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"Ambienti confinati: l’uso dei DPI e la sorveglianza sanitaria "
fonte www.puntosicuro.it / Ambienti Confinati
27/04/2015 - Procedure per
le attività negli spazi, permessi di ingresso, controllo
strumentale dell’atmosfera, gestione delle emergenze, fase di preparazione
dei lavori, ...
Sono gli argomenti che
generalmente vengono trattati quando si affronta la prevenzione degli incidenti
negli
ambienti sospetti di inquinamento
o confinati. Spesso dimenticando altri due altri temi rilevanti: l’
uso dei DPI delle vie respiratorie e la
sorveglianza sanitaria.
Per parlarne riprendiamo a
sfogliare le “ Istruzioni
operative in materia di sicurezza ed igiene del lavoro per i lavori in ambienti
confinati”, documento che raccoglie le indicazioni elaborate dal gruppo di
lavoro denominato “Ambienti Confinati”, insediato dal Comitato Regionale di
Coordinamento ex art. 7 del D.Lgs 81/2008 della Regione Emilia Romagna, con la
collaborazione, nella fase di seconda revisione, dell’Ing. Adriano Paolo
Bacchetta.
Il documento ricorda che quando è
accertata o comunque non è esclusa la presenza di gas, vapori tossici/nocivi o
polveri/aerosol pericolosi e “non è possibile assicurare una idonea aerazione
ed una completa bonifica dell’ambiente confinato, il lavoratore deve indossare
un DPI
delle vie respiratorie, detto anche
APVR
(apparecchio di protezione delle vie respiratorie)”.
Inoltre “quando si è certi della
presenza di ossigeno, è raccomandabile che il DPI sia del tipo ‘maschera a
pieno facciale’, che consente anche la protezione degli occhi. Tali maschere
devono avere dispositivi filtranti adeguati, con filtri
antigas/vapori/particolati; è fondamentale che il filtro sia di classificazione
appropriata (tipo e classe) per i contaminanti e le concentrazioni presenti”.
Il documento sottolinea poi che
“le maschere con filtri antigas, anche se dotate di filtri specifici per le
sostanze tossiche, non possono essere utilizzate in luoghi
confinati laddove, oltre alla presenza di sostanze irritanti, tossiche o
nocive, vi possa essere carenza di ossigeno (percentuale di ossigeno inferiore
al 18%)”.
In particolare “per la sosta e
permanenza in atmosfera pericolosa, per gli interventi di salvataggio, per i
lavori in ambienti con scarso
tenore di ossigeno e per lavorazioni particolari come la sabbiatura, gli
APVR da utilizzare sono invece i seguenti:
1.
apparecchi respiratori autonomi: autorespiratori a ciclo aperto;
autorespiratori a ciclo chiuso (ad ossigeno compresso o ad ossigeno chimico);
2.
apparecchi ad adduzione d’aria dall’esterno (alimentati con
ventilatore, compressore, o bombola di gas compresso);
3.
apparecchi ad aspirazione polmonare diretta dall’esterno senza
ausili meccanici o manuali (sconsigliati);
4.
apparecchi ad adduzione d’aria e di aspirazione dall’aperto
(iniettore)”.
Chiaramente solo gli APVR di cui
al punto 1. garantiscono il completo isolamento dall’esterno (respiratori
autonomi); gli altri invece “necessitano di un collegamento tramite opportuno
tubo con l’esterno per l’adduzione d’aria”.
Le istruzioni/indicazioni
operative, che vi invitiamo a leggere integralmente, riportano poi alcune
tabelle - sia in relazione alla marcatura dei filtri che alla corretta scelta
dei DPI delle vie
respiratorie – e si soffermano sugli
apparecchi
respiratori di salvataggio, che sono “apparecchi autonomi, da utilizzare
solo durante le fasi di salvataggio delle persone” e che
generalmente garantiscono la
respirazione solo per un tempo limitato, definito dalla capacità delle bombole
o del generatore (autorespiratori a circuito chiuso a ossigeno chimico a
rigenerazione).
Si segnala che gli
autorespiratori di emergenza “devono
poter essere utilizzati anche in atmosfere con percentuali di ossigeno
inferiori al 20%, vanno conservati in involucri facilmente apribili, in
postazioni protette poste nelle immediate vicinanze delle zone critiche e note
a tutti i lavoratori, montati e pronti per un uso immediato e sottoposti a
manutenzione secondo la periodicità prevista dal costruttore, per garantirne
l’efficienza in caso di necessità. In taluni casi, ad es. quando non si può
escludere l’insorgenza improvvisa di situazioni di irrespirabilità dentro l’ambiente
confinato (rischio di fumi da incendio, da attività di saldatura, ecc), può
essere necessario che ogni persona presente nel luogo confinato disponga di un
suo APVR indipendente (ad es. autorespiratore chimico) atto a garantirgli la
possibilità di fuga in emergenza”.
