubblicati per la sicurezza in vari comparti
lavorativi.
Ci soffermiamo oggi su un
documento, prodotto dai Servizi Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di
Lavoro delle Aziende per i Servizi Sanitari (dipartimenti di prevenzione) del
Friuli Venezia Giulia, per la tutela della salute dei lavoratori nel comparto
edilizia.
In “
L’impianto elettrico nei piccoli cantieri edili”, documento del
2011 curato da uno specifico Gruppo Tecnico Regionale per l’Edilizia, si indica
che questa linea guida - destinata principalmente ai committenti, ai
responsabili dei lavori, ai capi cantiere ed ai coordinatori
della sicurezza – ha l’obiettivo di “fornire indicazioni operative
essenziali per la
sicurezza degli
impianti elettrici di piccoli cantieri ubicati all’interno di appartamenti dove
vengono effettuati semplici manutenzioni o modeste ristrutturazioni con una
potenza installata dell'ordine di pochi kW e fornitura monofase. In tali casi
la potenza installata non potrà essere ovviamente superiore a quella
contrattuale dell’appartamento nel quale vengono svolti i lavori”.
Nel documento si ricorda che l’ impianto
di cantiere “trae origine dal punto di allacciamento della
linea di alimentazione del quadro
generale di cantiere e generalmente questo coincide con il punto di fornitura,
cioè con i morsetti del limitatore. Se la linea è derivata da un impianto
esistente il punto di allacciamento coincide con i morsetti dell’interruttore a
monte della linea di cantiere. Il punto di origine dell’impianto di cantiere
può essere altrimenti un gruppo
elettrogeno”.
E in particolare per i piccoli
cantieri “ubicati negli appartamenti (ad es: per il rifacimento del bagno, posa
di cartongessi, impianti di climatizzazione), e per i quali sia necessaria una
potenza di pochi kW, l’alimentazione del quadro di cantiere può avvenire
tramite presa a spina e in questo caso la spina della linea di alimentazione
del quadro di cantiere è il punto di origine dell’impianto”. E comunque
l’alimentazione degli apparecchi utilizzatori mobili o trasportabili “può
essere effettuata anche direttamente dalle prese a spina facenti parte
dell’impianto esistente di forza motrice dell’appartamento. Le stesse prese
possono poi essere usate anche per il comando e il sezionamento, senza dover
realizzare un impianto specifico di cantiere. Si dovrà inoltre verificare se la
presenza di polveri, spruzzi d’acqua o sollecitazioni meccaniche siano
sopportabili dall’impianto fisso esistente”.
Comunque – continua il documento
– “anche se la guida
CEI 64-17 ‘consente’
l’utilizzo dell’impianto fisso esistente (previa verifica delle condizioni di
sicurezza di cui sopra), anche se l’alimentazione avviene da spina esistente, è
bene sia sempre presente un quadretto di cantiere dotato delle apparecchiature
di comando e protezione aventi le opportune caratteristiche. L’uso delle
apparecchiature installate esistenti è da limitarsi al massimo”.
Rimandando ad una lettura
integrale del documento, che si sofferma ampiamente anche sul quadro di
cantiere e sull’impianto, riportiamo qualche breve indicazione delle linee
guida relativamente a:
-
cavi: “la scelta dei cavi di cantiere deve essere effettuata a
partire dalla modalità di posa, che determina a quali sollecitazioni può andare
incontro un cavo elettrico. La corretta posa del cavo è fondamentale per
evitarne il danneggiamento, è pertanto opportuno attenersi alle indicazioni
date dal fabbricante sulle modalità di impiego del cavo stesso”. Il documento
indica che i
cavi in PVC “non sono
adatti alla posa mobile in ambiente esterno in quanto tale materiale,
sollecitato dagli agenti atmosferici, diventa rigido ed è soggetto a
fessurazioni. All’esterno possono essere destinati solo ad un uso intermittente
o temporaneo”;
-
prese e spine: “le prese e le spine utilizzate comunemente nei
cantieri devono essere in grado di resistere alle condizioni di impiego che si
possono verificare durante l’uso”. In particolare nei cantieri oggetto della
presente linea guida, le prese devono garantire un grado di protezione sufficiente,
sia con spina inserita che con spina disinserita, avere adeguata resistenza
meccanica anche a basse temperature (fino a -25° C). Tra l’altro per piccoli
cantieri di ristrutturazione o per attività di breve durata e/o di finitura,
soprattutto se ubicati all’interno, “è frequente l’impiego di attrezzature
portatili equipaggiate con spine di tipo domestico e similare”. È quindi
ammesso, con correnti nominali non superiori ai 16 A, l’uso di prese e spine
per uso domestico e similare” quando l’ambiente di lavoro e l’attività in
essere “non presentano particolari rischi nei confronti di presenza di acqua,
di polveri ed urti”. Il documento offre poi indicazioni per i lavori che si
svolgono all’esterno (ad es. su terrazzi o su tetti);
-
adattatori e prese multiple: “nei cantieri si può presentare la
necessità di alimentare più apparecchi mediante un’unica presa o anche di dover
collegare ad una presa un apparecchio provvisto di una spina di tipo diverso (
tipico esempio spine Shuko su prese di tipo industriale). In questi casi le
spine originali non devono essere sostituite ed è ammesso l’uso di adattatori
di sistema (secondo la Norma
CEI EN
50250, parte spina industriale e parte presa per uso domestico e similare)
per uso temporaneo, solo per attività di breve durata in piccoli cantieri,
quando non vi siano particolari rischi dovuti ad acqua, polveri, urti: dovrà
essere sempre rispettato il grado di protezione IP richiesto dalle condizioni
dell’ambiente in cui si va ad operare”.
-
protezione contro i contatti diretti: per la protezione
dai contatti diretti nel cantiere bisogna prevedere: isolamento delle parti
attive (ad es. cavi); utilizzo di involucri o barriere (ad es. quadri). In
particolare la protezione contro il contatto diretto degli involucri “viene
assicurata in primo luogo dal corretto grado IP (penetrazione dei corpi solidi
e liquidi), ma anche dal buono stato di conservazione e manutenzione delle
apparecchiature e componenti (guaine integre, quadri privi di rotture o fori,
con porte e piastre di copertura correttamente montate e integre, coperchi
delle prese presenti ed efficienti, ecc.). Si ricorda che l’impiego di
dispositivi differenziali aventi corrente nominale non superiore a 30 mA è
considerato una misura di protezione addizionale contro i contatti diretti”;
-
protezione contro i contatti indiretti: “di norma il coordinamento
tra interruttore differenziale e impianto di terra assicura la protezione
contro i contatti indiretti”. In alternativa “è possibile alimentare le prese
attraverso un quadro portatile contenente un trasformatore di isolamento
(separazione elettrica) o impiegare utensili portatili di classe II (a doppio
isolamento, con simbolo ), purché idonei per l’uso in luoghi soggetti a spruzzi
d’acqua (IPX4)”.
Concludiamo questa breve
presentazione del documento ricordando che il documento contiene varie immagini
esplicative e riporta indicazioni anche in riferimento agli avvolgicavo, ai cordoni
prolungatori e agli impianti di illuminazione di cantiere.
L’
indice del documento:
1. PREMESSA
2. NORME DI RIFERIMENTO
3. ALIMENTAZIONE
4. QUADRO DI CANTIERE
5. IMPIANTO
6. CAVI
7. PRESE E SPINE
8. ADATTATORI E PRESE MULTIPLE
9. AVVOLGICAVO E CORDONI
PROLUNGATORI
10. PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI
DIRETTI
11. PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI
INDIRETTI
12. IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE DI
CANTIERE
12.1. Lampade portatili
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Regione Autonoma Friuli Venezia
Giulia, Servizi Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro delle Aziende
per i Servizi Sanitari, “ L’impianto elettrico nei piccoli cantieri edili”, elaborato
dal Gruppo Tecnico Regionale per l’Edilizia composto da Giuseppina Di Guida,
Renzo Simoni (ASS 1 Triestina), Graziano Olivo (ASS 2 Isontina), Sandro
Venturini (ASS 3 Alto Friuli),
Elisa Ligorio, Marco Fabozzi (ASS
4 Medio Friuli), Giovanni Perin (ASS 5 Bassa Friulana), Tiziana Tomasi (ASS 6
Friuli Occidentale), Luigi Adamo (Direzione Regionale del Lavoro, Trieste),
edizione aprile 2011 (formato PDF, 270 kB).
Tiziano Menduto
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