Inoltre tutti i
DPI delle vie respiratorie “vanno
accompagnati dal manuale d’uso e manutenzione. Questo, nella parte finale,
riporta uno schema nel quale indicare le manutenzioni effettuate ed il
nominativo della persona competente che ha effettuato la verifica”. Ed è
infatti “inderogabile verificare il funzionamento della apparecchiatura e
compilare correttamente quanto indicato nel manuale e d’uso”.
Senza dimenticare che i
Dispositivi di Protezione Individuale devono anche rispettare quanto indicato
nell’art. 76 del D.Lgs 81/2008 e devono corrispondere alle caratteristiche
costruttive prescritte dalle norme UNI EN attualmente in vigore.
Dopo aver ricordato l’importanza
per l’utilizzo degli APVR, in particolare quelli di tipo isolante, di adeguata
formazione e addestramento, si indica infine che “in azienda o sugli automezzi,
nel caso di lavori effettuati presso terzi, quando necessario in base alla
valutazione dei rischi, devono essere presenti e pronti all’uso almeno due
autorespiratori di emergenza facilmente accessibili, opportunamente conservati,
da impiegare durante il soccorso di lavoratori in situazioni di emergenza”.
Veniamo alla
sorveglianza sanitaria.
Le istruzioni operative ricordano
che, come indicato nell’art. 41 del D.Lgs 81/2008, la sorveglianza sanitaria è
effettuata nei casi previsti dalla normativa vigente.
E “negli ambienti
confinati alcuni fattori di rischio (sostanze pericolose e agenti
biologici) devono essere tenuti al livello trascurabile, che non fa scattare
l’obbligo della sorveglianza sanitaria”. Tuttavia ci sono altri fattori di
rischio “che determinano invece il superamento del livello di azione, ad
esempio l’uso di attrezzature rumorose e vibranti, movimentazione di carichi,
ecc., per cui la sorveglianza sanitaria va fatta. In questi casi il Medico
Competente fa una valutazione complessiva dello stato di salute del lavoratore,
in relazione all’idoneità alla mansione specifica, comprese le limitazioni
all’uso dei DPI per le vie respiratorie e le caratteristiche antropometriche
del soggetto”.
E come indica sempre l’art. 41
del Testo Unico “per qualunque problema di salute correlato al lavoro o da
questo aggravato, i lavoratori possono richiedere una visita medica al Medico
Competente”.
Il documento segnala poi che “risulta
altamente sconsigliato l’accesso di persone di peso corporeo superiore ai 100
kg. Questo è legato al possibile uso di DPI per il recupero dell’infortunato,
generalmente idonei per persone fino a 100 kg”.
Infine, per concludere, facciamo
qualche accenno alla procedura da adottare in caso di
soccorso a persona infortunata.
Procedura che deve essere
articolata nelle seguenti fasi:
- “nel caso di cessazione delle
funzioni vitali, praticare la rianimazione cardiorespiratoria (le manovre di
rianimazione devono essere effettuate da persone addestrate con apposito corso
di formazione, designate dal datore di lavoro ai sensi delle norme vigenti);
- nel caso risulti impossibile o
non opportuno estrarre il lavoratore dal luogo confinato, assisterlo nell’ambiente
e, se necessario, assicurargli aria respirabile;
- nel caso possa essere spostato,
portare l’infortunato all’aria esterna, risparmiandogli qualsiasi sforzo
muscolare e assicurandogli l’assistenza necessaria”.
E in tutti i casi è anche “necessario
attivare l’emergenza pubblica (Pronto Soccorso e/o i Vigili del Fuoco)”.
Regione Emilia Romagna, “ Istruzioni operative in materia di sicurezza ed igiene del
lavoro per i lavori in ambienti confinati”, documento realizzato dal gruppo
di lavoro denominato “Ambienti Confinati”, insediato dal Comitato Regionale di
Coordinamento ex art. 7 del D.Lgs 81/2008 della Regione Emilia Romagna. Gli
autori delle indicazioni operative sono Villiam Alberghini, Lorena Bedogni,
Patrizia Ferdenzi, Luca Cavallone, Giuseppe Fioriti, Paolo Ghini, Celsino
Govoni, Giampiero Lucchi, Massimo Magnani, Stefano Moretti, Luigi Trimarchi,
Gianfranco Tripi – Revisione a cura di Stefano Moretti, Massimo Magnani,
Patrizia Ferdenzi e Paolo Ghini (formato PDF, 1.42 MB).
RTM
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